Economia

Cooperative e vantaggi fiscali, si discute

il presidente della Lega delle Cooperative Giuliano Poletti contrario alla proposta di Fassino, Claudio Levorato, presidente di Manutencoop e componente del cda di Holmo invece è favorevole

di Redazione

”Le norme che regolano le attivita’ delle cooperative sono in vigore solo da un anno, e’ quindi prematuro e inopportuno ipotizzare una loro revisione”. E’ quanto sottolinea il presidente della Lega delle Cooperative Giuliano Poletti in risposta a quanto affermato nella serata di ieri dal segretario dei Ds Piero Fassino nel corso della trasmissione ‘Porta a Porta’. ”Ieri sera – afferma Poletti – l’onorevole Fassino, trovando il consenso del presidente di An Gianfranco Fini, ha sostenuto l’opportunita’ di una revisione della legislazione che regolamenta le cooperative”. Ebbene, spiega, ”si tratta di una posizione gia’ emersa in queste ultime settimane nell’ambito del dibattito politico sulla cooperazione innescato dalle vicende che hanno visto protagonista il gruppo Unipol, che, evidentemente, e’ il segno, quantomeno, di una insufficiente conoscenza del fatto che le norme che regolamentano le cooperative sono state profondamente modificate dalla riforma del diritto societario entrata in vigore solo un anno fa”. In quel contesto, ricorda il leader della Lega delle Cooperative, ”e’ stato svolto un lavoro che, partito da linee di fondo che denunciavano un chiaro intento punitivo nei confronti dell’esperienza cooperativa, e’ poi sfociato, grazie ad un positivo confronto tra la Commissione Vietti e le organizzazioni cooperative, in un testo condiviso dal Parlamento e che, pur criticabile per aspetti come quello della possibilita’ di trasformarsi in Spa, ha il merito di ribadire la funzione sociale della cooperazione a carattere mutualistico”. La nuova legislazione, ricorda, ”individua nella mutualita’ il principio distintivo dell’impresa cooperativa rispetto alle altre e ne fa il tratto unificante di tutta la cooperazione. E’ insomma nello scambio mutualistico, nel grado di soddisfacimento dei bisogni dei soci, che la nuova legge riconosce una meritevolezza particolare, sotto il profilo sociale, alle imprese cooperative. A tutte le imprese cooperative: senza distinzione di attivita’ o di dimensioni di impresa, ma solo sulla base della loro coerenza con la propria missione e della loro capacita’ di rispondere al meglio ai bisogni dei soci”. ”Un obiettivo, come e’ facilmente comprensibile – prosegue Poletti – che richiede alle cooperative di essere efficienti, anche attraverso una crescita delle dimensioni di impresa, in modo da poter competere efficacemente sul mercato”. Quindi, ripete, ”parlare adesso di una nuova regolamentazione per le cooperative”, a meno di un anno dalla loro concreta applicazione, ”appare quanto meno prematuro e inopportuno, in quanto si correrebbe il rischio di riaprire una pericolosa fase di incertezza normativa che la riforma del diritto societario ha appena chiuso”.
”Sostengo la necessita’ di operare una revisione della legislazione che regola le cooperative, ma probabilmente non nella stessa direzione di cui ha parlato il segretario dei Ds Piero Fassino”. Lo ha detto, a margine di un convegno, Claudio Levorato, presidente di Manutencoop e componente del cda di Holmo. Poi, entrando nel dettaglio, ha spiegato: ”Credo ci sia la necessita’ di modificare quel discrimine che e’ stato posto tra cooperative a mutualita’ prevalente e coopertiva a mutualita’ non prevalente. Queste ultime sono un ‘mostriciattolo’ che comporta la divisibilita’ del patrimonio accumulato dopo l’entrata in vigore della legge. Il pilastro su cui si fonda la cooperazione, invece, e’ l’indivisibilita’ e l’indisponibilita’ ai soci del patrimonio accumulato”. Secondo Levorato ”l’indivisibilita’ del patrimonio garantisce, infatti, la continuita’ al di la’ e oltre i soci del momento. Quello delle cooperative e’ e deve restare un patrimonio intergenerazionale e in questa direzione la legislazione puo’ essere rivista”. Per quel che riguarda, poi, il trattamento fiscale di favore, questo puo’ essere visto non sulla base della soggettivita’ della cooperativa, ma in funzione del merito dei comportamenti”. ”In sostanza la differenza nel trattamento fiscale verso le cooperative -ha spiegato Levorato- potrebbe essere non tra le cooperative e le societa’ di capitali, ma fra cui accumula, capitalizza e quindi arricchisce l’impresa investendo nello sviluppo e nel creare nuovo lavoro e chi, invece, si da’ alla speculazione finanziaria”. Il presidente di Manutencoop resta convinto che le agevolazioni fiscali per le cooperative debbano essere confermate visto che il loro patrimonio e’ indivisibile, cosi’ come gli utili e ritiene che le agevolazioni debbano essere stabilite con ”una modulazione basata sull’intensita’ dello scambio mutualistico. Per esempio -ha spiegato- se una cooperativa fa le proprie attivita’ per l 90% con i propri soci, la sua tassazione degli utili non distribuiti puo’ essere pari al solo 10% residuo”.

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