Economia
Coopfond: in 12 anni investiti 285 mln, promossi 16mila posti di lavoro
I dati sono stati presentati dal presidente Francesco Boccetti
La cooperazione, come formula che ha conseguito indiscussi successi imprenditoriali contemperando le ragioni del mercato con la solidarietà, viene sempre più individuata -a livello sociale, politico ed istituzionale- come una risorsa cui fare riferimento per invertire una tendenza al declino del Paese. Ci sono, quindi, le premesse per una nuova stagione di ?protagonismo cooperativo? che, per essere colta in tutte le sue potenzialità, richiede una ritrovata capacità di fare sistema e di portare avanti, con una adeguata dotazione di risorse interne ed esterne al mondo cooperativo, idee e progetti che rilancino la funzione sociale della forma cooperativa e la rendano attraente per le nuove professioni e per le giovani generazioni. È questo, in sintesi, il messaggio che Francesco Boccetti, presidente di Coopfond, il Fondo mutualistico per la promozione cooperativa di Legacoop, ha lanciato in occasione del convegno ?La mutualità di sistema per un nuovo protagonismo cooperativo?, svoltosi ieri a Roma.
All?iniziativa hanno partecipato Maurizio Sacconi, Sottosegretario al Welfare; Piero Fassino, Segretario DS; Pierluigi Bersani, Responsabile per il programma DS e componente della Cabina di regia dell?Unione; Tiziano Treu, componente della Cabina di regia dell?Unione; Enrico Letta, responsabile economico de La Margherita; Giovanni Consorte, Presidente del Gruppo Unipol; Luigi Ciotti, Presidente dell?Associazione Libera; Ivano Barberini, Presidente dell?Alleanza Cooperativa Internazionale. I lavori sono stati conclusi da Giuliano Poletti, Presidente Legacoop Coopfond: 12 anni di promozione cooperativa L?iniziativa è nata dall?intenzione di tracciare un bilancio dell?attività del Fondo, alimentato ogni anno dal 3% degli utili realizzati dalle cooperative aderenti a Legacoop, a 12 anni dalla nascita. Un?attività riassumibile in una raccolta complessiva di risorse per 238 milioni e 776 mila Euro: risorse che sono state impegnate a sostegno di 371 progetti per 285 milioni di Euro (arrivando così ad investire, grazie alla rotatività del Fondo, una mole di denaro superiore alla somma dei versamenti effettuati dalle cooperative) e producendo un?occupazione incrementale di quasi 16.000 unità. La cooperazione: valore economico e sociale Boccetti ha ricordato che le cooperative rappresentano, oggi, circa il 30% della medio-grande impresa nazionale (tra l?altro con una disponibilità di mezzi propri superiore alla media), occupano posizioni di rilievo in alcuni settori strategici (grande distribuzione, costruzioni, servizi, agroalimentare) e stanno rapidamente guadagnando posizioni importanti nel settore bancario, finanziario ed assicurativo. Ma accanto al valore economico, altrettanto importanti sono gli aspetti qualitativi della cooperazione: l?indivisibilità dei patrimoni, l?alta socialità, l?intersettorialità, le competenze imprenditoriali e manageriali, l?alta sensibilità politica.
Le nuove aspettative verso la cooperazione E la combinazione di questi aspetti è alla base della crescente attenzione che alla cooperazione viene rivolta dagli interlocutori sociali e politici. Un?attenzione che delinea l?opportunità di un nuovo ?protagonismo cooperativo?, un ruolo di rilievo nei processi di riassetto economico, imprenditoriale e finanziario nazionali. Per rispondere efficacemente a questa nuova sfida, il mondo cooperativo è chiamato ad un forte impegno su tre piani essenziali: provare a dirimere alcuni nodi di ?economia cooperativa? che da troppo tempo incombono; attrezzarsi per corrispondere ai bisogni sempre più complessi ed alle opportunità delle cooperative esistenti; proporsi di ?aggregare le speranze? e di individuare delle possibilità d?espressione per il ?nuovo? che emerge dalla società italiana e che fatica a trovare modalità d?espressione e di affermazione.
Economia cooperativa: le questioni da affrontare Per quanto riguarda i nodi di ?economia cooperativa? da affrontare, Boccetti ne indica cinque: il radicamento territoriale dell?impresa cooperativa, un punto di forza per il quale va però evitato il rischio che si trasformi in localismo; la piena valorizzazione di alcuni patrimoni economici intergenerazionali che, così come sono impiegati, generano sempre meno valore (anzi, talvolta producono inefficienze, sprechi e rendite di posizione) e che vanno invece ?riportati? a produrre ricchezza sociale e valore economico; la necessità sempre più evidente di affinare i processi di governance a tutti i livelli, con la consapevolezza che va assicurata la massima trasparenza dei processi decisionali; l?importanza di praticare politiche di internazionalizzazione che passino anche per la costruzione di percorsi congiunti fra cooperative; le politiche di sistema, caratteristica originale della cooperazione italiana, che debbono essere praticate non solo sulla base di reciproche convenienze tra cooperative, ma guardano anche alla qualità, all?innovatività e alla visione strategica dei progetti. Dare risposta a questi temi è la premessa essenziale sia per qualificare e sviluppare la cooperazione esistente sia per proporre la cooperazione come strumento di aggregazione e di affermazione di nuove professioni e di nuove attività.
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