Economia

Cooperative, sono 14 le italiane che hanno un peso nel mondo

Le più grandi realtà del nostro Paese hanno un valore complessivo della produzione pari a 66,82 miliardi di dollari, più del 3% del fatturato globale. I dati emergono dalla nuova edizione del World Cooperative Monitor, presentato da Euricse e Aci. L'esempio della resilienza del modello cooperativo di fronte alle sfide globali, tra cui quella della pandemia e le crisi finanziarie e sociali

di Redazione

Sono quattordici le cooperative italiane inserite stabilmente nella classifica delle più grandi realtà mondiali del settore, con un valore complessivo della produzione di 66,82 miliardi di dollari, più del 3% del fatturato globale. Sul fronte nazionale si registra l’ingresso di Manutencoop al 293° posto, mentre rimangono sostanzialmente invariati i piazzamenti di Conad (26° posto, la più grande delle italiane) e Coop Italia (29° posto). Sono alcuni dei dati che emergono dalla nuova edizione del World Cooperative Monitor, presentato dall’Istituto europeo di ricerca sulle imprese cooperative e sociali (Euricse) e dall’Alleanza internazionale delle Cooperative (Aci) durante un seminario in collaborazione con Icett (un think thank composto da grandi cooperative e gruppi cooperativi impegnati con Ica nello studio e nell’approfondimento di varie tematiche legate al mondo cooperativo).

Citando il rapporto di ricerca sulle cooperative mondiali, il presidente di Euricse, Mario Diani, ha spiegato che «i tempi stanno cambiando e l’emergere di economie incentrate sulla persona, sulla condivisione delle risorse, sull’efficienza delle medesime e sulla sostenibilità è una tendenza tutt’altro che transitoria. Negli ultimi undici anni il World Cooperative Monitor ha dimostrato la resilienza del modello cooperativo di fronte alle sfide globali, tra cui quella dell’ultima pandemia e le crisi finanziarie e sociali. I dati contenuti nel Rapporto testimoniano la capacità delle grandi cooperative di attivare risorse importanti in momenti di grande difficoltà».

Sulla rilevanza a livello mondiale del Report, il segretario generale di Euricse, Gianluca Salvatori, ha sottolineato che «stiamo vivendo una inedita stagione di visibilità per l’economia sociale e in tutto il mondo si moltiplicano le iniziative che danno risalto a questo modello nelle attività economiche: dal Piano europeo per l’economia sociale alla Raccomandazione dell’Ocse, fino alla Risoluzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) che indica l’economia sociale e solidale, come vettore concreto per poter garantire un lavoro dignitoso a tutti. È quindi sempre più importante che l’economia sociale e i suoi attori, tra cui le cooperative, sia riconosciuta anche per l’importanza che ha in termini di dimensioni. Questa è un’ulteriore conferma e sfida per il World Cooperative Monitor, che deve contribuire a costruire una conoscenza più accurata dell’economia sociale, per la componente cooperativa».

Nella classifica del World Cooperative Monitor le cooperative italiane sono passate da tredici a quattordici, con l’ingresso di Manutencoop al 293° posto. Complessivamente valgono più del 3% del fatturato totale delle 300 più grandi cooperative al mondo (dati 2020): sono Conad, Coop Italia, Reale Mutua, Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, Cattolica Assicurazioni, Gruppo Cassa Centrale, Agricola Tre Valli, Gesco, Cef, Granlatte, Gruppo Itas, Unione Farmaceutica Novarese, Acmi e Manutencoop.

Guardando ai singoli settori, in ambito servizi Manutencoop è seconda, seguita da Coopservice (terza), Fai Service (sesta), Cns (ottava) e Cir Food Sc (nona). Nel commercio troviamo Conad e Coop Italia, rispettivamente settima e ottava, mentre tra le industrie il gruppo Sacmi – Società Anonima Cooperativa Meccanici Imola – è all’ottavo posto. Nel settore finanziario il Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea è al nono posto.

Il fatturato complessivo delle 300 più grandi organizzazioni cooperative ha toccato nel 2020 2.171 miliardi di dollari: il settore assicurazioni (101 imprese) rappresenta la fetta più consistente, poi seguono quello agricolo (100 imprese) e quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio (59 imprese). Sono lievi le variazioni, rispetto allo scorso anno, nelle prime posizioni in tutti i settori. Guardando ai vertici della Top 300, il podio vede al primo posto la francese Groupe Crédit Agricole, seguita dalle tedesche Rewe group e Cooperative Financial Network Germany – Bvr, rispettivamente al secondo e terzo posto. La maggioranza delle organizzazioni in classifica si trovano nei Paesi industrializzati: gli Stati Uniti sono presenti con 71 imprese, la Francia con 42, la Germania con 31 e il Giappone con 22.

Il World Cooperative Monitor presenta anche una classifica di fatturato in relazione al Pil pro capite, con il proposito di mettere in relazione i dati economici con l’effettiva ricchezza di ogni singolo Paese. In questa seconda graduatoria le prime due posizioni della Top 300 vanno a due cooperative agricole indiane, Iffco e la Gujarat Cooperative Milk Marketing Federation, rispettivamente prima e seconda, mentre la francese Groupe Crédit Agricole è terza.

Il Report 2022 dedica un capitolo specifico al tema della digitalizzazione, evidenziando in che modo i grandi gruppi cooperativi hanno saputo adattarsi ai cambiamenti derivanti dall’uso degli strumenti digitali, per consolidare e rafforzare i principi dell’identità cooperativa, come la partecipazione e il coinvolgimento dei soci. L’analisi, basata sui risultati di un’indagine condotta in diversi settori di attività, si posiziona in maniera complementare rispetto a quanto è stato già prodotto nelle precedenti edizioni del World Cooperative Monitor, che avevano messo il focus sull’impatto dato dalla pandemia da Covid-19 (Report 2020) e sulle azioni messe in campo dalle grandi cooperative per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Report 2021). In relazione al focus di quest’anno, tra gli esempi il Monitor cita quelli dell’Organizzazione delle Cooperative Brasiliane (Ocb), che sta lavorando intensamente proponendo corsi specifici e attività di formazione sulla digitalizzazione per le proprie associate. In Italia, il riferimento va al progetto “Cooperazione Digitale”, promosso dall’Alleanza delle Cooperative Italiane con il supporto di Google.org, la divisione filantropica di Google, con l’obiettivo di mettere nelle condizioni di cogliere le opportunità offerte dalla trasformazione digitale tutte le imprese cooperative e non profit, dando priorità a quelle vulnerabili.

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