Non profit

Cooperazione, il dibattito s’accende

Caro direttore, l’iniziativa di legge delega per la cooperazione allo sviluppo, annunciata in anteprima da Vita, è il segnale del cambiamento che aspettavamo dal governo

di Riccardo Bonacina

Caro direttore, l?iniziativa di legge delega per la cooperazione allo sviluppo, annunciata in anteprima da Vita, è il segnale del cambiamento che aspettavamo dal governo. Il ministro degli Esteri dà inizio al cammino per realizzare quanto definito nel programma dell?Unione: cooperazione come parte fondamentale e qualificante della politica estera italiana, maggiore equità e giustizia nei rapporti internazionali, lotta alla povertà, impegno per il raggiungimento degli obiettivi del millennio dell?Onu. La pace si costruisce innanzitutto così. Speriamo che il dibattito parlamentare sia di arricchimento e non di freno. Già nel decennio passato si è perso tempo prezioso. Sarebbe imperdonabile perderne ancora. La previsione di un?Agenzia autonoma per l?attuazione e gestione delle attività corrisponde a quanto auspicato da molti attori della cooperazione. Stando alle anticipazioni di Vita, essa potrà gestire non solo fondi pubblici ma anche fondi privati. Un punto va subito evidenziato e chiarito in proposito. Fondi privati non dovrà mai significare ?fondi dei privati?, quei fondi cioè che la società civile, le ong e le associazioni già raccolgono per contribuire al finanziamento dei progetti di sviluppo realizzati con i partner delle società civili dei Paesi più poveri. Se da un lato è bene che l?Agenzia gestisca anche fondi di istituzioni bancarie e finanziarie private ai fini della massima ampiezza ed efficacia degli interventi, dall?altro essa dovrà sempre rispettare il limite invalicabile dello spazio proprio della società civile, senza mai invaderlo. Dovrà saper valorizzare, invece, le opportune sinergie con le ong e le organizzazioni della società civile valorizzando il principio della sussidiarietà. Nino Sergi, segretario generale Intersos La lettera di Nino Sergi(oltre a molte altre che non riusciamo a pubblicare), indicano quanto sia vivo il dibattito sulla cooperazione allo sviluppo in Italia. Quanto sia vivo e quanto cresca di intensità, anche grazie, dobbiamo ammetterlo, ad una tostissima viceministra, l?on. Sentinelli, cui è andata la delega. Si discute sulla nuova legge e di come cambiare la prospettiva del cooperare. Si discute di numeri, come hanno fatto i prof di lavoce.info. L?Italia ha erogato aiuti per 2 miliardi di dollari all?anno nel periodo 2000-2004, un terzo di quanto hanno dato Francia, Germania e Regno Unito. Ma ad essere preoccupante, per Daveri che ha pubblicato su la voce.info il suo j?accuse, è il dato sui flussi privati (investimenti delle multinazionali, prestiti obbligazionari e bancari e crediti privati alle esportazioni). Quelli provenienti dall?Italia verso i Pvs sono inferiori sia a quelli della Francia che della Germania, e solo un quinto di quelli del Regno Unito e della Spagna. Un sintomo della perdita di competitività del nostro Paese, conclude l?economista. Ecco, questi sono i fondi privati questione, riteniamo, non quelli raccolti dalle ong.


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