Cultura

Cooperative sociali, nuova legge in Friuli Venezia Giulia

Il commento di Agci-Solidarietà, Federsolidarietà-Confcooperative e Legacoopsociali alla nuova normativa

di Redazione

Il Friuli Venezia Giulia ha da ieri una nuova legge sulla Cooperazione sociale. Il Consiglio regionale ha, infatti, licenziato mercoledì 4 ottobre, il disegno di legge 195/06. Tra gli elementi significativi e innovativi del nuovo provvedimento, che interessa 6mila soci lavoratori in tutta la regione il bavaglio contro le gare al massimo ribasso, la forte tutela delle Cooperative sociali regionali grazie al divieto dei salari convenzionali in passato applicati dalle Cooperative extra-regionali, la valorizzazione delle Cooperative sociali “virtuose” in termini di qualità nell’erogazione dei servizi e degli inserimenti lavorativi di persone svantaggiate, la rigorosa applicazione del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) delle Cooperative sociali. Un risultato positivo quello raggiunto dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, ottenuto grazie alla stretta collaborazione tra tutte le forze politiche e al fattivo contributo delle tre Centrali Cooperative regionali. «La legge approvata oggi da una larghissima maggioranza del Consiglio regionale superiore alla maggioranza di Governo (a favore hanno votato centrosinistra e Udc, astenute le altre forze politiche, nessun voto contrario, ndr) è sicuramente una buona legge» evidenziano Agci-Solidarietà, Federsolidarietà-Confcooperative e Legacoopsociali-, «frutto di un lavoro intenso e serrato portato avanti da tutte le forze politiche che siedono in Consiglio regionale. Un sentito ringraziamento e apprezzamento all’assessorato regionale alle attività produttive nonché a tutte le forze politiche di maggioranza e minoranza per il lavoro di sinergia attuato in aula, e prima nella competente commissione, e alle associazioni sindacali”. La nuova legge sulla Cooperazione sociale del Friuli Venezia Giulia completa un percorso di attenzione nei confronti del sociale. Si tratta di un provvedimento che non solo riorganizza compiutamente il comparto ma che, grazie alla novità di alcuni aspetti, saprà fungere da strumento di rilancio per la Cooperazione sociale regionale. Tra gli elementi innovativi lo stop all’assegnazione degli appalti per gli inserimenti lavorativi soltanto con il criterio del massimo ribasso, attenzione invece alla qualità dei servizi erogati. Istituita la rotazione parziale per gli affidamenti diretti da parte degli Enti locali, delle tre Cooperative sociali un tempo invitate un terzo sarà a rotazione. L’articolato prevede inoltre una tutela delle Cooperative sociali regionali nei confronti di quelle provenienti da fuori regione. Ulteriore punto qualificante la previsione di un percorso regolamentare in materia di contributi pubblici alla Cooperazione sociale che vada verso un superamento del principio comunitario del “de minimis” per quanto concerne gli inserimenti lavorativi di soggetti svantaggiati previsti dalla legislazione regionale.

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