Una cooperativa su sei prevede di espandere la propria attività durante l’anno appena iniziato. Una su quattro aumenterà gli investimenti, ma, dopo sei anni di crisi, i ritardi nei pagamenti e le difficoltà con il credito, in primis, pesano anche sulla cooperazione, e i contraccolpi fanno sì che per la prima volta l’occupazione, cresciuta anche nei sei anni di crisi, conoscerà una flessione. Nelle previsioni per il 2014 sette cooperative su dieci prevedono di conservare i livelli occupazionali, due imprese su dieci prevedono di ridurli una su dieci ha in programma di aumentarli.
Sono questi alcuni dei risultati che emergono dalla prima indagine congiunturale sugli ultimi quattro mesi del 2013 e le previsioni per il primo quadrimestre 2014 (scaricabile in allegato a destra), prodotta dal lavoro congiunto dell’Ufficio Studi Agci, dall’Area Studi Confcooperative e dal Centro Studi Legacoop. Lo studio ha per oggetto un campione di cooperative rappresentativo delle 43.000 aderenti all’Alleanza delle Cooperative Italiane, che danno lavoro a 1.200.000 persone sviluppando un fatturato di 140 miliardi, pari all’8% del Pil.
Questa “domanda anemica” si accompagna a un peggioramento ulteriore per l’accesso al credito: nell’ultimo quadrimestre 2013 tra le cooperative che hanno richiesto un prestito il 17,1% non l’ha ottenuto, il 14,1% ha ricevuto meno di quanto necessario, il 15,4% ha ricevuto richieste di rientro, mentre il 31% ha segnalato un rialzo dello spread. I tempi di pagamento sono migliorati per l’11,4% delle imprese mentre ben il 27,1% denuncia – nonostante gli interventi del Governo per sbloccare i crediti verso la PA – un ulteriore peggioramento. La liquidità disponibile viene giudicata buona, così, solo dal 31,3% delle cooperative. Questo quadro giustifica una “coltre di scetticismo” sull’anno appena iniziato: neanche una cooperativa su dieci (8,2%) è fiduciosa sui destini dell’economia italiana, mentre una su tre (34,7%) teme un ulteriore avvitamento. Crescono le cooperative che lamentano i danni ricevuti da dumping e concorrenza sleale.
Il giudizio sull’andamento della domanda è molto pesante per l’ultimo quadrimestre 2013 – negativo per il 57,8% delle cooperative e positivo solo per il 4,5% – mentre, pur restando negativo, migliora sul fronte previsionale, essendo negativo per il 21,1% e positivo per il 15,4% degli interpellati. Questa leggera schiarita non si riverbera, però, sul fatturato, che in questo quadrimestre diminuirà per una cooperativa su quattro (24,2%) mentre migliorerà solo per una su cinque (21,1%).
Nonostante tutto ciò la cooperazione continua a scommettere su di sé. Il numero di grandi cooperative che registra un aumento di fatturato è più rilevante di quelle che ne denunciano una diminuzione; il contrario si verifica (con maggiore intensità) per le Pmi. (Combinando le due opposte dinamiche, si può concludere che il fatturato complessivo è rimasto stabile o è leggermente aumentato rispetto al 2012). Le più grandi, ritengono di poter crescere (in termini di fatturato) più di quanto non prevedano per la domanda complessiva e per l’economia nel suo insieme. Il 23,4% delle imprese programma, infatti, di aumentare durante i primi mesi di quest’anno gli investimenti; il 16,9% prevede un’espansione della cooperativa (a fronte di un 12,8% che immagina un arretramento); il 17,9% sta mettendo in cantiere accordi, integrazioni e fusioni per sviluppare migliori sinergie.
Le conseguenze negative del perdurare della crisi, temute e annunciate si sono riflesse anche sull’occupazione. Dopo sei anni di tenuta l’occupazione inizia, infatti, a dare i primi segni di cedimento anche in ambito cooperativo. Nell’ultimo quadrimestre 2013 il 19,5% prevedeva tagli e solo il 15% aumenti. Una forbice che si allarga ancora nelle previsioni per il primo quadrimestre 2014, con i tagli confermati dal 20% delle cooperative ma gli incrementi occupazionali messi in programma solo dal 10,7%. Per la prima volta da dieci anni l’occupazione conoscerà dunque una flessione anche in ambito cooperativo.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.