Politica

Copenhagen, in Finanziaria non c’è

La denuncia degli ambientalisti: l'Italia non ha le carte in regola

di Redazione

Nessun fondo e nessuno strumento strumento per la riduzione delle emissioni di Co2. Parte da qui la dura critica del mondo ambientalista alla Finanziaria del Governo Berlusconi, in corso di approvazione in questi giorni.

Attacca Angelo Bonelli, leader dei Verdi: «Mentre il mondo s’interroga su come affrontare l’emergenza climatica in atto, con la finanziaria vengono bloccati i fondi per la mobilità sostenibile, per i trasporti pubblici e quello per Kyoto e lo stesso Conto energia è a rischio». «Il nostro governo si presenta al summit dell’Onu con un biglietto da visita pessimo», aggiunge  Bonelli. «La Deutch Bank in un rapporto di alcuni giorni fa ha classificato l’Italia del sole all’ultimo posto per chi deve effettuare investimenti nel campo delle rinnovabili a causa dell’incertezza del quadro normativo e delle scelte politiche». Concorda Ermete Realacci (Pd): «Il nostro Governo boccia in Finanziaria tutte le misure a favore della green economy. Parliamo di misure importanti”, prosegue Realacci, ”capaci di tenere insieme il rilancio dell’economia e le questioni ambientali, come ad esempio il credito di imposta del 55% per l’efficienza energetica nell’edilizia, o gli incentivi per la rottamazione degli elettrodomestici piu’ energivori, o ancora dei fondi per il trasporto pubblico locale.

«Se non partiamo da questo», conclude Realacci, «dal rafforzare quei settori che concretamente possono dare un contributo al taglio delle emissioni di Co2 dell’Italia e al tempo stesso favorire l’economia, che possibilita’ abbiamo di essere credibili nelle sedi internazionali?’».

Il WWF denuncia (leggi qui il documento completo), dal canto suo, la scure sul bilancio del ministero dell’Ambiente: «È la stessa ministra Stefania Prestigiacomo a denunciare una situazione ancora più grave, dovuta ad un ulteriore ridimensionamento, che fa passare il bilancio del Ministero dai circa 1.700 milioni di euro garantiti dal governo Prodi, ai 1.265 garantiti quest’anno, ai 738 milioni circa del 2010, per arrivare ai 590 milioni del 2011», spiega Stefano Lenzi del WWF Italia.« Quindi con un dimezzamento in soli due anni e una riduzione dei 2/3 in tre anni. è un andamento a valanga, in senso figurato, della riduzione di capacità di intervento istituzionale in campo ambientale, proprio quando disastri annunciati da Messina a Ischia, obbligherebbero a interventi qualificati e innovativi a tutela del territorio, del paesaggio e della biodiversità».

E mentre Stefania Prestigiacomo è a Copenhagen a discutere del taglio dei gas serra, «nel disegno di legge sulla Finanziaria 2010 non c’è traccia di alcun impegno concreto per il rispetto del Protocollo di Kyoto, nemmeno di quei 200 milioni di euro che erano stati destinati dal Governo Prodi ad un Fondo rotativo utile anche per le imprese», denuncia Lenzi.

Critiche simili arrivano da Sbilanciamoci!, nella sua “controfinanziaria” (clicca qua per scaricare il documento completo), che dedica un ampio capitolo proprio all’ambiente. «Per avere un’idea concreta della marginalità delle scelte ambientali del Governo in carica», si legge nel rapporto, «basti dire che nella legge finanziaria 2009 alla tutela dell’ambiente (aree protette, APAT oggi ISPRA, difesa del mare e applicazione della Convenzione internazionale sulle specie protette) è destinata una quota dello 0,5% della manovra (pari a 193 milioni di complessivi 33,6 miliardi di euro), che sale a malapena 41 allo 0,6% (242 milioni di euro) se si aggiungono le risorse destinate all’efficienza e al risparmio energetico».


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