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Coparelli (Fridays For Future Italia): «La Germania? Ci dice che nessuno più è al sicuro»
Per la portavoce italiana del movimento di Greta Thumberg «sul fatto che l'alluvione tedesca sia legata strettamente al climate change non c'è dubbio. Lo dimostra anche il fatto che la lotta al cambiamento climatico è in cima all'agenda globale. I piani però, come quello recente della Commissione Europea non hanno cronoprogrammi, monitoraggi sui miglioramenti e sono figli di troppi compromessi»
Continua l’emergenza legata al maltempo che ha colpito in modo devastante le regioni occidentali della Germania. I morti causati dalle forti piogge, dalle alluvioni e dalle esondazioni di corsi d’acqua sono, al momento, 126, e i dispersi sono centinaia. Secondo il quotidiano Die Welt, ci sono 1300 persone nella regione di Ahrweiler di cui non si hanno notizie: probabilmente a causa della sospensione delle comunicazioni dei telefoni cellulari. Sono interrotte anche le forniture di energia elettrica per almeno 165mila persone. Almeno 23 persone sono morte nel confinante Belgio. Le ricerche sono rese estremamente difficili anche dai black out che hanno isolato molte zone occidentali del Paese. «Temo che non vedremo tutta la reale dimensione della catastrofe prima di qualche giorno», ha detto da Washington la cancelliera Angela Merkel. A detta di molti abitanti non c’è memoria di un evento simile nella Regione. Se in Germania si assiste per la prima volta a una furia naturale simile di segno opposto ma altrettanto inedita è la situazione in Canada, nella Columbia Britannica, al confine con l’Alaska, dove sono stati registrati ad oggi 177 incendi, complici le temperature che hanno toccato i 50 gradi centigradi. Stessa cosa in Jacuzia, Russia Orientale, al confine con la Siberia. Tutte prove che qualcosa a livello climatico0 stia accadendo. Ne abbiamo parlato con Martina Coparelli, portavoce italiana di Fridays For Future.
Vedendo le immagini del disastro che sta colpendo la Germania che idea si è fatta?
Che nessuno è al sicuro. Spesso si pensa al cambiamento climatico come qualcosa di lontano e che non ci riguarda. Invece adesso il problema ci sta investendo direttamente.
Quindi la causa è il cambiamento climatico?
Qualcuno davvero se la sente di dire che è maltempo? È chiaro che non è direttamente causato dal cambiamento climatico. Ma gli scienziati stanno dicendo che senza cambiamento climatico non ci sarebbero eventi di questa intensità. Per capirci possiamo fare un esempio semplice: se uno di noi ha un problema al cuore il cardiologo gli dice cosa fare per evitare problemi. Ma non può dirti che tipo di problemi potranno insorgere, aritmie, infarti o altro. Né di che intensità saranno. Ti dice che hai un problema che va risolto. Allo stesso modo noi sappiamo di avere un problema che dobbiamo risolvere, ma non possiamo predire i micro eventi avversi che sono la spia del problema
C’è chi sta imputando il disastro tedesco a mala gestio dal punto di vista della cura del territorio…
Ci sarà anche questo. Ma questa mancata cura del territorio evidentemente è da allargare anche a Belgio e Olanda. La vera mala gestio è mettere in pericolo i cittadini non reagendo al cambiamento climatico non lavorando sulla mitigazione e non ci sta preparando all’adattamento. Banalmente non si sta lavorando per provare a invertire la tendenza e mettersi al riparo dagli effetti. Certamente questo è una grave mancanza nei confronti sopratutto delle nuove generazioni.
Mentre la Germania fronteggia questa alluvione totalmente inedita al confine con Alaska e Siberia divampano gli incendi e ci sono temperature di 50 gradi centigradi. Sono tutti segnali che un equilibrio si è rotto?
Quando diciamo che la temperatura aumenta di un grado l’anno parliamo di media. Ai poli è molto di più. E non c’è dubbio che sia dovuto al riscaldamento globale e quindi al climate change.
Ha avuto modo di parlare con i suoi omologhi tedeschi?
Ho parlato con Luisa Neubauer di Fridays For Future Germania. La cosa principale che sottolinea è che c’è una grande impreparazione nella gestione delle emergenze. Questo si somma al fatto che le politiche per combattere il cambiamento climatico non sono né ambiziose né credibili. Basti pensare che proprio dei giovani hanno vinto, su questo, una causa con lo Stato imputandogli di violare la Costituzione tedesca laddove parla di tutela delle future generazioni.
La Commissione Europea ha varato un progetto ambizioso che mira a dimezzare le emissioni entro il 2030 per arrivare nel 2050 alla neutralità carbonica. Che ne pensa?
Ci sono diversi problemi. In primo luogo questi piani risultano sempre poco credibili perché normalmente arrivano a scadenza senza che nulla venga fatto. Manca sempre un cronoprogramma, delle tappe intermedie, un monitoraggio in itinere che certifichi i passi in vaanti di questi percorsi. Noi studenti a scuola abbiamo le verifiche prima della fine dell’anno e le prove prima degli esami di fine ciclo. Visto che qui non si parla di scuole superiori ma di sopravvivenza sarebbe il caso di affrontarlo seriamente. E poi c’è un enorme tema che riguarda l’equità
In che senso?
Si continua a mettere il profitto di pochi al primo posto. Basti pensare che gli Emission Trading Schemes, che permettono di vendere comprare emissioni verranno pagati dai cittadini. Dalle regole degli Emissions Trading sono stati tolti i gas serra delle industrie. Questo documento della Commissione Europea include nelle energie rinnovabili le biomasse. Quindi secondo l’Europa tagliare alberi per fare pellet è fare attività green. È una presa in giro. Non è questa la strada.
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