Economia

Cooperative: Amato, “oggi paladine del capitalismo”

L'intervento dle ministro all'incontro promosso da Legacoop Emilia Romagna dal titolo 'Cancelliamo le cooperative?'.

di Redazione

Le cooperative sono nate per difendere ‘dall”economia capitalista e oggi rappresentano, al contrario, la migliore difesa ‘dell”economia capitalista, intesa come economia reale, contro quella che si volatilizza in carte finanziarie. Ne e’ convinto il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, intervenuto questa mattina in diretta telefonica, causa un intervento chirurgico che gli ha impedito di essere presente fisicamente, all’incontro promosso da Legacoop Emilia Romagna dal provocatorio titolo ‘Cancelliamo le cooperative?’. Amato chiarisce cioe’ che “l’organizzazione cooperativa e’ tra quelle che piu’ sono capaci di fare quello di cui c’e’ bisogno: reinvestire nell’impresa e non guardare alla finanziarizzazione fine a se stessa”.

A questo proposito, richiamando senza citarla apertamente la vicenda della tentata scalata Unipol – Bnl, Amato ricorda che “fu un errore” definire “nemici delle cooperative” quanti si espressero contro. Egli stesso, ricorda, “fui tra quelli che espressero dubbi sulla opportunita’ di quella operazione e lo feci da innamorato delle cooperative e non da loro nemico”.

“Le cooperative rappresentano – chiarisce il ministro – il modo in cui storicamente si reagi’ al capitalismo che portava l’economia sulla strada del capitalo’ismo che non redistribuiva a sufficienza. Ci si organizzo’ all’inizio del ‘900 in cooperative anche per dimostrare che l’economia poteva essere diversamente organizzata e per difendere il mondo del lavoro”.

Ora, “in questa fase di capitalismo finanziario che molto spesso stritola l’econimia reale, l’organizzazione cooperativa – spiega – e’ una delle ciambelle di salvataggio dell’econimia di mercato, se economia di mercato deve continuare a dire economia reale di mercato e non solo finanziaria”. “L’organizzazione cooperativa e’ tra quelle che piu’ sono capaci di fare quello di cui piu’ c’e’ bisogno: investire nell’impresa”, conclude Amato, osservando anche che “mi piacerebbe che ci si ponesse all’altezza di questi problemi. Ma ragionare del capitalismo mi sembra un esercizio che lo vogliano praticare solo i vecchi, mentre e’ un esercizio che deve essere al servizio dei nostri giovani”.


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