Sostenibilità

Cop9: Matteoli, occorre shock tecnologico

La cosiddetta decarbonizzazione dell'economia, richiede uno sforzo straordinario di ricerca e innovazione, un vero e proprio 'shock' tecnologico, così il ministro alla Cop9

di Redazione

La cosiddetta ‘decarbonizzazione’ dell’economia, richiede uno sforzo straordinario di ricerca e innovazione, un vero e proprio ‘shock’ tecnologico, per rendere economicamente conveniente l’utilizzo di nuove fonti energetiche pulite e sicure. Lo ha detto, oggi a Milano, il ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli, intervenuto al convegno sull’idrogeno promosso dalla Regione Lombardia nell’ambito della nona Conferenza sui Cambiamenti Climatici. ”Per garantire la stabilizzazione della concentrazione di CO2 a livelli di sicurezza entro la fine del secolo – ha ricordato Matteoli – gli scenari del ‘Terzo Rapporto sul Clima’ prevedono che sara’ necessario avviare, in un periodo compreso tra il 2020 e il 2050, una riduzione globale delle emissioni pari ad almeno il 50-60% rispetto ai livelli del 1990. In altri termini, a cominciare dal 2020, la risposta alla domanda di energia dovra’ essere basata su un impiego sempre piu’ diffuso delle fonti rinnovabili, delle tecnologie collegate all’ utilizzo dell’idrogeno e delle celle a combustibile, delle tecnologie ‘pulite’ e ad alta efficienza per l’impiego dei combustibili fossili e delle tecnologie per la ‘sequestrazione’ del carbonio”. ”E’questo – ha spiegato il ministro – lo scenario della cosiddetta ‘decarbonizzazione’dell’economia e in questa prospettiva si colloca la Partnership Internazionale per la promozione dell’Economia dell’Idrogeno, alla quale l’Italia partecipa con i piu’ importanti Paesi europei, con gli Usa, il Canada, l’Australia, il Giappone, la Cina, l’India, la Corea del Sud, l’Islanda e la Norvegia”. Due gli obiettivi principali verso cui e’ indirizzata la Partnership: l’avvio di concreti progetti pilota di cooperazione internazionale, che coinvolgano il settore privato, per lo sviluppo di tecnologie che siano allo stesso tempo efficaci ed economicamente sostenibili; lo sviluppo di programmi per la diffusione nel mercato mondiale dell’energia, in particolare nelle economie emergenti dell’Asia e del Sud America, che assumono un ruolo sempre piu’ rilevante sia dal punto di vista dei consumi, sia da quello delle emissioni. E per quanto riguarda l’Italia, il Ministero dell’Ambiente – ha detto Matteoli – ha gia’ avviato numerosi progetti per la ricerca sui cambiamenti climatici e sulle tecnoogie a basse emissioni. Fra questi, il ministero ha finanziato lo sviluppo della Fiat Seicento a idrogeno; nel Comune di Milano sono in fase di completamento i progetti finalizzati alla produzione di energia elettrica da idrogeno nell’area della Bicocca, di energia elettrica e calore attraverso una cella a combustibile nel Museo della Scienza e della Tecnica, la realizzazione di un impianto di distribuzione di idrogeno per gli autobus urbani; nel Comune di Torino e’ in fase di prova l’autobus a idrogeno realizzato in collaborazione con il gruppo Iveco; ‘Fabbricazioni Nucleari’ di Bosco Marengo, societa’ dell’Enea, ha completato la realizzazione di una cella a combustibile con la tecnologia dei policarbonati fusi, in collaborazione con Ansaldo; il Centro Ricerche Fiat, in collaborazione con le societa’ Nuvera e Solexis-Solvay sta realizzando un progetto per lo sviluppo di ‘membrane a scambio di protoni’ ad alta efficienza, da impiegare nella produzione di celle a combustibile di nuova generazione; presso il Cnr di Messina sara’ realizzato un centro di riferimento nazionale per la certificazione delle celle a combustibile, infrastruttura necessaria per collocare l’Italia sul fronte piu’ avanzato della ricerca e sviluppo nel settore dell’idrogeno; infine, nel distretto industriale di Porto Marghera, sara’ realizzato un prototipo di distribuzione e utilizzazione dell’idrogeno a fini energetici. ”Questi progetti – ha concluso Matteoli – sono inseriti nell’ ambito del Programma di Cooperazione Scientifica e Tecnologica fra Italia e Stati Uniti, finalizzato alla ricerca delle soluzioni piu’ avanzate per ridurre le emissioni di anidride carbonica e combattere i cambiamenti climatici”.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.