Volontariato

Corpo europeo di solidarietà, tre proposte per facilitare l’accesso ai giovani

A cinque anni dalla stabilizzazione del programma un convegno internazionale in Montenegro prova a tirare le fila e individuare le sfide per il futuro. Dal 2021 il programma ha coinvolto circa 330mila giovani in 3.500 progetti con 2.400 organizzazioni creando 40mila opportunità di volontariato

di Nicolò Triacca

Facilitare l’accesso dei giovani alle esperienze di volontariato del Corpo europeo di solidarietà, ascoltando di più i loro bisogni, trovando soluzioni per le barriere burocratiche – come nel caso dei visti per chi proviene da Paesi non aderenti allo spazio Schengen – e promuovendo progetti che siano sempre più inclusivi e aperti anche ai giovani con disabilità, o in condizione di fragilità. 

Sono queste, in sintesi, alcune delle proposte emerse dall’ultima Conferenza europea sul volontariato, che si è tenuta dal 4 al 6 ottobre scorsi a Podgorica in Montenegro e che ha visto la partecipazione anche di CSVnet, come componente della delegazione del Centro europeo del volontariato che ha portato il contributo e l’esperienza dei Csv impegnati nei progetti di volontariato giovanile europeo. 

La rete europea

A promuoverla una rete di 14 Agenzie nazionali Erasmus+ Gioventù e due dei sette centri Salto (acronimo di Support, advanced learning and training opportunities for youth) che sono dei centri europei che offrono supporto e formazione a chi lavora con i giovani. La conferenza rientra nel progetto Snac 2022-2027 Volunteering (Strategic National Agencies Cooperation 2022–2027 Volunteering ) nato con l’obiettivo di rafforzare il programma del Corpo europeo di solidarietà e il volontariato in generale. 

Più di cento partecipanti, provenienti dal mondo dell’associazionismo giovanile, delle organizzazioni delle società civile europea, della ricerca sociale e delle Agenzie nazionali Erasmus per la gioventù, si sono trovati per riflettere sullo stato dell’arte del programma Corpo europeo di solidarietà a sette anni dalla sua istituzione.

Il Corpo europeo di solidarietà

Il Corpo europeo di solidarietà è il programma dell’Ue nato nel 2016 che offre ai giovani opportunità di volontariato nel proprio Paese o all’estero, nell’ambito di progetti destinati ad aiutare comunità o popolazioni in Europa. L’obiettivo del Corpo europeo è di promuovere la solidarietà nella società europea coinvolgendo ragazze, ragazzi e organizzazioni in attività accessibili e di alta qualità. Partito con un primo stanziamento triennale nel 2018 (con oltre 375milioni di euro) il Parlamento europeo ha definitivamente adottato il programma del Corpo europeo di solidarietà nel 2021 con una dotazione complessiva di oltre 1 miliardo di euro da impiegare fino al 2027.

Favorire la mobilità dei giovani nella Ue

Tra le principali richieste emerse dalla Conferenza la prima è di sostenere l’attuazione della Raccomandazione del Consiglio sulla mobilità dei giovani volontari nell’Unione europea; attivare uno spazio volto a favorire un maggiore scambio e possibilità di connessione tra i diversi attori del programma; accelerare i tempi per la valutazione intermedia del programma e per la definizione delle nuove attività da realizzare.

Sembra infatti imminente il lancio da parte della Commissione europea di una consultazione pubblica per valutare a livello qualitativo l’andamento del Corpo europeo di solidarietà; si tratterebbe di un primo passo volto a confermare il proseguimento del programma per il prossimo settennato (2028-2035). 

330mila giovani coinvolti

I dati disponibili parlano chiaro sul successo che il Corpo europeo ha riscontrato fino ad oggi: secondo la Commissione europea dal 2021 il programma ha coinvolto circa 330mila giovani in 3.500 progetti con 2.400 organizzazioni creando 40mila opportunità di volontariato. Il 35 per cento dei partecipanti appartiene a categorie svantaggiate. Il programma continuerà fino al 2027 e per l’intero settennato con uno stanziamento, secondo quanto riportato dalla Commissione europea, di circa 145 milioni di euro all’anno. 

Un momento della conferenza a Podgorica in Montenegro

I partecipanti hanno lavorato per un’intera giornata sui dieci punti della Raccomandazione del Consiglio sulla mobilità dei giovani, con particolare riferimento alla necessità di garantire un’adeguata copertura sanitaria e procedure efficaci per assistere i volontari in caso di emergenza o crisi; migliorare la qualità delle opportunità di volontariato offerte attraverso i progetti e sostenendo soprattutto quelli che si occupano di clima e difesa dell’ambiente; utilizzare strumenti adeguati per un effettivo riconoscimento a livello europeo delle competenze acquisite con l’attività volontaria; garantire a tutti di accedere alle opportunità di volontariato compresi i giovani con minori opportunità anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie e del digitale.

Legata al dibattito della conferenza la presentazione di una pubblicazione  dal titolo “Better conditions for youth volunteers” realizzata da Salto (che sarà online a breve) che contiene ulteriori tre proposte concrete per potenziare ulteriormente il Corpo europeo e consentire una concreta attuazione della Raccomandazione UE. 

Tre proposte concrete

La prima è legata alla definizione di uno status giuridico di volontario che sia riconosciuto a livello europeo in modo da fare chiarezza su diritti e doveri dei volontari.

La seconda proposta riguarda il potenziamento del “marchio di qualitàvoluto dalla Ue per certificare standard minimi di qualità applicati dalle organizzazioni che partecipano al programma. Tra questi standard il documento sottolinea particolare attenzione alla salute mentale dei volontari che operano nei progetti – anche a seguito degli effetti riscontrati in ambito giovanile dopo l’emergenza sanitaria da Covid – 19 – attenzione alla corretta distinzione fra lavoro e attività solidaristica di chi opera nei progetti e un riconoscimento sempre più universale delle competenze acquisite con il volontariato.

La terza proposta riguarda infine l’implementazione di percorsi e momenti di scambio fra le organizzazioni al fine di condividere buone pratiche, fare rete e implementare strumenti e opportunità anche a vantaggio dei volontari.

Le immagini sono di Nicolò Triacca-CSVnet

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