Economia
Cooperative sociali, fatturato 4 miliardi di euro
I dati sono stati forniti al convegno organizzato da Confcooperative-Federsolidarieta' oggi a Roma
Il settore della cooperazione sociale, cui aderiscono circa 6.000 cooperative ha un fatturato di quasi 4 miliardi di euro, 140-150.000 lavoratori, circa 20.000 volontari. In questo quadro la Federsolidarieta’ rappresenta oltre 3.000 cooperative sociali nelle quali lavorano piu’ di 90.000 persone, circa 15.000 a titolo volontario e 50.000 che viaderiscono anche se non quotidianamente.
Questi dati sono stati forniti al convegno organizzato da Confcooperative-Federsolidarieta’ sul tema ”La cooperazione sociale nel decennale della legge 381”. Federsolidarieta’, ha detto il suo presidente Franco Marzocchi, non rappresenta solo delle imprese, ”ma un’idea di impresa. Un’impresa particolare che e’ libera, indipendente, autonoma, privata nella sua forma giuridica, ma orientata a interessi che trascendono quelli dei soci e pubblica negli obiettivi. Un’impresa, percio’, il cui potere e’ delle persone e non del capitale in cui tutti i soci sono chiamati a contribuire al suo orientamento”.
”Noi – ha aggiunto Marzocchi – assumiamo una posizione originale, non riconoscendoci ne’ nello statalismo che ha dominato gli ultimi due decenni di politiche sociali, ne’ in una logica di privatizzazione delle risposte a bisogni sociali. Federsolidarieta’ ha sempre assunto un chiaro e deciso orientamento alla sussidiarieta”’. Lo sviluppo non e’ solo pil ma anche valorizzazione delle diversita’ e rispetto degli ideali e della sussidiarieta”’, ha detto il presidente della Confcooperative Luigi Marino
intervenendo al convegno. ”Noi non siamo per un welfare tutto pubblico ne’ per un welfare tutto privato – ha proseguito Marino – le cooperative sono uno strumento eccellente di stato sociale”.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.