Economia

Cooperative, le tappe del governo per la riforma

In Gazzetta la legge delega sul diritto societario, al via la Commissione legislativa. Le coop: "Apriamo un dialogo"

di Benedetta Verrini

La legge 366 del 3 ottobre 2001, che dispone la delega al governo per la riforma del diritto societario, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale (GU n. 234 dell?8 ottobre 2001). Entra in vigore martedì 23 ottobre e da questa data il governo ha un anno di tempo per predisporre i decreti legislativi che dovranno dare attuazione ai principi contenuti nella delega. Uno di questi decreti presumibilmente riguarderà le cooperative, visto che sull?articolo 5 della delega, in questi mesi, si sono aperti diversi fronti di discussione e da più parti è stata invocata anche la via dello stralcio. Vita ha individuato la tabella di marcia del governo con l?aiuto di uno dei ?saggi? della commissione incaricata di redigere il testo dei provvedimenti: Enrico Bellezza, notaio esperto di diritto societario. E sui punti nodali della riforma del diritto cooperativo, Confcooperative invoca la necessità di un confronto costruttivo con il governo per evitare la creazione di norme ostili e discriminatorie. Chiusa la battaglia parlamentare sulla legge delega, il governo ora ha un anno di tempo per redigere la riforma del diritto societario. La Commissione di tecnici che deve effettuare la stesura dei provvedimenti è già ai nastri di partenza: sarà presieduta dal sottosegretario alla Giustizia Michele Vietti ed è composta da 36 docenti universitari ed esperti di diritto commerciale e penale. «Attendiamo in queste ore il via libera del ministro dell?Economia, Giulio Tremonti», spiega Enrico Bellezza, «poi avremo le prime riunioni di coordinamento e saremo suddivisi in gruppi di lavoro impegnati su fronti diversi». La commissione dovrà presentare i testi dei decreti al Consiglio dei ministri. Questi poi saranno sottoposti alle Camere per un parere (da rendere entro 60 giorni), infine si procederà all?emanazione. «Tecnicamente, dovremo concludere il nostro lavoro entro il 15 aprile 2002» continua Bellezza. «La materia da trattare è a dir poco ponderosa, ma potremo unire la nostra esperienza con il prezioso bagaglio culturale che ci hanno lasciato i lavori della commissione Mirone. Inoltre, a titolo personale, posso dire che non dovrebbero esserci preclusioni al confronto con chi vuole offrire la propria esperienza del settore, come nel caso delle cooperative». Ma quali sono i temi che stanno a cuore proprio al mondo cooperativo e che il governo non potrà trascurare? Confcooperative ha in più occasioni chiesto di precisare i criteri per riconoscere le cooperative costituzionalmente riconosciute, di inserire nel quadro normativo i consorzi agrari e, ugualmente, offrire alle coop non riconosciute possibilità e incentivi per il rientro nell?alveo della cooperazione riconosciuta. Per realizzare tutto questo, viene ribadita al governo la richiesta di aprire un dialogo con l?intero mondo della cooperazione.


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