Mondo
#CoopforAfrica, una spinta alla campagna vaccinale
“Per qualcuno essere no vax non è una scelta” è questo il claim della nuova campagna di raccolta fondi che vede la Coop e i suoi supermercati al fianco di Unhcr, Comunità di Sant’egidio e Medici senza Frontiere e che ha un obiettivo: vaccinare 250mila persone. Dal 9 dicembre in tutti i supermercati e su Eppela
di Luca Cereda
Andare al supermercato pensando all’Africa e non solo al panettone o al cenone di Natale. Girare tra gli scaffali e mentre il carrello si riempie della spesa si può dare una mano per spingere la campagna vaccinale laddove fatica ad arrivare, là dove essere no vax non è una scelta di pochi, pochissimi, ma una condizione di molti, in quel continente dove solo il 7 per cento della popolazione ha ricevuto una dose di contro il Covid-19.
Si intitola “#coopforafrica” ed è la campagna di raccolta fondi che vede la Coop e i suoi supermercati al fianco di tre ong umanitarie da sempre impegnate nella cura in ogni angolo del mondo e nella solidarietà internazionale: l’agenzia Onu per i rifugiati, l’Unhcr, la Comunità di Sant‘Egidio e Medici Senza Frontiere.
Il fallimento di Covax e il senso della campagna di Coop
I soldi raccolti dalla campagna #coopforafrica – che puntano ad arrivare a raccogliere un milione di euro -, serviranno a vaccinare 250.000 persone.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa che si è tenuta oggi a Roma Marco Pedroni, presidente di Coop Italia e Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori), ha detto che quasi «tutte le principali cooperative che compongono la Coop hanno aderito a questa iniziativa. Le persone che vivono in Africa non hanno possibilità di scelta, ma un'oggettiva difficoltà ad avere accesso ai vaccini. L'impennata del Covid in Africa e le sue varianti sono un problema per tutti noi perché il Coronavirus non ha confini e non lo si blocca fermando gli aerei: crediamo non debba avere confini nemmeno il vaccino».
Per questo è necessario mettersi tutti in gioco di fronte a una pandemia e indirizzare gli sforzi verso una causa comune: «Da parte di Coop l’impegno importante che ci prendiamo è quello di raddoppiare le donazioni che arriveranno. L'obiettivo della campagna è anche quello di sensibilizzare molte persone sulla necessità di estendere la vaccinazione a tutti, anche in Africa, non solo qui da noi», ha concluso.
«Un atto di generosità verso gli altri ma anche verso se stessi»
Vaccinare in tutti i Paesi del mondo, anche e soprattutto in quelli più poveri vuol dire neutralizzare il più possibile un virus che oggi in fase di mutazione: «È quindi fondamentale necessario essere consapevoli che da questa pandemia si esce solo insieme – spiega citando Papa Francesco, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio – perché il virus non conosce confini e continuerà a rappresentare una minaccia finché i vaccini non saranno disponibili per tutti. Siamo perciò grati a Coop per questa importante campagna che vuole superare le disuguaglianze e accelerare le vaccinazioni in Africa». Per la dottoressa Stella Egidi, responsabile medico di Medici Senza Frontiere, l'iniziativa lanciata da Coop è degna di lode perché ha una visione e un approccio globale oltre che una tempistica perfetta: «Non possiamo lottare contro il Covid guardandoci la pancia, dobbiamo affrontare il problema in un’ottica di salute pubblica internazionale. Non c’è frontiera che può essere chiusa per fermare il virus, quindi dobbiamo necessariamente ragionare in un’ottica globale».
Nei paesi meno vaccinati vivono anche l’85% dei rifugiati mondiali
Se la percentuale di vaccinati contro il Covid è del 7% in Africa, questa è solo la media: si va dal 25% del Sud Africa, miglior risultato del continente, allo 0,1% per la Repubblica democratica del Congo. «Ci sono molti problemi da risolvere – sottolinea la dottoressa Egidi -: c’è la questione dei brevetti sulla quale stiamo facendo pressioni. C’è la questione della responsabilità dei governi, che quando fanno donazioni devono essere di qualità, non a breve scadenza. Solo per questo motivo a novembre 2021 verranno gettate 50 milioni di dosi di vaccino perché in scadenza».
Dello stesso avviso Chiara Cardoletti rappresentante Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino, ha acceso i riflettori sui rifugiati che vivono in Africa, pari a circa un quarto dell’intera popolazione africana: «L’85% dei rifugiati oggi vive in paesi in via di sviluppo, dove il Covid ha avuto un impatto devastante a livello sanitario ed economico. Il nostro obiettivo è quello di aiutare a vaccinare i rifugiati, che spesso vivono in posti lontani e difficili da raggiungere e che spesso per i governi non rappresentano una priorità. Ci focalizzeremo su 21 paesi africani, dando un sostegno agli operatori sanitari globali. Verrà fatto un enorme lavoro per assicurare non solo che i vaccini arrivino a destinazione, ma anche che venga assicurata la catena del freddo».
La conferenza stampa si è conclusa con un videomessaggio di Sello Hatang (nella foto) ceo della Nelson Mandela Foundation: «L’obiettivo di #coopforafrica è fare sì che la grande maggioranza di coloro che non hanno accesso ai vaccini lo abbiano. Se alcuni di noi sono malati ed altri no, non riusciremo mai a vincere questa pandemia. Uniamo i nostri sforzi questa volta per assicurarci che il mondo si curi da questa pandemia. Date il vostro contributo per un mondo migliore».
Come funziona la campagna #coopforafrica
Si comincia il 9 dicembre e durerà tutto il mese. Si può donare alle casse degli oltre 1100 punti vendita Coop o utilizzare la piattaforma Eppela o il conto corrente dedicato (Iban: IT 12 E 02008 05364 000106277813).
L’ammontare del “tesoretto” verrà poi raddoppiato da Coop.
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