Economia

Coop sociale: Sacconi, necessario realizzare un’economia protetta

Secondo il sottosegretario al Welfare non sarebbe scandaloso ipotizzare deroghe alle regole di mercato puro

di Francesco Agresti

“Dobbiamo batterci, in sede europea, per ottenere delle deroghe, perché immaginare una sorta di ?economia protetta? per le cooperative sociali di tipo B, non sarebbe uno scandalo, ne? andrebbe a viziare il mercato del lavoro. Questo tipo di esperienze, utilissime dal punto di vista sociale, ma anche da quello della pubblica utilità, non possono essere giudicate secondo parametri di mercato puro”. Questa la proposta del sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, annunciata ieri a Roma nel corso di un convegno organizzato dal partneriato di sviluppo ?Albergo in via dei matti numero 0?. Nel corso dell?appuntamento è stata inoltre presentata una ricerca sullo stato dell?arte della cooperazione sociale di tipo B. “Il dato generale da cui la ricerca parte”, ha spiegato Fulvio Mattioni, ricercatore dell?Ires del Friuli Venezia Giulia, “é il notevole dinamismo manifestato dalle cooperative sociali italiane che consente di passare dalle 1.479 imprese del 1993 alle 8.656 del 2002 con una crescita esponenziale di poco inferiore alle sei volte. La cooperazione sociale di tipo B a sua volta cresce a un ritmo analogo a quello della cooperazione sociale in generale (che comprende le cooperative che prestano servizi socio/assistenziali: tipo A), i loro consorzi (tipo C), quelle che svolgono entrambe le attività (A/B) o miste”. “Ciò che abbiamo constatato2, ha aggiunto Domenico Tranquilli,anch?egli ricercatore Ires Fvg, “è che si sta esaurendo la spinta iniziale e si sta andando verso un consolidamento del settore che pone nuove incognite e apre prospettive. Sfide con le qualila cooperazione sociale di tipo B dovrà fare i conti in un immediato futuro” In allegato sintesi della ricerca


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