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Cooperazione: si semplificano le procedure

Grazie a un decreto semplificatore che la Direzione generale per la Cooperazione allo Sviluppo ha inserito tra le disposizioni urgenti della "legge sulla competitività"

di Paolo Manzo

La semplificazione delle leggi e dei regolamenti ai quali la Cooperazione allo sviluppo italiana e’ vincolata, che per molti sembrava dover rimanere una vaga promessa, sta diventando realta’. Lo rende noto l’agenzia stampa “Il Velino”, grazie all’ultimo decreto semplificatore, che la Direzione generale per la Cooperazione allo Sviluppo (Dgcs) e’ riuscita ad inserire tra le disposizioni urgenti del decreto governativo relativo al “Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale” (legge sulla competitivita’ del 14 maggio 2005), e’ destinato a facilitare le attivita’ che la Cooperazione allo Sviluppo svolge all’estero attraverso le ambasciate. La vecchia normativa prevedeva che i fondi accreditati alle ambasciate nell’ultimo quadrimestre dell’anno fossero spesi entro il 31 dicembre dello stesso anno: se cio’ non avveniva, i fondi dovevano essere restituiti, provocando spesso l’interruzione dei programmi di cooperazione. Con l’entrata in vigore del nuovo decreto questo rischio non c’e’ piu’: i fondi accreditati nell ‘ultimo quadrimestre potranno essere spesi nell’anno successivo, e la stessa cosa vale per le erogazioni successive a quella iniziale. Alla fine della realizzazione dell’intervento, il capo missione dovra’ allegare alla rendicontazione una relazione attestante l’effettiva conclusione dei lavori ed il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Un altro ritocco alla legge finora in vigore, e sempre relativo alla gestione dei fondi della Cooperazione allo Sviluppo da parte delle ambasciate, riguarda i tassi di interesse applicabili alle convenzioni con Ong operanti sul posto: tassi che nei paesi in via di sviluppo sono spesso altissimi, a livelli che la legge italiana considera di usura e che le ambasciate non potevano quindi riconoscere. Il nuovo decreto permette di superare questo ostacolo, delegando al capo della rappresentanza diplomatica di stabilire la congruita’ dei tassi di interesse che le Organizzazioni non governative applicano, per esempio, alla realizzazione di programmi di microcredito.


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