Volontariato
Cooperazione: Toscana potenzia suo impegno
Il Presidente Martini annuncia: "mentre il governo azzera la cooperazione noi percorriamo la strada opposta".
”Nonostante tutto, nonostante i tagli al bilancio e il momento economico difficile, la Toscana sceglie non solo di confermare il suo impegno nella cooperazione internazionale, ma addirittura di potenziarlo, portando, nel 2006, da 5 a 7,5 i milioni di euro destinati ai progetti di solidarieta”’.
Lo ha annunciato il presidente della Regione, Claudio Martini, intervenendo questa mattina a Firenze alla presentazione del Rapporto sociale 2004 organizzata dall’Ucodep (associazione Ong per la solidarieta’ e la cooperazione internazionale con progetti attivi in tutto il modno) in Palazzo Panciatichi.
”Mentre il Governo nazionale decide, di fatto, di azzerare la cooperazione – ha spiegato Martini – in Toscana abbiamo scelto di percorrere la strada opposta, consapevoli del fatto che i progetti per lo sviluppo della qualita’ della vita nella nostra regione non possono prescindere dall’impegno per lo sviluppo di una cultura di pace e solidarieta’ nel mondo, certi che ogni investimento fatto su questo terreno si moltiplica negli effetti proprio grazie all’opera delle Ong”.
Davanti ad una platea gremita di rappresentanti delle numerose Organizzazioni non governative toscane, Martini ha chiesto collaborazione e fiducia al mondo degli enti no profit. ”La lotta alla poverta’ – ha proseguito il presidente della Toscana – deve essere condotta a tutti i livelli, e per farlo ci stiamo attrezzando con strumenti che fino ad oggi nessuno ha mai avuto a disposizione: stiamo creando un’Agenzia per la pace e la cooperazione. Un’Agenzia che non servira’ ad ‘inscatolare’ l’opera della Ong, non le assorbira’ ne’ le burocratizzera’. Servira’, al contrario, a far fare loro un passo in avanti, verso un modello di solidarieta’ che fino ad oggi e’ solo un miraggio”.
”Vi chiediamo – ha aggiunto Claudio Martini – di non limitare la vostra azione al pronto intervento, di affiancare a questi interventi di prima necessita’ anche azioni mirate a generare processi di crescita, a dinamizzare i popoli cui ci rivolgiamo, ad insegnar loro a dialogare insieme. Dobbiamo seguire le evoluzioni della societa’ e affrontare le nuove esigenze dei popoli. Sara’ un salto qualitativo che, solo collaborando insieme, istituzioni e associazioni potranno fare generando un nuovo modello che tutti, sono certo, prenderanno ad esempio”.
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