Politica

Cooperazione: il ruolo delle province

Presentata una ricerca sulle azioni e le esperienze attuate dalle Province nella cooperazione decentrata

di Gabriella Meroni

”Coordinare gli interventi e mettere a rete i soggetti, per evitare di disperdere risorse preziose e partecipare alla crescita dello sviluppo globale e alla diffusione della democrazia”. Questo il ruolo che le Province svolgono nei programmi di cooperazione decentrata, come ha sottolineato oggi il Presidente di Tecla e Presidente della Provincia di Pisa, Andrea Pieroni, presentando a Rimini, al salone EuroPa, una ricerca sulle azioni e le esperienze attuate dalle Province nella cooperazione decentrata, realizzata dal Centro Studi di Politica internazionale e da Tecla, promossa dall’Upi e finanziata dal Ministero degli esteri. ”Le Province – ha sottolineato Pieroni – hanno assunto un ruolo significativo nelle politiche di cooperazione decentrata, perche’ riescono a mettere in relazione i territori e le comunita’: la Provincia, che e’ l’istituzione di governo di area vasta, e’ capace di svolgere al meglio la funzione di coordinamento delle iniziative sul territorio, mettendo in rete le attivita’ degli enti locali, dell’associazionismo e del volontariato, delle forze sociali. In questo modo e’ possibile utilizzare al meglio le risorse destinate allo scopo, che altrimenti risulterebbero inefficaci”. ”Il legame con le comunita’ degli stranieri che vivono nei nostri territori, e con i quali ci rapportiamo sui temi dell’inclusione e dell’accoglienza – ha aggiunto – ci consente di avere conoscenze e informazioni piu’ mirate sulle reali necessita’ dei Paesi cui rivolgiamo i nostri progetti. La nostra azione e’ soprattutto diretta a promuovere lo sviluppo locale, anche aiutando le comunita’ locali a costruire percorsi di partecipazione democratica”. Dai dati della ricerca, emerge che piu’ del 90% delle Province italiane svolge attivita’ di cooperazione decentrata, la maggior parte delle quali in esclusiva attraverso un ufficio appositamente creato o in cooperazione con associazioni, enti, onlus del territorio. Quanto al tipo di attivita’ realizzata , al primo posto vi sono le azioni di informazione e sensibilizzazione rivolte al proprio territorio, seguite dal coordinamento degli attori interessati, dalla programmazione degli interventi, fino alle azioni di fund raising e di erogazione di finanziamenti. Prioritari, per le Province, sono: i progetti per lo sviluppo di micro e piccola impresa, l’assistenza sociale, e, a seguire, quelli legati alla diffusione della democrazia e dei diritti umani, della salvaguardia ambientale e dello sviluppo sostenibile. I progetti sono nella quasi totalita’ realizzati in co-finanzimento con altre istituzioni (Ue, Stato, Regioni, Fondazioni altre Province o Comuni) anche perche’ i bilanci non consentono stanziamenti tali da consentire azioni singole: in media, ogni Provincia stanzia per progetti co-finanziati, circa 70.000 euro annui (cifra riferita ai bilanci del 2005). ”Siamo seduti su una polveriera – ha voluto sottolineare Massimo Rossi, Vice presidente dell’Upi e Presidente della Provincia di Ascoli Piceno – Se consideriamo lo stato di emarginazione, di inaccessibilita’ alle risorse, di assenza di democrazia in cui si trova a dover vivere la maggioranza della popolazione mondiale, credo che sia un dovere di tutti, e delle istituzioni per prime, di intervenire con determinazione”. ”Non si tratta di esportare il nostro sistema di sviluppo, che sta misurandosi con grandi problemi – ha aggiunto Rossi- ma di riprogettare e co-progettare un modello di sviluppo sostenibile. Dobbiamo costruire modelli economici tali da determinare un benessere reale diffuso, che ponga al centro la persona. Ecco perche’ la cooperazione decentrata deve partire dal basso, dai territori, dalla comunita’ e dai governi locali”. ”Perche’ e’ in questo modo – ha spiegato- che, attraverso lo scambio, si possono diffondere buone pratiche e portare avanti interventi capaci di incidere davvero sulle realta’ locali. Inoltre, da questa ricerca emerge, al di la’ delle criticita’ che andranno risolte, il rapporto costi benefici dei progetti realizzati o coordinati dalle Province e’ assolutamente vantaggioso, sia perche’ permette lo scambio di modelli di governo, sia perche’ la presenza di una istituzione locale obbliga al controllo e alla buona gestione delle risorse impegnate”.


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