Leggi

Cooperazione: riforma a rischio, l’allarme delle ong

La denuncia di Link 2007: "Incerti il ruolo della società civile e la consistenza dell'Agenzia come strumento di gestione indipendente"

di Chiara Sirna

Per le Ong associate in LINK 2007, Avsi, Cesvi, Cisp, Coopi, Cosv, Medici con l?Africa Cuamm, Gvc, Icu, Intersos, Lvia, Movimondo, il lavoro parlamentare per la riforma della legge sulla cooperazione allo sviluppo, svolto dal Comitato ristretto della Commissione Esteri del Senato, ha superato una prima importante tappa.
Il Relatore sen. Tonini ha infatti depositato un testo unico, sul quale permangono ancora alcune differenziazioni tra maggioranza e minoranza e all?interno degli stessi schieramenti, ma che esprime la condivisa volontà di procedere celermente, approfondendo il dibattito anche con consultazioni esterne per giungere al più ampio accordo di sostanza.

Le Ong di LINK 2007 apprezzano il positivo sforzo del Relatore e dei Senatori del Comitato ristretto e valutano positivamente alcuni punti chiave della proposta, quali: il legame della cooperazione allo sviluppo con la politica estera, a cui contribuisce per la promozione della pace, della giustizia e della solidarietà tra i popoli nell?interdipendenza e partenariato; l?unicità della materia nel Ministero Affari Esteri, con l?istituzione di un Viceministro delegato; l?istituzione del Fondo unico per gli interventi di cooperazione; l?istituzione dell?Agenzia per la cooperazione; il partenariato territoriale e la partecipazione della società civile.

Le Ong di LINK 2007 esprimono al contempo alcune perplessità e contrarietà, rimanendo comunque disponibili al confronto per avanzare le opportune proposte.

Il testo presentato sembra ripercorrere l?impianto della versione originaria della legge 49/1987, introducendo, è vero, alcune rilevanti novità ma non tali da esprimere le condivise motivazioni alla base dell?esigenza di una nuova legge: da un lato il diverso contesto internazionale che vede il mondo cambiato, mutati i rapporti fra gli Stati, rafforzate le politiche europee in materia, una diversa mappatura dei PVS e dei loro rapporti di cooperazione, una più precisa definizione delle priorità centrate sugli Obiettivi del millennio, una diversa concezione dei rapporti di cooperazione ecc.; dall?altro la paralisi operativa della cooperazione italiana, iniziata con le discutibili amputazioni apportate alla legge 49/1987 dalle leggi 537/93 e 559/93 e aggravatasi negli anni.

E? stata da tutti auspicata una legge snella, che si limiti alla definizione delle finalità e della specificità della cooperazione italiana nel nuovo contesto internazionale, del suo legame qualificante con la politica estera, della responsabilità di direzione politica, di indirizzo, di unitarietà e coerenza dell?azione, delle responsabilità di programmazione, coordinamento, gestione e controllo, degli strumenti di attuazione con le necessarie autonomie gestionali, dei soggetti coinvolti e della loro valorizzazione ecc., rimandando a disposizioni ministeriali, regolamenti applicativi o normativa secondaria gli argomenti di dettaglio o soggetti a mutamenti. Il testo proposto, pur ridotto rispetto alla normativa in vigore, cede troppo spesso alla tentazione di definire e normare argomenti di dettaglio, che dovrebbero invece essere regolati da normative specifiche e più flessibili.

Rimane ancora troppo incerta la consistenza dell?Agenzia quale strumento attuativo e di gestione della cooperazione. Si tratta di un punto che richiede serio approfondimento, trattandosi della gestione di fondi che dovrebbero arrivare allo 0,7% del PIL e che devono essere spesi garantendo la massima coerenza politica e la massima trasparenza. Non si potrà però prescindere ? facendo tesoro delle lezioni apprese in questi anni di paralisi ? da alcuni elementi essenziali, quali l?autonomia gestionale, amministrativa e finanziaria e lo svincolo da quelle norme ordinarie della pubblica amministrazione che ne ridurrebbero la funzionalità e l?efficienza e rallenterebbero l?azione di cooperazione. Questa, toccando temi vitali quali la povertà ed esprimendo un rapporto di partnership, non può essere condizionata da lungaggini procedurali e da esigenze di una sola delle parti, quella italiana, pena la sua totale inefficacia.

Tale incertezza ed esitazione non ha comunque impedito alcune previsioni accessorie che rendono l?Agenzia ente di attuazione diretta degli interventi, anche a discapito di altri soggetti di cooperazione e ad essi sovrapposta, contravvenendo così al basilare principio della sussidiarietà.

L?auspicata apertura alla cooperazione territoriale e alle espressioni organizzate della società civile è stata recepita in modo generalizzato, quindi squalificato e appiattito, come se la cooperazione internazionale allo sviluppo, insieme all?esigenza di massimo coinvolgimento della società in tutte le sue espressioni, non richiedesse preparazione, capacità, professionalità, coordinamento, approfondita conoscenza dei contesti in cui si intende operare oltre alle buone intenzioni, volontà e sollecitazioni politiche.

Andranno chiariti meglio gli ambiti di competenza del Consiglio dei Ministri e quelli del CICS, Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo, che paiono confondersi tra di loro e con quelli del Ministro degli esteri. Le Ong di LINK 2007 ritengono, più in generale, che la moltiplicazione degli organi di decisione politica su una simile materia possa appesantire, piuttosto che meglio governare, i processi di programmazione, coordinamento e coerenza della cooperazione allo sviluppo.

Pur adottando la solidarietà come uno dei valori fondamentali della loro azione, le Ong di LINK 2007 ritengono che il testo legislativo debba severamente riguardare l?azione di cooperazione allo sviluppo, di lotta alla povertà e di aiuto umanitario e non generiche forme di solidarietà internazionale. Definizioni estensive della cooperazione allo sviluppo rischiano di falsare le finalità e gli obiettivi della legge, rendendola atomizzata ed inefficace. Ciò non esclude che la cooperazione allo sviluppo debba essere realizzata in spirito di solidarietà con i paesi più poveri, perseguendo obiettivi di giustizia, equità, riconoscimento dei diritti fondamentali, perseguimento della pace, nell?interdipendenza e nella partnership.

Le Ong di LINK 2007, apprezzando comunque il lavoro svolto, l?interesse e lo spirito costruttivo dimostrato dai senatori della maggioranza e dell?opposizione, auspicano che l?iter di esame, miglioramento e approvazione del testo al Senato possa essere molto celere al fine del suo passaggio alla Camera già nel febbraio 2008.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.