Sostenibilità
Corrado Oddi: «Ignora l’esito del referendum sull’acqua»
Ad infiammare gli animi è l'articolo 4 del provvedimento «che ripropone pari pari il 23 bis che i cittadini italiani hanno abrogato con il voto» ha commentato il membro del Forum italiano dei movimenti per l'acqua
di Redazione
Nessun investimento ne’ politiche di ripubblicizzazione, a fronte di tariffe che continuano ad aumentare. Questo sarebbe, secondo il Forum italiano dei movimenti per l’acqua, il panorama attuale del servizio idrico nazionale, a quasi tre mesi dai referendum abrogativi del 12 e 13 giugno scorsi. In piu’, la manovra economica riporta in primo piano la questione, con il Comitato “2 si’ per l’acqua bene comune” e il Forum di nuovo sul piede di guerra, pronti a scioperare domani, a organizzare presidi in tutta Italia per il 7 settembre e una grande manifestazione nazionale a ottobre.
Ad infiammare gli animi e’ l’articolo 4 della manovra “che ripropone pari pari il 23 bis che i cittadini italiani hanno abrogato con il referendum – dichiara all’Adnkronos l’economista Corrado Oddi, membro del Comitato e del Forum – in questo modo non solo non si presta attenzione al risultato del referendum, ma si arriva a contraddirne l’esito”. L’articolo in questione prevede la privatizzazione dei servizi pubblici locali, con esclusione del servizio idrico, entro marzo “riproponendo di fatto l’articolo abrogato”, specifica Oddi, facendo riferimento al primo quesito referendario relativo alle norme che consentivano di affidare la gestione dei servizi pubblici locali a operatori economici privati.
“All’indomani del referendum – spiega Oddi – sarebbe dovuto iniziare un percorso nella direzione della ripubblicizzazione del servizio idrico, mentre di fatto continuano i processi di privatizzazione. Chiederemo che le regioni impugnino la norma davanti alla Corte Costituzionale e, nel frattempo, stiamo valutando, insieme con i giuristi che ci hanno seguito finora, la possibilita’ che lo stesso Comitato sollevi il ricorso per la palese smentita dell’esito referendario”. “Allo stesso tempo – aggiunge – a livello regionale chiederemo agli Ato di togliere il 7% di remunerazione del capitale da tutte le tariffe, costruendo su questo vertenze territoriali”, aggiunge. La questione, quindi, e’ come garantire la qualita’ del servizio idrico e far fronte alle spese ingenti che questo richiede, senza ricorerre alla privatizzazione. La risposta, secondo Oddi, e’ gia’ contenuta nella proposta di legge ”Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico” presentata a luglio 2007 con oltre 400mila firme e “che giace tuttora non discussa alla commissione Ambiente. La riproporremo perche’ ad oggi da una parte non si fanno investimenti, dall’altra le tariffe continuano ad aumentare”.
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