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Cooperazione: il sottosegretario Mantica, “No all’agenzia”

Questa mattina alla Commissione esteri della Camera, la relazione del sottosegretario agli Esteri. Da leggere.

di Paul Ricard

Non vi è alcuna intenzione, da parte del governo di presentare, ‘sic et simpliciter’, un proprio progetto di riforma della Cooperazione ma, al contrario il governo ritiene che occorra prima, assieme al Parlamento, mettersi d’accordo sugli obiettivi e su cosa l’Italia intende sviluppare, sugli interessi nazionali da perseguire. E quanto ha riferito il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, questa mattina alla Commissione esteri della Camera. Il sottosegretario ha ricordato i tentativi infruttuosi conpiuti durate la precedente legislatura per approvare una riforma ed ha chiaramente detto che il governo ”esclude a priori” l’ipotesi di ripartire dall’agenzia che era al centro del progetto di legge della scorsa legislatura. Per il sottosegretario occorre definire un progetto che tenga conto delle nuove priorita’ geografiche in materia di destinazione degli aiuti e soprattutto dei ”cambiamento di mentalità” dei paesi destinatari che chiedono ora prevalentemente capacità tecnologica, obiettivo che a suo avviso può essere raggiunto attraverso la collaborazione tra il settore pubblico e quello privato. Mantica ha sottolineato l’esigenza di ”assicurare il ruolo centrale del Ministero degli esteri”, ”qualunque sia il modello prescelto” ed il coinvolgimento delle Ong, ma anche delle università, del mondo della ricerca, del mondo economico e produttivo. E il governo – ha aggiunto – intende aprire un confronto con tutti questi soggetti oltre che con il Parlamento, ”per decidere la strada da seguire”, sia essa quella di una riforma globale, di emendamenti alle norme vigenti, che del ricorso ad una legge delega. Tra gli altri problemi, il sottosegretario ha affrontato quello della ripartizione tra gli aiuti multilaterali e quelli bilaterali auspicando il superamento delle difficoltà burocratiche sopratutto in materia di trasparenza e di controlli, che ha fatto finora preferire la partecipazione a iniziative multilaterali e sottolineando anche l’esigenza di servirsi della cooperazione anche come di una ”opportunità di far conoscere il sistema Italia”.

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