Sostenibilità

copenhagen istruzioni per l’uso

di Redazione

Cop15, Unfccc, Ipcc: sigle oscure, che nascondono trattative sulle riduzioni dei gas serra, protocolli, obiettivi mai raggiunti. Vi guidiamo nei meandri della partita sul clima. Per seguire il vertice con gli strumenti giusti Copenhagen, capitale del mondo dal 7 al 18 dicembre. Tutti i leader riuniti per una sfida epocale. Che è fatta di numeri, obiettivi di tagli di emissioni. Ma anche di una selva di sigle, spesso di non facile decifrazione. Proviamo ad aiutarvi ad orientarvi meglio. Scoprirete che dietro le sigle si nascondono anche i contenuti. E quindi anche molta parte del destino del Pianeta.

UNFCCC
Partiamo da Unfccc. Si tratta della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (in inglese United Nations Framework Convention on Climate Change) ed è un trattato ambientale internazionale prodotto dalla Conferenza sull’Ambiente e sullo sviluppo delle Nazioni Unite (Unced – United Nations Conference on Environment and Development), conosciuta come Summit della Terra, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992. Il trattato, in origine, non poneva limiti obbligatori per le emissioni di gas serra alle nazioni individuali; era quindi legalmente non vincolante. Invece, esso includeva previsioni di aggiornamenti (denominati “protocolli”) che avrebbero posto i limiti obbligatori di emissioni. E qui arriva il famoso Protocollo di Kyoto, che è diventato molto più noto che la stessa Unfccc. Ad oggi, 192 Paesi hanno siglato la Convenzione: i Paesi dell’Ocse e le altre nazioni industrializzate, fra cui la Russia, a cui sono stati assegnati obiettivi di riduzione delle emissioni in base al Protocollo di Kyoto, e i Paesi in via di sviluppo, che al summit giapponese accettarono molte responsabilità, ma senza obiettivi vincolanti. Sono infine 49 i Paesi meno sviluppati, tenuti in particolare considerazione per la loro limitata capacità di far fronte ai cambiamenti climatici. Il trattato entrò in vigore il 24 marzo 1994. Da allora, le parti si sono incontrate annualmente nella Conferenza delle parti (Cop -Conference of Parties) per analizzare i progressi nell’affrontare il cambiamento climatico.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.