Famiglia

Cordoni ombelicali: chi lo manda all’estero è il doppio di chi lo dona

I dati presentati oggi dal Ministro Turco in risposta a un'interrogazione parlamentare di Donatella Poretti

di Sara De Carli

Il ministero della Salute ha risposto oggi ad un’interrogazione a risposta immediata presentata in Commissione Affari Sociali dall’onorevole Donatella Poretti. L’onorevole chiedeva il resoconto 2006-2007 sulla donazione del sangue del cordone ombelicale: quante donazioni per uso eterologo, quante per uso autologo (la legge prevede sia possibile solo per i nati che abbiano gia’ in patrimonio una malattia potenzialmente curabile dalle staminali del proprio cordone), quante autorizzazioni per la conservazione in banche estere, e la spesa finora sostenuta dal Servizio Sanitario Nazionale.

Ecco i dati forniti dal Ministro:
– 2.623 donazioni imbancate nel 2006 per uso eterologo a fini solidaristici (2.800 stimate per il 2007 fino a ottobre);
– 112 imbancate nel 2006 per uso autologo di soggetti gia’ con malattia ereditaria;
– 5.137 autorizzazioni per esportazioni nel 2006 in banche estere per uso autologo:
– 1.200,00 euro di spesa per ogni conservazione;
– 3.360.000,00 euro costo complessivo a carico del Ssn.

«I dati forniti sono lo specchio della sconfitta dello Stato in un ambito che, a livello mondiale, e’ ritenuto tra i piu’ importanti per la cura delle malattie ereditarie», dice la Poretti. «I numeri parlano da sé. Rispetto alle nascite (560.010 – Istat) solo lo 0,46% (2.623) decide di donare le staminali del cordone per uso eterologo (e non abbiamo dati di quanto questo accada per mancanza di volonta’ e/o informazione della partoriente piuttosto che per mancanza di strutture o inefficienza delle medesime). Mentre quasi l’1% (5.137, il doppio delle altre) decide di portare queste staminali in banche estere».

La Commissione Affari Sociali il 27 novembre ha dato parere favorevole all’emendamento alla finanziaria che prevede la possibilita’ della raccolta e della conservazione autologa anche presso strutture sanitarie italiane.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA