Economia

Cooperative sociali, è boom di ricavi

Per l'Istat sempre più numerose

di Redazione

Le cooperative sociali? Femmine e meridionali. E sempre più numerose: 7.363 a fine 2005, con un aumento del 19% rispetto a due anni prima. La fotografia più aggiornata e completa del settore arriva come al solito dall?Istat, che l?ha pubblicata, come fa ogni due anni, lo scorso 12 ottobre. I trend della cooperazione sociale, che dà lavoro a 244mila persone, sono tutti buoni: crescono di numero, allargano la base sociale, aumentano la produzione.

Le imprese sociali più diffuse (6 su 10) sono quelle di tipo A, che erogano servizi socio-sanitari ed educativi (non a caso, i principali destinatari sono i minori, in un terzo del totale); le cooperative sociali di tipo B, che impiegano soggetti svantaggiati rappresentano invece un altro terzo mentre una fetta minore del mercato è occupata dalle coop miste A+B (4,3%) e dai consorzi (3,9%).

A sorpresa, le regioni d?Italia in cui queste imprese sono più diffuse sono quelle meridionali: una coop su 3 ha infatti sede da Roma in giù, mentre a livello regionale è la Lombardia a contare il maggior numero di realtà (1.191). Al 31 dicembre 2005 erano oltre 278mila le persone che, a vario titolo, operavano in una cooperativa sociale, e di queste oltre 211mila erano dipendenti, oltre 31mila collaboratori, oltre 30mila volontari, circa 3.400 volontari in servizio civile e 733 religiosi.
Anche nel settore delle risorse umane quasi tutti i numeri sono positivi: +26,2% il personale complessivo, addirittura +159% i lavoratori interinali, mentre diminuiscono piuttosto nettamente i religiosi (-9,2%) e rimangono sostanzialmente stabili i ragazzi in servizio civile (+1,7%). Ben 7 operatori su 10, infine, sono donne, mentre tra i volontari si raggiunge una sostanziale parità tra maschi e femmine.

Nonostante le dimensioni piuttosto contenute della maggior parte di queste imprese – la media del personale retribuito per struttura è di 34 addetti, e solo il 15,6% del totale ne impiega da 50 in su – il peso economico delle cooperative sociali è notevole: il valore della produzione supera infatti abbondantemente i 6 miliardi (6.381 milioni di euro, per la precisione), e si rivela in crescita sia per quanto riguarda i ricavi (+32,2%) sia per quanto riguarda i costi (+33,6%), tutti segni di una vitalità economica notevole. Ad avvantaggiarsene sono innanzitutto i destinatari dei servizi erogati dalle cooperative sociali, e cioè (per le coop di tipo A) gli utenti di residenze protette, asili nido, centri diurni e comunità; nel caso delle coop di tipo B i soggetti svantaggiati che in queste strutture trovano un lavoro che altrimenti faticherebbero a recuperare.
Secondo l?indagine Istat sono oltre 30mila, soprattutto disabili (46,3%), tossicodipendenti (16%) e paziente psichiatrici (15%).


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