Formazione

Cooperazione, la prova della vita

Migliaia di persone disponibili a partire. Una grande propensione a donare da parte dell’opinione pubblica (di Stefano Arduini e Carmen Morrone).

di Redazione

La tragedia asiatica segna un punto di non ritorno nella strategia della gestione delle emergenze da parte delle organizzazioni non governative. La parola d?ordine è ?fare rete?. «Fra le conseguenze dello tsunami c?è anche questo: le ong stanno imparando a fare sistema », osserva Nino Sergi, presidente di Intersos, che, in collaborazione con Movimondo, Cosv e Cisp ha appena recapitato a un coordinamento di ong cingalesi della penisola di Kanniya un cargo aereo contentente generi di prima necessità, medicinali e potabilizzatori. La prospettiva indicata dall?associazione romana è condivisa dalle più importanti sigle del panorama italiano della solidarietà. Il Cesvi, che in una settimana ha raccolto 108mila euro grazie alle sole donazioni via internet, ha messo a disposizione delle autorità di Nagapattinam, il distretto dello stato indiano del Tamil Nadu, non solo il suo staff espatriato (composto da quattro persone, fra cui gli italiani Leonardo Niccolai e Loredana Barbone), ma anche i 40 volontari della partner locale Lafti, impegnata nella distribuzione di cibo e vestiti, a cui si sono aggiunti 15 volontari indiani provenienti dalle zone interne che stanno redigendo il bilancio definitivo delle vittime. Nei prossimi giorni il Cesvi allestirà nell?area un campo profughi in grado di ospitare 4.840 sfollati e assisterà per almeno 6 mesi 30mila senzatetto. Solidali e multinazionali Ma perché l?associazione ha deciso di concentrare i suoi sforzi nel Tamil Nadu? Dietro la risposta che fornisce Giangi Milesi, responsabile della raccolta fondi, si nasconde ancora una volta la formula magica del ?fare rete?. «Il Cesvi aderisce al coordinamento internazionale Alliance 2015 insieme all?irlandese Concern, alla tedesca Welthungerhilfe, all?olandese Hivos, alla danese Ibis e alla ceca People in Need. Con loro abbiamo pianificato la strategia di intervento in Asia e abbiamo convenuto che in quell?area la miglior logistica la potevamo offrire noi, in quanto avevamo progetti antecedenti la catastrofe. Secondo la stessa logica il coordinamento nello Sri Lanka è affidato ai tedeschi», spiega Milesi. Il meccanismo permette quindi di affidare i singoli interventi a chi meglio conosce il territorio e di azzerare i tempi di monitoring e gli sprechi di denaro. ?Forum for tsunami relief and rehabilitation?: è questo il nome che ActionAid International (ong che in India gestisce progetti di sviluppo fin dagli anni 70) ha dato al tavolo di coordinamento allestito a Chennai, capitale dello stato del Madras attraverso il quale «abbiamo offerto alle sigle nazionali e internazionali come Save the Children il nostro know how », annuncia Marco De Ponte, segretario generale della sezione italiana dell?associazione. «La nostra rete in quella zona», continua De Ponte, «è costituita anche da circa 20 ong locali che forniscono lo staff operativo dei 15 progetti attivi in questo momento negli stati del Tamil Nadu e di Kerala». L?intervento di ActionAid in queste ore sta svolgendo attività di primo soccorso e supporto psicologico grazie a 20 unità mediche mobili. I 33mila euro in donazioni private raccolti fino ad oggi (ma la stima è di arrivare, grazie anche al sostegno delle fondazioni d?impresa, a una cifra fra i 500mila e il milione di euro) contribuiranno a soccorrere circa un milione di persone in India, più altre 100mila fra Sri Lanka e Thailandia. Proprio in questo Paese, nella zona di Phuket, si concentra l?intervento di Terre des hommes. L?associazione ha stanziato un milione e 300 mila euro a favore di 2mila famiglie alle quali sono stati forniti kit di farmaci per l?igiene personale e potabilizzatori d?acqua. Tdh sta attivando collaborazioni con le amministrazioni locali. Cibo e latrine Il Vis si è invece fatto carico dell?attività di 600 Salesiani, distribuiti in 93 case della congregazione, che operano fra i rifugiati di India, Sri Lanka, Indonesia e Thailandia. Anche questa associazione opera in rete attraverso il Don Bosco network, che raggruppa le ong salesiane europee. Il versante della prevenzione delle epidemie costituisce il terreno di battaglia dell?Aifo, attiva in India con due équipe negli stati del Karnataka e Gudivada e in Indonesia con progetti di riabilitazione nelle zone di Aceh, Sud Sulawesi e Sumatra ovest. All?emergenza sanitaria stanno prvvedendo anche i due team di Cbm che sta operando con 100 cooperanti in India del Sud e nello Sri Lanka. Intervita ha scelto invece di correre in aiuto alla comunità di Muttam, spostando da Pune, dove facevano base, al sud dell?India una task force di 10 medici incaricati di distribuire cibo e costruire latrine per arginare le epidemie. «Siamo qui perché era una zona priva di assistenza così come segnalatoci da ActionAid», spiega Marco di Mauro, dg di Intervita, che aggiunge: «È la prima volta che operiamo spalla a spalla con un?altra ong».

Stefano Arduini Carmen Morrone


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