Economia

Cooperative, comincia l’esame della Commissione europea

Al vaglio le agevolazioni fiscali dopo le denunce dei big della grande distribuzione. Prorogati i termini per la petizione "Giù le mani dalle cooperative"

di Redazione

L’Antitrust Ue mette nel mirino i vantaggi fiscali previsti dalle normative italiane per le maxi cooperative. “Nel pomeriggio il commissario Ue alla Concorrenza Neelie Kroes -ha detto il suo portavoce Jonathan Todd- informera’ i colleghi dell’invio di una lettera dei suoi servizi all’Italia” sul caso. Fonti Ue hanno spiegato che sara’ nell’interesse di Roma rispondere al piu’ presto ai dubbi di Bruxelles circa la compatibilita’ di tali sgravi con le norme Ue sugli aiuti di Stato. In caso di risposta insoddisfacente la commissione potrebbe decidere di procedere contro l’Italia nella cornice di un’indagine per gli aiuti esistenti. Il mondo cooperativo reagisce con una petizione per difendere storia e funzione dell’impresa cooperativa.

L’EUROPA
La Commissione europea, in base alle norme Ue sugli aiuti di stato, ha chiesto precisazioni al governo italiano sui regimi fiscali preferenziali per le cooperative di consumo che operano nei settori della distribuzione e dei servizi bancari. Bruxelles, si legge in una nota, ha proceduto a esaminare le misure dopo aver ricevuto diverse denunce (in particolare si tratta delle denunce dei big della grande distribuzione in Italia, concorrenti di Coop, ndr). “L’esame attualmente in corso -prosegue il testo – mira a garantire la conformita’ delle misure future alla normativa comunitaria, dal momento che quelle in vigore esistevano gia’ da prima dell’entrata in vigore del trattato Ue e possono pertanto considerarsi aiuti esistenti”. L’analisi della Commissione vaglia attentamente gli obiettivi di efficienza e uguaglianza perseguiti dal modello cooperativo alla luce di eventuali distorsioni della concorrenza che le misure potrebbero indurre. In questa fase preliminare, “la Commissione ritiene che le misure fiscali potrebbero non costituire aiuti di Stato a determinate condizioni e che quelle che configurano aiuti siano per lo piu’ compatibili. Per le misure riguardanti le grandi cooperative che sembrerebbero non essere piu’ in linea con la normativa comunitaria sugli aiuti di Stato, l’Italia ha ora la possibilita’ di controbattere la valutazione della Commissione prima che vengono tratte le conclusioni. L’esito del processo di valutazione e’ tuttora aperto”.

“La nostra impostazione e’ improntata al giusto equilibrio tra tutela delle cooperative e interesse del consumatore, per evitare distorsioni della concorrenza sul mercato al dettaglio – afferma in una nota il commissario alla Concorrenza Neelie Kroes – in particolare, il nostro scopo e’ di tutelare le riduzioni fiscali a vantaggio delle cooperative mutualistiche o che si giustificano in vista del perseguimento di obiettivi sociali nell’interesse comune, mentre intendiamo escludere le agevolazioni fiscali ingiustificate a vantaggio delle grandi cooperative, concorrenti dirette delle imprese commerciali tradizionali. Sono fiduciosa che continuando a cooperare in modo proficuo con le autorita’ italiane risolveremo la questione in tempi brevi”. Trattandosi di aiuti esistenti, Bruxelles non ne chiedera’ la restituzione ma negoziera’ con Roma azioni idonee a renderli compatibili con le norme Ue. Il caso e’ da tempo sotto la lente di Kroes, in seguito ad una denuncia presentata da Federdistribuzione. “Le misure sono andate a beneficio di cooperative di tutte le dimensioni e di tutti i settori. Dal 2003 – ricorda Bruxelles – le misure fiscali speciali valgono per tutte le cooperative che svolgono buona parte delle loro attivita’ con i propri membri, le cosiddette cooperative a mutualita’ prevalente”. Le principali misure sotto esame sono: la deduzione dal reddito imponibile degli utili accantonati alle riserve indivisibili; la deduzione dei ristorni dal reddito imponibile delle cooperative; la riduzione fiscale degli interessi versati dalle cooperative ai membri per depositi a breve termine. Dopo il suo esame “nelle grandi linee, Commissione riconosce l’importanza e il contributo significativo delle cooperative all’economia e alla societa’ in generale”.

“La particolarita’ delle cooperative e’ di operare nell’interesse dei propri membri e di presentare un modello societario specifico. E’ quindi possibile distinguerle dalle imprese lucrative, specie quando si tratta di cooperative mutualistiche pure che realizzano redditi esclusivamente con i propri membri” prosegue Bruxelles. In questa fase preliminare risulta inoltre che, malgrado la loro specificita’, le cooperative realizzano utili anche tramite attivita’ con non membri e hanno un comportamento sul mercato analogo a quello delle imprese lucrative. “La Commissione ritiene che, in queste circostanze, un trattamento preferenziale a beneficio delle cooperative costituisca un aiuto di Stato. Occorre mantenere condizioni di equa concorrenza per tutti i tipi di imprese nella stessa situazione”. Gli aiuti possono tuttavia ritenersi compatibili se i loro effetti negativi per la concorrenza e gli scambi sono controbilanciati dagli effetti positivi in termini di contributo delle cooperative alla realizzazione di obiettivi sociali, come nel caso delle pmi. In questa fase preliminare, “la Commissione ritiene quindi che possano considerarsi aiuti di Stato: la deduzione dal reddito imponibile delle cooperative a mutualita’ prevalente degli utili accantonati alle riserve divisibili e indivisibili corrispondenti ai redditi realizzati da attivita’ con non membri della cooperativa” afferma Bruxelles nella nota. “Per le grandi cooperative e per le cooperative non mutualistiche, la deduzione e’ ritenuta nella sua totalita’ aiuto di Stato, dal momento che la cooperativa assomiglia di piu’ ad un’impresa lucrativa e che i suoi membri non vi partecipano realmente”.

“Queste deduzioni, si legge ancora, sono comunque considerate aiuti compatibili quando riguardano le riserve indivisibili obbligatorie o le riserve indivisibili delle pmi; la riduzione fiscale sugli interessi versati ai membri per depositi a breve termine, poiche’ essa non riguarda attivita’ con i membri che partecipano alla cooperativa in quanto tale. Infatti, nel fornire prestiti ad interesse alla cooperativa, i membri agiscono in qualita’ di terzi prestatori e non condividono con questa i rischi economici. In questa prima fase di esame, prosegue Bruxelles, “la misura non e’ ritenuta compatibile con il mercato comune. Non parrebbe invece costituire aiuto la deduzione dal reddito imponibile dei ristorni distribuiti dalla cooperativa ai membri, poiche’ i ristorni sono generati unicamente dagli scambi tra i membri”. Questi risultati sono preliminari e la lettera indirizzata alle autorita’ italiane e’ intesa ad intavolare una discussione volta a rivedere gli elementi di incompatibilita’ degli aiuti che potrebbero evidenziarsi nei regimi fiscali in questione, conclude la Commissione, spiegando che anche le osservazioni di terzi interessati, come delle associazioni di cooperative, possono contribuire alla discussione.

LA PETIZIONE
Proprio per rispondere all’azione europea, Cooperatives Europe ha dato il via a una petizione, ?Giù le mani dalle cooperative”, che uole sensibilizzare il presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso e il commissario alla Concorrenza Neelie Kroes sul prezioso ruolo svolto dalle cooperative che non ledono le regole di concorrenza di mercato.

Le organizzazioni di rappresentanza in Italia, Spagna, Francia e Inghilterra sostengono l’iniziativa.

Il testo della petizione

“Noi firmatari di questa petizione riteniamo che:

Le controversie giuridiche attualmente all?esame della Commissione Europea siano un tentativo di mettere in discussione le legislazioni e le norme fiscali nazionali che regolano le cooperative. Tali controversie rappresentano un tentativo da parte dei nostri concorrenti di limitare la libertà di scelta dei consumatori, di sottrarre quote di mercato alle cooperative e di porre fine alle loro sfide etiche.

Queste controversie contestano il modello cooperativo d?impresa nonostante le cooperative siano incluse nei Trattati dell?Unione Europea e siano sostenute dal Parlamento Europeo e dal Comitato Economico e Sociale Europeo. La Commissione stessa ha incoraggiato le cooperative attraverso la promulgazione del Regolamento sulla Società Cooperativa Europea (2003) e della Comunicazione sulla Promozione delle Cooperative (2004).

Qualunque decisione della Commissione che dia l?impressione di parteggiare per le società private di capitale può colpire non soltanto alcune grandi imprese cooperative ma rappresenta un rischio per l?intero sistema cooperativo in tutti i settori economici dell?Unione Europea. Vogliono dirci che i nostri ?valori e principi cooperativi? non valgono nulla?

Oggi, 263.000 imprese cooperative sono al servizio di 160 milioni di soci (un cittadino UE su 3) e contribuiscono attivamente alla realizzazione degli obiettivi economici e sociali dell?Unione Europea. Le cooperative trovano il sostegno del Parlamento Europeo, del comitato delle Regioni e del Comitato Economico e Sociale Europeo. Infine, 25 dei 27 stati membri dell?UE hanno adottato una normativa specifica per regolamentare il sistema cooperativo.

Le cooperative non vogliono privilegi. Vogliono solo competere equamente in un mercato aperto che riconosca la loro ?differenza cooperativa?.

Tempi e modalità per sottoscrivere la petizione
Prorogati i termini per la raccolta delle firme. Chi vuole firmare la petizione può farlo per via telematica, digitando l?indirizzo web http://www.gopetition.com/petitions/hands-off-our-coops.html e compilando i campi contrassegnati dall?asterisco rosso (obbligatori) ed eventualmente quelli indicati come ?opzionali?, poi digitare nell?apposito spazio il codice che viene automaticamente visualizzato ed infine cliccare sul pulsante ?Sign?.


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