Famiglia
Coop sociali, la ricetta del convenzionamento diretto
A Varese un dibattito sulla regolamentazione dei rapporti tra Enti Pubblici e Cooperazione Sociale
di Redazione
Prendi un Ente Pubblico che ha necessità di far svolgere a società esterne i servizi necessari alla propria comunità; e che contemporaneamente deve risolvere delicate problematiche sociali, come per esempio garantire il diritto al lavoro per tutti. E prendi una Cooperativa Sociale di tipo B, operante nello stesso territorio, la cui missione fondamentale è l?inserimento lavorativo di persone appartenenti a categorie svantaggiate, quali per esempio disabili fisici o psichici o persone che, dopo esperienze di vita deviate, chiedono, proprio attraverso la dignità che il lavoro può dare, di avere una possibilità di reintegrazione nella società.
Se le strade percorse da Pubblica Amministrazione e Cooperazione Sociale si incontrano, esiste la possibilità normata per legge affinché si possa istaurare una proficua collaborazione che garantisca, da un lato, all?Ente Pubblico di dare risposte concrete ai bisogni del proprio territorio e dall’altro lato alle Cooperative di crescere, in un?ottica di stabilità imprenditoriale.
Questo è il tema intorno al quale Pubblica Amministrazione e Cooperazione Sociale si sono oggi confrontate durante il Convegno, svoltosi presso la sede territoriale della Regione Lombardia, dal titolo ?Legge 381/1991, art. 5. Il Convenzionamento Diretto: l?attualità di un metodo?.
Un evento ideato, gestito e finanziato dal Consorzio Provinciale Sol.Co. Varese, in collaborazione con il Consorzio CCS di Cardano al Campo e Sodalitas; è stato patrocinato da Regione Lombardia, Provincia di Varese, Upel, Comune di Varese e ConfCooperative e ha ottenuto un contributo economico dalla Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate.
Un titolo provocatorio per significare che nonostante i 16 anni dall’approvazione della legge sul Convenzionamento Diretto, qualcosa nel meccanismo di rapporto tra Ente Locale e Cooperazione sociale non consente risultati ancora appieno soddisfacenti.
La platea, composta da politici, funzionari ed amministratori pubblici, esperti e cooperatori sociali, è stata catturata da una sequenza di interventi istituzionali e tecnici di alta qualità ed di vivace interesse.
Il convegno, moderato dal Presidente del Consorzio Sol.Co. Varese Marina Consolaro, ha ribadito, semmai ce ne fosse stato bisogno, che il dibattito intorno a questo tema è quanto mai attuale, anche alla luce del nuovo codice degli appalti, sui cui peraltro già Confcooperative Varese aveva attirato l’attenzione con un convegno nella primavera scorsa.
Insieme agli organizzatori, protagonista della mattinata è stata la Regione Lombardia: la presenza del dirigente Mauro Visconti e di Alessandro Ronchi della direzione Generale Industria, PMI e Cooperazione ha evidenziato l?interesse dell?Istituzione verso il tema proposto.
Numerosi, come da programma, gli interventi politici: sintomo di quanto sia forte l?interesse delle istituzioni a questo tema, poiché, come ha spiegato il Sindaco di Varese Attilio Fontana, ?la Pubblica Amministrazione ha il compito di rendere dei servizi alla collettività ed aiutare i più deboli?. E lo strumento del Convenzionamento Diretto va proprio in questa direzione.
In questo senso, aggiunge l?Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Varese Gregorio Navarro, il supporto e lo sviluppo che possono essere della Cooperazione servono per favorire una maggiore stabilità d’occupazione anche delle fasce più deboli.
La Provincia altresì ha dimostrato un forte interesse non solo al tema specifico ma al mondo della cooperazione in senso ampio. Infatti, l?Assessore ai Servizi Sociali Christian Campiotti ha annunciato l’aumento delle competenze provinciali in tema di cooperazione, dal momento che dal 2008 la gestione dell’Albo delle cooperative sociali passerà in delega dalla Regione alla stessa Provincia. Quale migliore occasione, a detta dell’Assessore, subito seguito dal Presidente di Confcooperative Marelli, per aprire seri ed ampi tavoli di confronto tra gli Enti.
Lucas Maria Gutierrez, Direttore Sociale ASL Varese, punta su innovazione, sviluppo e sussidiarietà per creare un clima di lavoro sinergico, in cui ASL si pone da facilitatore del dialogo tra TErzo settore e Enti Pubblici.
Il Presidente Provinciale di ConfCooperative Claudio Marelli chiude la parte istituzionale proponendo il rilancio del Convenzionamento Diretto come strumento principe previsto dalla legislazione vigente per rendere servizi pubblici ed inserire persone appartenenti a fasce svantaggiate.
Questo concetto viene ripreso ed avvallato anche dal Segretario Generale del Comune di Varese Giacomo Andolina, il quale inoltre aggiunge quanto sia necessario creare una cultura politica nel governo locale che comprenda le potenziali risorse che la Cooperazione Sociale mette a disposizione della comunità.
Alla possibile e proficua collaborazione tra Enti Pubblici e Cooperazione Sociale, si è rifatto anche il primo tra gli ?interventi tecnici?: Angela Poggi, Consulente Legale del Consorzio Sol.Co. Varese, ha evidenziato i vantaggi per le Pubbliche Amministrazioni nell?utilizzare lo strumento di legge esistente.
A patto però che le Cooperative Sociali si strutturino in modo adeguato, indirizzando i propri sforzi nella costruzione di strutture sempre più simili ad un?impresa che quindi abbia maggiori possibilità di stare sul mercato e di compiere al meglio anche il proprio ruolo sociale.
Tra l?altro, precisa Poggi, ?l?art. 5 della 381 è un caso più unico che raro di legislazione lungimirante, poiché il relatore ha pensato, strutturato e strumentato una norma davvero all’avanguardia che chiede solo di essere attuata.
Sono stati forniti inoltre dati aggiornati sulla cooperazione in Provincia di Varese. Michele Tagliaferro del CCS di Cardano al Campo fornisce alcuni dati interessanti: sul territorio, sono presenti 34 Coop. Soc. di tipo B, che pur essendo un numero non elevato, superano di molto la percentuale prevista di inserimenti lavorativi (44% contro il 30% richiesto dalla legge). Inoltre, a testimonianza che i Comuni investono poco sulle Convenzioni Dirette, è il fatto che esse sono quasi tutte di bassa entità, ovvero si aggirano intorno ai 44.000,00 euro di media per commessa.
Altra indicazione significativa è la distribuzione delle cooperative. Esse sono quasi tutte localizzate nel centro-sud della provincia in modo poco omogeneo e con ampi distretti scoperti.
A conclusione del convegno è stato dato spazio a proposte ed iniziative: Giuseppe Cesareo, consigliere Sodalitas Milano, ha annunciato l?avvio di un progetto congiunto tra consorzi milanesi e varesini per tenere monitorato l?andamento e lo sviluppo del tema proposto. E? stata inoltre evidenziata l?esperienza della ASL Milano 3 di Monza e Brianza in cui è in via di sottoscrizione un accordo di programma tra gli enti locali per destinare una quota parte di risorsa a bilancio per dare lavoro alle realtà che inseriscono persone disabili, offrendo loro opportunità lavorative.
Infine, un pensiero conclusivo tratto dall?intervento di Filippo Perrini, Responsabile Ufficio Cooperazione ConfCooperative Brescia: fare Convenzioni Dirette con le Cooperative Sociali di tipo B vuol dire trasferire ed investire denaro sulle politiche attive del lavoro e non fermarsi quindi alla semplice assistenza.
Per fare questo però, conclude Perrini, bisogna investire sulle cooperative dando loro lavoro, condizione fondamentale ed imprescindibile attraverso la quale queste strutture possono svilupparsi.
Un titolo provocatorio per significare che nonostante i 16 anni dall’approvazione della legge sul Convenzionamento Diretto, qualcosa nel meccanismo di rapporto tra Ente Locale e Cooperazione sociale non consente risultati ancora appieno soddisfacenti.
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