Economia

Cooperative, Agci: tagli a editoria non riguardano solo i partiti

Editoria cooperativa, non profit, testate locali: con la loro cancellazione si colpisce il pluralismo e la comunicazione nelle comunità locali, aumentando l’oligopolio delle grandi testate e delle tv

di Redazione

La drastica riduzione dei fondi destinati all’editoria che, salvo ripensamenti, verrà portata avanti nell’iter del decreto legge 112, comporterà il dimezzamento delle risorse (da 414 milioni ai 200 annui entro il 2011) e l’apertura di un calvario per le piccole testate che, tra licenziamenti e ridimensionamenti, saranno in pochi anni costrette alla chiusura se la prospettata cancellazione dei contributi diretti venisse confermata.

“Oltre a non condividere questo orientamento, che si allontana evidentemente da quanto espresso nell’Articolo 21 della Costituzione, riteniamo inaccettabile la comunicazione parziale e fuorviante che viene fornita in proposito – ha dichiarato Rosario Altieri, Presidente nazionale di Agci  – Sembra infatti che la mannaia si stia abbattendo solo su qualche giornale di partito, mentre le conseguenze dei tagli sarebbero assolutamente di più vasta portata, riguardando la totalità dell’editoria cooperativa e non profit e, con questa, tante testate locali indipendenti che rappresentano il principale veicolo di comunicazione delle realtà regionali e locali. La prospettiva della loro chiusura, oltre ai drammatici effetti occupazionali, apre scenari inquietanti, con la concentrazione ulteriore della informazione nelle poche testate dei grandi gruppi e nelle televisioni, già irrobustite dalle risorse  pubblicitarie e quindi con la caduta drastica del pluralismo. Uno scenario, peraltro, in aperta contraddizione con gli indirizzi politici del Governo, che nel federalismo e quindi nel rafforzamento delle autonomie locali ha uno dei suoi assi programmatici. Ci auguriamo – ha concluso Altieri – che anche in questo caso, come è stato per la vigilanza e la fiscalità delle cooperative,  intervenga un ripensamento su quello che potrebbe essere un provvedimento grave non solo per l’editoria cooperativa, ma per le tante voci libere che arricchiscono l’informazione e la cultura del nostro Paese”.


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