Volontariato
Cooperazione: la carta di Trento
Una provocazione da Trento e un appello alle ong: la cooperazione allo sviluppo non sia un progettificio. Fermiamoci a pensare.
È la terza legislazione che fallisce il tentativo di riformare la legge 49 sulla ?cooperazione allo sviluppo?. Ogni volta che un nuovo governo ci prova, cade. Casualità e coincidenza, certo. Siamo consci che la cooperazione non sia mai stata così prioritaria; né ieri e né oggi. Forse domani, quando si capirà che per abitare l?interdipendenza bisognerà fare i conti con la cooperazione con coloro che stanno oltre mare.
Ma sulla 49 non è mai stato facile fare fronte comune. Ha più di 20 anni ed avvalla una concezione di cooperazione non al pari con i tempi. Molto centrale (l?aiuto pensato qui), dipendente dalla politica estera, legata alle imprese italiane che beneficiano degli stessi aiuti, una concezione di ?sviluppo? slegata dai saperi dei territori.
Urge, quindi, una riforma perché la geografia stessa degli attori s?è complicata. Per fortuna. Non solo Organizzazioni governative e non governative ma comuni, sindacati, associazioni, movimenti, imprese, botteghe del mondo, associazioni di turismo responsabile, istituzioni per la microfinanza, etc. É proliferata la cooperazione decentrata fatta in rete con gli enti locali. Ci si è avvicinati molto alle comunità ed al governo dei loro territori venendo meno il ?professionismo? di esperti e cooperanti, spesso ben pagati. Insomma, la fotografia è di una mobilitazione di base che fa ben sperare. Il ?siamo tutti cooperanti?, dal Centro Sociale a Calzedonia, tanto per non far nomi, necessità però di regole, di un indirizzo politico. Urgono, inoltre, nuovi luoghi di formazione per spazzare via l?improvvisazione e che affronti la ?fatica del dialogo? che la cooperazione richiede. Un dialogo orizzontale, bidirezionale, quanto meno asimmetrico possibile.
Nasce quindi una volontà dal basso di elaborare e divulgare un documento che possa dare un contributo di pensiero originale a sostegno sia di un nuovo ?modus operandi? che ci riguarda tutti che di una nuova legge sulla Cooperazione internazionale. Un documento che deve spronare i diversi programmi elettorali http://unimondo.oneworld.net/article/view/157909/1/ come sollecitato dal CIPSI.
Riguardo la legge di riforma molto lavoro è già stato svolto nell?attuale legislatura dai vicepresidenti della terza commissione permanente al senato Tonini (DS) e Mantica (AN). Una sintesi, certamente perfettibile, ma che ha cercato di affrontare i nodi reali di una riforma.
Purtroppo l?ostruzione di una sinistra ?mai contenta? non ha permesso che questo testo possa esser di riferimento per la prossima legislatura. Ora diventerà l?ennesimo ?disegno di legge? da sommare ai precedenti.
Urge ?sortirne assieme?! Ricredere in un percorso possibile. Che non si fermi a discutere dell? ?agenzia si o agenzia no? oppure ?onlus dentro o fuori? ma che sappia declinare una cooperazione plurale evitando le ?guerre tra poveri? o beneficiari di esigui contributi.
A tal fine alcune organizzazioni di solidarietà internazionale hanno promosso un percorso per definire il ?pensiero? che porterà alla riforma della 49. Un percorso difficile che vorrebbe coinvolgere in primis le ONG italiane pur nella consapevolezza che quest?ultime faticano a rallentare. Spesso invischiate nel progettificio: progettare / fare / rendicontare non trovano il tempo per pensare. A tal fine siamo a provocare proprio il pensiero di ciascuno con questa prima ipotesi di ?carta di Trento per una migliore cooperazione?. I lettori possono da subito intervenire per dire la loro. Per dare il proprio contributo di riforma. Dal basso. Inedito.
Il seminario ?Nuova Cooperazione? (14 marzo p.v., Palazzo della Regione Autonoma Trentino ? Alto Adige, Piazza Dante, Trento) cercherà a sua volta di fare sintesi dei vostri suggerimenti per poi definire un documento finale da sottoporre alla firma di associazioni ed enti. La Carta verrà presentata ufficialmente al WSA di Civitas dal 9 all?11 maggio.
Sarà consegnata sia ai nuovi riformatori della prossima legislatura e sia a noi stessi continuamente chiamati a riformare le nostre istituzioni non governative e le filosofie che le animano.
Aspettiamo il vostro contributo.
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