Politica

Cooperazione: la Sentinelli ingoia il “rospo”

Il Governo preannuncia il ritiro dell'emendamento alla Finanziaria che istituiva l'Agenzia di cooperazione. Reazioni dall'Associzione Ong. Marelli: "Trovare mediazione"

di Redazione

Il preannunciato ritiro da parte del governo dell?emendamento alla Finanziaria che istituisce l?Agenzia di cooperazione chiude una polemica che negli ultimi giorni ha coinvolto i due rami del Parlamento. Motivo del contendere le regole che dovrebbero portare alla riforma della legge 49/87 che delinea la cooperazione italiana. Approdata in commissione Esteri di Palazzo Madama martedì, è ora oggetto di una mediazione del relatore Giorgio Tonini (Pd), che sta cercando di trovare un punto d’incontro tra maggioranza e opposizione sugli strumenti che la maggioranza reputa necessario inserire all’interno della riforma.

La soluzione potrebbe consistere sì nell?istituzione dell?Agenzia, ma rendendola molto più snella rispetto all’ipotesi delineata dal disegno di legge delega governativo presentato a Caserta nell?aprile scorso. Un’Agenzia guidata da un direttore che risponde direttamente al ministro o al viceministro degli Esteri, privata quindi della figura del presidente e del consiglio di amministrazione. Ricompare nel testo del relatore anche la figura del Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (Cics), che gestirebbe il coordinamento dei fondi della cooperazione. Insomma, un’Agenzia un po? svuotata dai compiti che il governo voleva assegnarle nel ddl delega di aprile. Ma nella seduta di oggi, il senatore Alfredo Mantica (An) ha manifestato le sue perplessità sulla stessa necessità di varare un nuovo strumento tecnico-operativo come l’Agenzia.

La disponibilità del governo a ritirare l?emendamento è stata anticipata da una dichiarazione del viceministro degli Esteri Patrizia Sentinelli, che dal Guatemala, dove sta partecipando a un convegno organizzato dalla Cooperazione italiana, ha richiamato con forza come sia vitale la riforma della legge 49. Un testo scritto nell?ormai lontano 1987, quando l?Europa era divisa ancora in due blocchi e le politiche di aiuto allo sviluppo erano indirizzate verso scenari ormai completamente ridisegnati. Le critiche piovute sull?emendamento sono giunte sia da esponenti della Cdl che da rappresentanti della maggioranza che siedono nella commissione Esteri di Palazzo Madama.

Tra questi lo stesso presidente Lamberto Dini, che intervistato dal VELINO aveva sottolineato come l?iniziativa del governo fosse una norma ordinamentale, quindi incompatibile con la legge Finanziaria. Dello stesso tenore le dichiarazioni di Alfredo Mantica (An) ed Enrico Pianetta (FI). Anche il relatore Tonini si era detto ?molto sorpreso? dell?iniziativa del governo, in quanto il lavoro da lui compiuto in commissione andava verso la ricerca di un dialogo con gli esponenti di minoranza perché ?la legge di riforma della Cooperazione è una legge di regole. E per scrivere delle regole è giusto che alla discussione partecipino anche i rappresentanti dell?opposizione. Con questo emendamento ? concludeva Tonini – il governo decide di buttare all?aria tutto il nostro lavoro?.

Le Organizzazioni non governative avevano invece salutato l?iniziativa governativa come la dimostrazione dell?interesse che prova l?esecutivo nei confronti della riforma, augurandosi però che la commissione Esteri del Senato riesca a liberare per il voto in Aula un testo il prima possibile. “All’indomani della presentazione dell’emendamento governativo – dichiara Marelli – abbiamo salutato positivamente l’iniziativa del governo, vista come atto teso ad accelerare il completamento dell’iter della legge, perche’ siamo convinti della necessita’ e dell’urgenza della riforma della legge 49”. La cooperazione, continua il presidente dello e Ong, “ha bisogno di uno strumento che consenta di operare con efficacia, professionalita’ e soprattutto con nuovi approcci e modalita’ d’intervento adeguati a rispondere alle impellenti necessita’ dei paesi in via di sviluppo”. Ora, conclude, “c’e’ bisogno di un’azione ancora piu’ determinata e incisiva da parte della commissione Esteri del Senato per trovare la mediazione tra le divergenze ancora esistenti tra le forze politiche e i soggetti della cooperazione”.

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