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Cordoni ombelicali: botta e risposta tra Sacconi e la Poretti

Ieri al question time il ministro ha spiegato le ragioni della proroga dell'ordinanza che vieta la conservazione autologa

di Sara De Carli

Il ministro Maurizio Sacconi ieri pomeriggio al Senato ha risposto a interrogazioni sulla conservazione autologa dei cordoni ombelicali e la proroga da lui decisa fino al 28 febbraio 2009 dell’ordinanza che ne vieta la conservazione pre uso autologo, nonostante nel decreto Milleproroghe fosse prevista entro il 30 giugno 2008 l’istituzione di banche private e l’introduzione della possibilità di conservare le staminali del cordone ombelicale con la formula “autologa-solidale”, ovvero dietro previa firma di consenso alla donazione in caso di richiesta.

 

Il Ministro ha motivato la sua decisione con i “deludenti risultati scientifici” circa l’uso autologo della staminali da cordone ombelicale e il “ritardo” delle strutture pubbliche a verificare le condizioni per costituire una rete di banche pubbliche e private destinate alla raccolta autologa. «La donazione del sangue da cordone ombelicale per il trapianto allogenico è una pratica clinica già consolidata, mentre appaiono deludenti i risultati scientifici circa l’uso autologo delle stesse cellule staminali, come dimostrano alcuni casi documentati negli Stati Uniti. Coerentemente con quanto previsto dalla consolidata normativa sul sangue, quindi, la conservazione autologa è consentita, ed è a carico del Servizio sanitario nazionale, solo nei casi di malattie effettivamente curabili attraverso le cellule staminali del cordone ombelicale proveniente da un familiare», ha detto il ministro.  «Tuttavia, affinché sia rispettata la libertà dei singoli, si è scelto di consentire, a carico del privato cittadino, il trasporto e la conservazione all’estero del cordone ombelicale per uso autologo. I ritardi nella realizzazione di strutture pubbliche adeguate alla raccolta delle cellule staminali hanno ostacolato la completa attuazione della legge n. 31 del 2008, che autorizza la conservazione autologa del cordone ombelicale da parte di strutture pubbliche e private autorizzate dalle Regioni, sentiti il Centro nazionale trapianti e il Centro nazionale sangue, senza oneri per il Servizio sanitario nazionale e previo consenso alla donazione per uso allogenico. Si è pertanto resa necessaria una proroga dell’ordinanza che vieta la conservazione per uso autologo in strutture private, per valutare, in accordo con le Regioni, la fattibilità della raccolta autologa e solidale allogenica dei cordoni ombelicali».

 

La senatrice Donatella Poretti ha replicato che la scelta del Governo ha motivazioni politiche e non semplicemente tecniche. La dott.ssa Irene Martini, direttore scientifico di SmartBank, la bio banca delle cellule staminali in serata in un comunicato ha replicato all’intervento di Sacconi: «Il Ministro Sacconi – ha detto – dovrebbe sapere che a livello internazionale un terzo dei trapianti avviene tra consanguinei, vale a dire a livello familiare. Dunque le evidenze scientifiche ci sono e come per sostenere che la conservazione privata ad uso familiare ha un suo indiscusso valore medico scientifico. Questo tralasciando considerazioni seppur importanti sul dato giuridico del diritto soggettivo a decidere cosa fare del cordone ombelicale e del suo prezioso contenuto biologico. Negli Stati Uniti, lo ricordo, dal 2007 si contano 10mila trapianti con una percentuale di successo del 63% per uso familiare e del 28% per uso eterologo».


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