Non profit
Cooperative, nasce la grande alleanza a tre. Un patto federativo per avere un’unica voce nel dialogo con le istituzioni Si arriverà alla fusione?
Svolta storica
di Redazione

Peppone e don Camillo addio. Anche nel mondo delle cooperative italiane, da più di mezzo secolo nella stessa trincea ma divise da rigidi steccati “bianchi” e “rossi”, nasce il terzo polo. A gennaio, infatti, debutta l’alleanza fra le tre centrali cooperative italiane: Confcooperative, Legacoop e Agci. Non si tratta di una fusione, ma di un patto federativo. Che vale 126 miliardi di fatturato, pari al 5,3% del valore aggiunto nazionale, più di un milione di occupati e 43mila imprese.
Un gigante dell’economia che vanta al suo interno alcuni dei motori del sistema Paese, sia in termini di ricavi che per occupazione, come le Banche di credito cooperativo, il gruppo Unipol e il colosso della distribuzione Coop. «È in corso un dialogo che porterà alla costituzione del coordinamento unitario che presenteremo ufficialmente a gennaio», hanno detto Luigi Marino (Confcooperative), Giuliano Poletti (Legacoop), Rosario Altieri (Agci), in una nota congiunta.
Tre anime distinte, con le rispettive autonomie che verranno mantenute, ma una sola voce. Che per il 2011 sarà quella di Luigi Marino. «Il tema dell’unità è nel dna dei cooperatori», dice il neo portavoce del movimento cooperativo italiano. «Ne discutiamo da tempo, almeno da vent’anni. E oggi finalmente ci presentiamo con una veste sola, più definibile e visibile per dialogare con le imprese e le istituzioni. Questo è un primo grande passo verso obiettivi sempre più importanti. Perché dobbiamo superare pregiudizi e difficoltà, unendo le nostre forze». La federazione delle coop italiane arriva dopo un lungo percorso di avvicinamento, come la nascita di Cooperfidi Italia, che mette assieme nove Confidi regionali e 13 contratti di settore firmati tutti insieme.
«Non siamo una holding», continua Marino, «ma un organismo di sindacato e rappresentanza. Una delle grandi sfide da affrontare sta nel stimolare la crescita del mondo cooperativo».
Spiega Poletti di Legacoop: «La costituzione del coordinamento unitario ci porterà a confrontarci con le istituzioni e le parti sociali con una posizione comune e ciò consentirà una semplificazione e il rafforzamento del ruolo della cooperazione dentro i percorsi di concertazione e delle politiche future del Paese».
Primo capitolo di una fusione definitiva tra i movimenti cooperativi? «È presto per dire quale sarà il traguardo che raggiungeremo assieme. Ma in prospettiva possiamo immaginare momenti di organizzazione unitaria nei vari settori».
Le tre centrali coop continueranno ad avere i rispettivi presidenti, rispettivi patrimoni e le imprese associate, ma l’interlocutore sarà unico, uno solo parlerà per tutti, le mosse verranno giocate all’unisono come di fatto avviene già per le partite che contano. Nome e logo sono allo studio: Alleanza delle cooperative, Coordinamento cooperativo, Federazione delle cooperative tra le denominazioni circolate in vista del battesimo.
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