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Corruzione, mancano gli anticorpi

Le cifre allarmanti della Corte dei Conti, un fenomeno in rapida crescita

di Franco Bomprezzi

La corruzione endemica conquista le prime pagine dei quotidiani di oggi, lo spunto principale è l’allarmante relazione della Corte dei Conti, che arriva proprio in coincidenza con il cataclisma dell’inchiesta sui vertici della Protezione Civile. Denunce in vertiginosa ascesa, ma soprattutto mancanza di anticorpi, nelle istituzioni e nella società.

Breve richiamo in prima pagina del CORRIERE DELLA SERA per la denuncia della Corte dei conti (“«la piccola corruzione è sempre più diffusa»”) a fianco dell’apertura riservata alle dimissioni di Toro, il procuratore aggiunto di Roma indagato per rilevazione del segreto d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sui grandi eventi della Protezione civile. All’interno la relazione della Corte dei conti copre due pagine, la 8 e la 9. «La corruzione è una «patologia che resta tuttora grave» e che, anzi, nel 2009 ha fatto registrare un aumento di denunce alla Guardia di finanza del 229% rispetto all’anno precedente, cui si aggiunge un incremento del 153% per fatti di concussione. Rispetto a queste condotte illecite individuali, le pubbliche amministrazioni troppo spesso non attivano i necessari «anticorpi interni». È la  denuncia del procuratore generale e del presidente della Corte dei Conti, Mario Ristuccia e Tullio Lazzaro, in occasione della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano, dei presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani, dei ministri Alfano e Matteoli e del sottosegretario Gianni Letta». Altri dati: «il ministero dell’Interno, i comandi dei carabinieri e della Gdf, nel periodo gennaio-novembre 2009, hanno denunciato 221 reati di corruzione, 219 di concussione e 1.714 reati di abuso di ufficio, con un vertiginoso incremento rispetto all’anno precedente. È poi assai grave – aggiunge il presidente Lazzaro la mancanza di «anticorpi» nella Pa contro le condotte illecite individuali che causano «offuscamento dell’immagine dello Stato e flessione della fiducia che la collettività ripone nelle amministrazioni e nelle stesse istituzioni del Paese». Un passaggio è stato dedicato anche alla Protezione civile: «Ci dovrebbe essere un controllo reale, che servirebbe a far funzionare meglio la stessa Protezione civile. Se non c’è controllo si può dire qualsiasi cosa. Invece più si allarga l’area del controllo più si restringe il campo del giudizio penale» ha detto il presidente Lazzaro, precisando in particolare che sui lavori del G8 alla Maddalena «era stato richiesto il controllo della Corte dei Conti su due soli contratti iniziali». Dalla relazione del procuratore generale emerge che è la Toscana – dove in sede penale la procura di Firenze sta indagando sugli appalti del G8 – in testa alla classifica delle regioni in cui la Corte dei Conti ha emesso il maggior numero di citazioni in giudizio per danno erariale: sono 21 (su un totale nazionale di 92), a seguire ci sono Lombardia (18), Puglia (11), Sicilia (10), Umbria (7), Piemonte (7), Trento (5), Calabria (4), Lazio (3), Abruzzo (2), Emilia Romagna (2), Friuli Venezia Giulia (1), Liguria (1). “L’Italia delle piccole e grandi tangenti” è il focus di oggi. Il CORRIERE racconta «otto storie di corruzione, tra le tante che si consumano nei luoghi pubblici». Scrive Marco Imarisio che ha curato l’inchiesta: «La selezione non è stata difficile, tutt’altro. Di materiale su cui lavorare ce ne era parecchio. Negli ultimi due mesi le storie di ordinaria corruzione italiana sono state 48, almeno quelle emerse».

 LA REPUBBLICA dedica all’allarme della Corte dei conti due pagine, la 10 e la 11. Riferisce Roberto Petrini: le denunce di corruzione sono  aumentate del 229%, quelle per concussioni del 153. Il tutto costa allo stato circa 70 milioni. La corruzione, ha detto il presidente della Corte, Tullio Lazzaro, è un «tumore maligno… una patologia grave». Manca l’etica, ma mancano anche gli anticorpi. Di più: secondo il procuratore generale Mario Ristuccia sono emerse norme che hanno provocato un «oggettivo ridimensionamento dell’iniziativa del pm contabile» (il decreto anticrisi ha di recente stabilito che i procuratori della Corte dei conti non potranno più fare indagini a 360 gradi ma dovranno muoversi solo su «specifiche e concrete notizie di reato»).  In appoggio un dossier su “L’Italia degli sprechi in mille condanne”. Sprechi, corruzione attraversano tutti i comparti: si va dalle opere avviate e lasciate incompiute alle spese inutili, dai prodotti di macrofinanza che molti comuni hanno sottoscritto nemmeno comprendendoli, alle consulenze esterne che  continuano. Non c’è solo la corruzione, insomma. Anche il non rispetto della legge. Ad esempio di quella che prevede che il 50% delle risorse derivanti da multe sia destinato alla sicurezza stradale. Una norma elusa da moltissime amministrazioni. Un grafico informa la distribuzione dei danni erariali (in testa Toscana, con 21 citazioni in giudizio; al secondo posto la Lombardia, con 18) e gli importi delle condanne. Colpisce il fatto che nonostante l’aumento delle denunce (+229%) dal 2008 al 2009 la differenza degli importi non sia così alta: si passa da 224,9 milioni nel 2008 ai 2461,1 del 2009.

IL GIORNALE tratta dell’annuncio della Corte dei Conti nell’ottava pagina dedicata all’inchiesta sulla protezione civile. Scrive De Francesco: «Il presidente Tullio Lazzaro non si è prestato alle strumentalizzazioni politiche dell’inchiesta sul G8 della Maddalena, ma ha censito l’escalation di corruzione e concussione nel settore pubblico. Il ministero dell’interno, Carabinieri e Finanza  da gennaio a novembre 2009 hanno denunciato 221 reati di corruzione contro la Pubblica amministrazione e 219 reati di concussione e 1714 reati di abuso d’ufficio. Emerge un aumento delle denunce per fatti di corruzione e concussione accertati nel 2009 rispettivamente del +229% e del +153% rispetto al 2008. Sarebbe semplicistico etichettare politicamente un vizio tutto italiano che macchia  l’onore di destra e sinistra. Per Lazzaro è il potere legislativo a doversi assumere l’onore di emanare provvedimenti che vadano nella direzione di una maggiore trasparenza. Il poter giudiziario non può e non deve  svolgere alcuna funzione di supplenza perché, De Francesco riporta le parole di Lazzaro: «azioni di pubblici ministeri presso la Corte poste in essere con esorbitanza, oggettiva, del perimetro disegnato dalla legge, potrebbero ingenerare in amministratori e  funzionari timori ingiustificati di subire condanne». I magistrati di Firenze che hanno avviato l’inchiesta sul G8 alla Maddalena hanno iscritto nel registro degli indagati anche il nome di un magistrato, Achille Toro,  procuratore aggiunto a Roma per rivelazione di segreti investigativi. IL GIORNALE  mette in evidenza il caso con il titolo “Rotola la prima testa: si dimette il pm Toro” Già accusato per lo stesso reato nell’affaire Unipol e che si era riciclato come capo di gabinetto del ministero comunista Bianchi con il governo Prodi. IL GIORNALE  continua a fare il controcanto rispetto all’inchiesta dei pm di Firenze e oggi racconta della cricca Veltroni con i legami fra l’architetto Desideri e  l’ex segretario del Pd.

Colonna a pagina 5 de IL MANIFESTO dedicata alle osservazioni fatte dalla Corte dei conti. Roberto Tesi, autore dell’articolo, elenca cifre e riflessioni riportate ieri dal procuratore generale della Corte dei Conti, Mario Ristuccia, e dal presidente dei magistrati contabili, Tullio Lazzaro. La morale? Da quel 17 febbraio del 1992 in cui l’arresto Mario Chiesa sembrava aver dato vita a una nuova stagione politica in Italia, in realtà, non è cambiato nulla. Anzi. Prendendo in considerazione solo il 2009 le denunce di corruzione sono aumentate del 229 per cento rispetto al 2008, del 153 per cento quelle per concussione.

Alla questione dell’etica pubblica è dedicato un editoriale non firmato in prima del SOLE 24 ORE, quindi attribuibile alla direzione. Il titolo “Lo smog dei clan e l’aria pulita del mercato”: «Chi non rinuncia a dirsi garantista, scelta che non è affidata a variabili filosofie personali, ma è a tutti noi imposta dalla Costituzione, non può non guardare con amarezza al reticolo di amicizie, fratellanze, consorterie, reciproci favori, ammiccamenti, che prova a inquinare il nostro libero mercato. Ieri su questa pagina Giovanni Bazoli ragionava dei limiti e delle virtù di un mercato governato dal merito: il nuovo rischio è che quelle virtù e quei limiti, insieme, vengano travolti e negati da un sistema dove non vincono l’appalto più innovativo e tecnologico, l’azienda più capace di economia di scala e rapidità, il progettista più elegante e razionale, le maestranze più affidabili e pratiche. No, tutto si rincorre tra Leporelli servili, Capitan Fracassa roboanti, avidi Pantalone che mettono alle corde etica e sana economia. I moralisti potranno dare la colpa al “particulare” di Guicciardini, i settari all’opposta setta politica. La verità è che – nel vivo di una aspra crisi economica e finanziaria, con il paese che cresce poco e male – se ogni iniziativa pubblica finisce prigioniera di un’emergenza continua e blindata, ostaggio di una casta che odia, teme e ostacola la libera concorrenza degli imprenditori onesti, allora son guai per tutti. In attesa che le responsabilità dei singoli, incluso Bertolaso, vengano esaminate, è indispensabile che l’aria cambi, e il governo, l’opposizione e l’intera classe dirigente devono contribuire a mutarla liberandosi delle mele marce. Non è in gioco un affare, una lobby, un interesse privato. È interesse nazionale che, da lontano, o da vicinissimo, l’Italia non sia quel paese che sembra essere nelle intercettazioni». Anche Il Punto di Stefano Folli è dedicato al tema corruzione, a pagina 6: “La «zona grigia» avvolge tutti: destra e sinistra, centro ed enti locali”: «Si dirà che il più era noto e che tutto nasce – come scrivono alcuni osservatori, da Pasquino a Galli della Loggia – dallo scadente senso civico degli italiani. Ma se questo è vero, oggi i responsabili politici non hanno più alibi. L’effetto congiunto dell’indagine sulla Protezione civile e della relazione della Corte dei conti è devastante. Non tutto dipenderà dalla politica, ma è alla politica che tocca dare una risposta al malaffare. Anche perché il sistema della corruzione pone interrogativi politici che riguardano tutti, chi governa e chi si oppone. (…) Sia la relazione contabile sia l’inchiesta sulla Protezione civile dimostrano che la «zona grigia» si va allargando e di sicuro il fenomeno non riguarda solo il centrodestra. È un luogo comune che la «questione morale» costituisca una sorta di patrimonio della sinistra. E come tale sia un argomento privilegiato da usare a mo’ di clava contro Berlusconi e il suo potere. Ma i fatti dimostrano che la realtà è più complessa. La tendenza alla corruzione è davvero «bipartisan», anche quando non configura veri reati, ma si limita a definire un insieme di comportamenti oscuri al di là delle regole. Al centro e negli enti locali, anche dove il centrosinistra amministra. Che si tratti di una nuova Tangentopoli nessuno può ancora dirlo. Ma in questi giorni, diciotto anni dopo l’avvio dell’urgano milanese, le forze politiche sembrano attonite e impotenti. Ci si rifugia nelle solite polemiche contrapposte di piccolo cabotaggio. Quando invece il vuoto di idee e di progetti in cui prospera la corruzione avrebbe dovuto imporre da tempo responsabilità comuni ai due schieramenti. Ma siamo in campagna elettorale e quasi nessuno si sbilancia. Di fatto però la vicenda toglie credibilità alla politica. E dimostra che la fantomatica Seconda Repubblica non ha mai preso forma». 

“Corruzione senza anticorpi” è l’apertura di AVVENIRE, con un occhiello che subito precisa «nel 2009 denunce aumentate del 229%». Ciò che spaventa la Corte dei Conti, che parla di «tumore», è la «rete capillare» di «piccoli episodi», che rivelano un «costume radicato», di fronte a cui gli organi dello Stato «troppo spesso» non attivano «i necessari anticorpi interni». A piede un’intervista ad Antonello Montante, numero due di Confindustria Sicilia con delega nazionale per la legalità: «una regolata bisogna darla», dice. E annuncia espulsione da Confindustria per chi ha una condanna definitiva per corruzione o concussione. Un editoriale di Antonio Maria Mira ripercorre gli allarmi corruzione lanciati dalla Corte dei conti negli anni e i «tentativi naufragati» del passato di fare qualcosa contro la mazzetta: due comitati di saggi nel 1996 (Violante e Prodi)  da cui nacque la Commissione parlamentare anticorruzione che presentò una decina di proposte di legge con esito «praticamente nullo».

“Corruzione, cancro italiano”: LA STAMPA apre con un primo piano a pagina 2 e 3 sulla denuncia del presidente della Corte dei Conti. «Proprio nei giorni in cui impazza il caso G8-Bertolaso» scrive Paolo Baroni da Roma «la Corta dei Conti stila la classifica delle regioni dove corruzione e reati contro la pubblica amministrazione sono più diffusi». In entrambe le classifiche svetta la Toscana. LA STAMPA passa in rassegna i diversi ambiti nei quali la Corte rileva corruzione, lavori lasciati a metà o inutili, abusi, dalle grandi opere incompiute alla sanità, dai disastri ambientali e abusi edilizi agli incarichi a consulenti ingiustificati e cresciuti a dismisura nelle pubbliche amministrazioni. “Sospetti anche sui Nuovi Uffizi”, in un articolo LA STAMPA scrive che l’inchiesta di Firenze sta cercando di far luce sull’attività di Angelo De Santis, uno degli arrestati. Il sospetto è che avrebbe favorito appalti per i Nuovi Uffizi e Villa Salviati, sede degli archivi storici dell’Università europea.

E inoltre sui giornali di oggi:

EUTANASIA
LA REPUBBLICA – “Che pensiamo di un uomo che uccide per amore” è il titolo del commento che Adriano Sofri dedica alla vicenda di Ray Gosling, giornalista 71enne che ha ammesso di aver soffocato con il cuscino, molti anni fa, il suo compagno estremamente sofferente e senza speranza perché malato terminale di Aids. Dopo aver ricordato una serie di casi inglesi in cui i giudici hanno via via deciso in modo differente, Sofri conclude: «ci si illude di una norma assoluta che provenga da un comandamento religioso o da una legge secolare. Ma si muore soli, e soli, alla fine, si decide. Il suicidio assistito, quando non diventi schermo dell’infame proposito di sbarazzarsi di un’esistenza altrui sentita troppo molesta, è l’attenuazione di quella irriducibile solitudine».

IL GIORNALE – Sul caso Gosling due commenti. Oltre a quello di Alessandro Meluzzi che scrive «penso con raccapriccio a una procura che istruisce esecuzioni programmate per tutti malati terminali» e che «abominevole che possa essere un tribunale a decidere quale vita sia degna di essere vissuta», IL GIORNALE pubblica l’intervento di Melania Rizzoli, medico e parlamentare PDL che commenta: « Se un cavillo porta all’eutanasia è meglio non fare la legge» infatti un emendamento  autorizzerebbe la sospensione di idratazione e alimentazione in casi eccezionali. Ma così, dice la Rizzoli, si torna all’incertezza».

LA STAMPA – “Eutanasia, la star della Bbc in manette”. La confessione via tv di Ray Gosling, 70 anni, che ha detto di aver soffocato con un cuscino il compagno ammalato di Aids: «Avevamo un accordo, glielo avevo promesso» ha detto Gosling. «Quando l’ho visto soffrire in quel modo all’ospedale e mi hanno detto che era irreversibile, ho chiesto di lasciarci soli un momento e l’ho soffocato con il cuscino». Ieri mattina il celebre giornalista è stato arrestato con l’accusa di omicidio. La vicenda ha scatenato la dialettica fra le diverse posizioni in campo e le associazioni. Il direttore di “Care not killing” Peter Saunders è convinto che il suicidio assistito debba restare illegale. Dall’altra parte Jo Cartwright, portavoce dell’associazione “Dignity in Dying” insiste sull’urgenza di «una nuova legge per tutelare chi vuole una maggiore scelta al termine della propria vita e gli altri vulnerabili alle coercizioni».

AVVENIRE – Anche oggi lancio in prima per l’arresto di Ray Gosling, presentatore della Bbc che lunedì, davanti alle telecamere, ha confessato di aver soffocato il suo compagno malato di Aids, in forza di un patto tra i due. Molto commento, affidato a Peter Sauders, del gruppo Care not Killing: «questo caso non riguarda nemmeno più il suicidio assistito, è puro omicidio».

PROTEZIONE CIVILE
CORRIERE DELLA SERA – Via Solferino in apertura punta sulle dimissioni di Toro. ll procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, si è dimesso dalla magistratura. Toro è indagato per rivelazione del segreto d’ufficio in concorso con il figlio Camillo (indagato anche per favoreggiamento) nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Firenze sui presunti illeciti legati ai cosiddetti «Grandi eventi» (mondiali di nuoto 2009, G8 alla Maddalena, celebrazioni per i 150 dell’Unità d’Italia), che vede coinvolto anche il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso». La ragione dell’iscrizione di Toro nel registro degli indagati sarebbe una informazione passata a uno degli imprenditori sotto indagine dal figlio del magistrato.  In una lettera inviata al Csm e, per conoscenza, al ministro della Giustizia e al Procuratore capo di Roma, Giovanni Ferrara, Toro scrive che «volendo essere libero di difendere l’onorabilità mia e di mio figlio in ogni sede, e nel contempo decidendo di eliminare ogni ragione di imbarazzo dall’ambiente di lavoro, con grande rammarico ma con animo sereno dichiaro di volermi dimettere con effetto immediato dall’ordine giudiziario». Fra le carte dell’inchiesta intanto spunta anche il nome di Piero Marrazzo. Ne parla Fiorenza Sarzanini a pag 6 in “Amicizie e favori anche per il cinema. E spunta Marrazzo”: «L’obiettivo principale erano gli appalti pubblici, ma i componenti della «combriccola» avevano buone entrature anche in altri enti. E una corsia preferenziale Angelo Balducci e Diego Anemone —il funzionario delegato alla gestione Grandi Eventi e l’imprenditore romano finiti in carcere per corruzione — erano riusciti a imboccarla nel settore cinema del ministero dei Beni culturali. Referente era Gaetano Blandini con il quale entrambi mostrano di avere un rapporto stretto. Un legame che, nell’informativa consegnata ai magistrati di Firenze, i carabinieri mettono in relazione alla «società Erretifilm della quale Rosanna Thau e Vanessa Pascucci detengono insieme il 75 per cento». Nuovi personaggi emergono dalle carte depositate dai giudici. Anche l’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo che—assicura un imprenditore—«c’abbiamo parlato e, di concerto con il Comune, sta facendo arrivare la concessione». Il suo interlocutore è Riccardo Fusi, il patron dell’azienda toscana Btp». 

LA STAMPA – Sul caso Bertolaso, LA STAMPA pubblica stralci della sua lettera e le reazioni del mondo politico e un reportage fra “gli uomini dell’emergenza”: la Protezione civile è una organizzazione che poggia su 3992 associazioni e 800mila iscritti, una sorta di piramide che ha al suo vertice il capo supremo Bertolaso, in carica dal 2001. «Molti dubbi e la voglia di continuare» è il sentimento che il cronista riscontra tra i volontari e gli addetti della protezione civile.

MANIFESTO – E’ lo stesso Gabriele Polo, direttore del quotidiano, a firmare un editoriale in cui si legano le recenti dichiarazioni della Corte dei Conti sul livello di corruzione nella pubblica amministrazione e il caso “Bertolaso”. A cui IL MANIFESTO dedica due pagina, la 4 e la 5. Le conclusioni sono sempre quelle: da Tangentopoli ad oggi non è cambiato niente, anzi, semmai è peggiorato. A riprova, le pagine interne dedicate all’affaire approfondiscono i diversi filoni dell’inchiesta: Eleonora Martini chiarisce la posizione del governo, deciso ad andare avanti chiedendo per oggi la fiducia sul decreto che sancisce la trasformazione della Protezione civile e la nomina a sottosegretario di Guido Bertolaso, e illustra le critiche delle opposizioni all’arroganza con cui il governo intende blindare la norma in parlamento. Segue la ricostruzione di Sara Menafra dei collegamenti fra imprenditori e Denis Verdini, coordinatore pdl,  nell’ambito degli appalti post terremoto. E infine un interessante intervento di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone (associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”), il quale denuncia come il “modello Bertolaso” è stato di fatto applicato anche alle carceri, dove Franco Ionta, capo dell’amministrazione penitenziaria e da un anno commissario straordinario dell’edilizia penitenziaria – a detta di Gonnella – può decidere in deroga alle norme vigenti, riducendo così la trasparenza e il controllo necessari per mantenere standard adeguati al piano carceri.

LA REPUBBLICA – Molte pagine anche oggi destinate all’inchiesta sulla Protezione civile. Altre intercettazioni, le dimissioni del giudice Toro e la smentita a Letta (che aveva detto che gli imprenditori intercettati mentre gioivano del terremoto non avevano avute commesse). Dal punto di vista politico, il retroscena di Claudio Tito racconta la rabbia del dottor Letta e la posizione del premier: «Letta è imprescindibile. Se cade lui, cade tutto… Se vogliono colpire lui vogliono colpire tutti. Anche quelli della sinistra. Se davvero stanno così le cose, vogliono fare fuori un’intera classe dirigente».

ITALIA OGGI – “Alluvione? Decide Bertolaso“. Il Governo ha deciso che la Protezione Civile deciderà quali interventi effettuare sul territorio per evitare nuovi disastri provocati dalle alluvioni. In parole concrete, la Protezione Civile gestirà «la parte relative alla programmazione degli interventi di allertamento nazionale, statale e regionale, per il rischio idraulico». Settimana prossima, in Consiglio dei Ministri la decisione finale. Su questo nuovo schema che è già stato licenziato in sede di preconsiglio. 

AVVENIRE – L’autodifesa di Bertolaso in prima pagina, con la parola “fango” ripetuta per ben 13 volte nella lettera aperta. Critiche dall’opposizione: la Finocchiaro ha detto che «più che alluvionato Bertolaso sembra esondante» mentre Bressa ha chiesto di cancellare la lettera dal sito per correttezza istituzionale. 

INQUINAMENTO
LA STAMPA – “Il 28 febbraio l’Italia del Nord ferma le auto”. Il più grande provvedimento ecologico della storia del dopoguerra andrà in scena nel Nord dell’Italia domenica 28 febbraio: stop alle auto in tutta la pianura padana. I sindaci di Milano e Torino dicono all’unisono:  la situazione è insostenibile, i livelli di smog nell’aria sono troppo alti. “L’aria di Milano è fuorilegge per l’Ue” titola un altro articolo su LA STAMPA: sono stati superati tutti i limiti sulle polveri sottili.

NUCLEARE
IL SOLE 24 ORE – Il quotidiano di Confindustria continua nella sua campagna pro-atomo. Una paginata intera, la 8, con un titolo abbastanza inequivocabile: “Il mondo rilancia il nucleare”, partendo dall’annuncio di Obama di ieri. Il pezzo di Rendina entra nel dettaglio scientifico, con le caratteristiche del nucleare di terza generazione (quello che dovrebbe partire in Italia), come l’Epr della francese Areva, «che prevede sofisticati meccanismi di sicurezza». D’appoggio una mappa dei progetti in corso nel mondo. Che però, a leggerla bene, non giustifica l’entusiasmo del titolo. I paesi che hanno impianti in costruzione sono pochi, rispetto al numero di centrali già esistenti. In Europa praticamente nessuno a parte Slovacchia e Finlandia, negli Usa 3. Certo Cina, India e Pakistan stanno accelerando. E poi ci sono una serie di paesi genericamente “Interessati a costruire centrali”: Egitto, Kazakhstan, Marocco… D’appoggio un pezzo sui riformisti del Pd favorevoli al nucleare come Nicola Rossi, Umberto Ranieri, Matteo Colaninno, Michele Salvati…

CINEMA
IL SOLE 24 ORE – Il SOLE, nella nuova pagina di cultura quotidiana, segnala il film di Pietro Marcello, La Bocca del lupo, ambientato a Genova, con una storia d’amore tra un ex detenuto e una trans, un interessante mix tra documentario e fiction. E chi lo produce? I gesuiti della Fondazione San Marcellino.

TRAPIANTI
CORRIERE DELLA SERA– A pag 20 la storia di tre persone, due lombardi e una piemontese, «che hanno chiesto di poter cedere gratuitamente i reni mettendoli a disposizione della comunità. Dunque non per un familiare, scambio già ammesso dalla nostra legge e più volte praticato». Mentre Giuseppe Remuzzi sottolinea che “Negli Stati Uniti lo si può già fare” «il cattolico Francesco D’Agostino si dice contrario perché implica una grave lesione del corpo ed esiste il dovere di tutela della salute». Perplessa anche il sottosegretario Eugenia Roccella: «La nostra idea di base è che il corpo non è un bene a disposizione e quindi non può essere regalato». Nanni Costa, direttore del centro nazionale trapianti, prevede che la decisione del gruppo di esperti arriverà tra qualche settimana».

CREATIVITA’
ITALIA OGGI – Il giornale dei professionisti propone un’interessante analisi sui processi di innovazione. Secondo il pezzo “La creatività è nei paesi emergenti”, stanno aumentando le multinazionali occidentali a caccia di creatività nei paesi emergenti per realizzare prodotti innovativi. «Asia, Europa dell’Est» scrive ITALIA OGGI «qui non ci si limita più a utilizzare manodopera locale per risparmiare sui costi di produzione, ma si è ormai arrivati a delegare la creatività per oggetti che avranno successo sul mercato». Come si evince dall’articolo è il contesto che fa la differenza. La General Electric e la Renault, sono in prima fila.

AFRICA
AVVENIRE – Crescono ruolo e ambizioni delle forze di peacekeeping locali, nonostante i pochi fondi: così «l’Africa prova a darsi pace». In effetti 4 caschi blu su 10 sono in Africa, con una domanda aumentata del 400% in dieci anni: ma fra i 90mila schierati, 35mila sono autoctoni e vengono soprattutto da Camerun, Ghana, Nigeria e Senegal.Proprio la Nigeria fa da perno per il nuovo protagonismo: finanzia il 15% del bilancio Ua ed è sede dello stato maggiore della nuova brigata regionale dell’Ua, la Ecowas standby force. 
 
FORMAZIONE
ITALIA OGGI – “Sulla formazione si cambia”. E’ stato siglato l’accordo tra governo, regioni e parti sociali sulle linee guida in merito alla formazione lavoro che Sacconi aveva proposto il 25 dicembre scorso. Sul piatto ci sono 2,5 milioni di euro per il 2010 con cui valorizzare la preparazione professionale degli disoccupati, dei lavoratori in mobilità e dei cassaintegrati. A parte l’istituzione di una cabina di regia nazionale per una ricognizione reale di esperienze utili alle imprese, «la formazione dovrà avvenire attraverso un metodo di apprendimento per competenze  al posto di quello per discipline separate».

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