Mondo

Corno d’Africa: piu’ di una strage, peggio di una guerra

Migliaia di morti, aiuti insufficienti, milioni di persone a rischio. L’Albero della Vita si sta mobilitando per intervenire in Corno d’Africa.

di L'Albero della Vita Onlus

Si aggrava di giorno in giorno la situazione del Corno d’Africa, martoriato dalla siccità e dalla peggiore carestia degli ultimi 60 anni. Sono 13 milioni le persone colpite, secondo gli ultimi dati diffusi dal Programma Alimentare Mondiale. Secondo il Dipartimento delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (Ocha), molto presto la crisi potrebbe allargarsi oltre i confini di Somalia, Kenya, Etiopia e Gibuti, coinvolgendo anche Uganda e Sud Sudan.

Centinaia di migliaia di sfollati, principalmente contadini che hanno perso tutto, marciano per giorni in direzione dei campi profughi che ormai non sono più in grado di accogliere tutti.
Molti non ce la fanno, chi arriva è stremato. Intere famiglie in fuga non solo da carestia, siccità, fame, ma anche alla ricerca di un posto sicuro che li protegga dalla ferocia di banditi e degli Shabab, miliziani vicini ad Al Qaeda che controllano e terrorizzano alcune aree della Somalia e impediscono la distribuzione degli aiuti.

Il campo di Dadaab, in Kenya, ha raggiunto il triste primato del campo più grande o, per meglio dire, più affollato al mondo: 400.000 ospiti contro una capienza massima di 90.000, senza contare i migliaia che si accampano fuori, nella disperata attesa di cibo, acqua, sicurezza. Circa 1.000 i nuovi arrivi ogni giorno.
Manca cibo e acqua per tutti. La necessità di sopravvivere spinge molti a vendere il poco cibo disponibile per comprare acqua, obbliga le madri a scegliere quali figli nutrire e quali lasciare al loro destino.

Una carestia senza precedenti che l’Unicef ha definito “la carestia dei bambini”, le principali vittime di questa tragedia: oltre 2 milioni di bambini sono in stato di malnutrizione acuta.
“Arrivano bambini talmente deboli e malnutriti che hanno davvero poche possibilità di cavarsela, neppure il 40% delle probabilità” – ha dichiarato Josette Sheeran, Direttore Generale del Programma Alimentare Mondiale. Secondo l’ONU sono 29.000 i bambini sotto i 5 anni morti di fame solo in Somalia negli ultimi 90 giorni.

Finora sono stati raccolti un miliardo di dollari ma ne servirebbero ancora almeno 400 milioni e l’aiuto di imprese e di privati, spiega Valeria Amos, responsabile di Ocha. Il solo costo per il trasporto di cibo e medicinali è insostenibile: un volo di un jet-cargo da Parigi a Nairobi costa 350.000 dollari per trasportare 100 tonnellate di alimenti, più o meno quanto il prezzo degli alimenti stessi. Per questo motivo UNICEF ha lanciato un appello alle compagnie aeree, affinché offrano voli gratuiti o scontati.

L’Albero della Vita ha avviato una raccolta fondi per un intervento di emergenza nella zona settentrionale del Kenya, una delle aree colpite dalla carestia.
Vista la nostra presenza nel paese per altri progetti e i contatti già attivati possiamo raggiungere i villaggi più sperduti e isolati del nord del paese e distribuire generi alimentari, attrezzature di base per alcuni dispensari e integratori per il trattamento dei bambini denutriti.

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