Mondo
Cooperazione a meno 70
La Farnesina prepara nuovi tagli agli aiuti allo sviluppo
di Paolo Manzo
Settanta, ovvero la percentuale di riduzione dei progetti finanziati rispetto al 2009 che viene annunciata
il 19 luglio. E intanto
la mancanza di personale della Direzione generale impedisce il saldo di
30 milioni di crediti vantati dalle ong La cooperazione internazionale italiana sta morendo. Anzi, sostengono molti dirigenti delle ong di differente matrice (cattolica, laica e post comunista), «per come stanno le cose sarebbe bene chiuderla e celebrarne il funerale. Almeno qualcuno si accorgerebbe di un settore che è per legge parte integrante della politica estera». Al di là degli slogan i numeri parlano chiaro e la mancanza di risorse umane e finanziarie in cui è versa la Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo è tragica (vedi anche servizio a pag. 22).
Più a breve termine, lunedì 19 luglio è previsto un Direzionale alla Farnesina che promette scintille perché i numeri mai come quest’anno sono lontani dalle promesse. Per il 2010 erano infatti a disposizione della Dgcs 18 milioni di euro da allocare alle ong. Sinora sono stati approvati 19 progetti, usando poco più di un terzo dei fondi disponibili che, tra l’altro, si sono ulteriormente ridotti perché un’organizzazione non governativa ha vinto una causa contro la Direzione generale. In tutto 5 milioni di euro che devono essere sottratti ai 18 iniziali. In base ad informazioni in nostro possesso, il 19 luglio i progetti approvati dal Direzionale non saranno più di dieci. Inoltre, con il ritmo attuale di allocazione delle risorse l’anno in corso si chiuderà con la miseria di 40 progetti portati a casa: il 70% in meno rispetto al 2009, il 50% in meno rispetto a quanto promesso non più tardi del 15 dicembre scorso in una riunione alla Dgcs.
Un disastro annunciato, rivelano fonti interne al ministero degli Esteri, ed imputabile soprattutto alla scelta politica di depotenziare la Farnesina, sottraendo funzioni e risorse per favorire altri soggetti, siano essi la Protezione civile o specialisti alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio, come a suo tempo fu per Barbara Contini in Darfur.
La mancanza di risorse umane della Dgcs porta inevitabilmente al rallentamento dell’approvazione dei progetti, mentre i crediti che le ong vantano nei confronti del ministero degli Esteri ammontano ad oltre 30 milioni di euro. Per smaltire gli arretrati, alla Dgcs ritengono siano sufficienti sei persone, distaccate per un anno da altre amministrazioni pubbliche. La richiesta è stata fatta tempo fa non solo al ministro Brunetta ma persino alla Guardia di Finanza. A dimostrazione dell’interesse verso il settore della cooperazione, sinora non c’è stata nessuna risposta.
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