Economia

Coop, nei ruoli direttivi le donne salgono al 34%

Dall’assemblea di bilancio di Coop Italia che ha rinnovato il CdA, confermando Marco Pedroni come presidente, Antonio Bomarsi vicepresidente e Maura Latini amministratrice delegata, emerge che il 2021 è all’insegna della stabilità. Il giro d’affari complessivo è stato pari a 14,3 miliardi, il prodotto a marchio raggiunge i 3 miliardi di euro. Sono oltre 6,4 milioni i soci Coop con una prevalenza di donne

di Redazione

Coop e le cooperative associate hanno vissuto un 2021 all’insegna della stabilità. I numeri che fotografano l’andamento dell’anno sono emersi nell’assemblea di Bilancio di Coop Italia. Parliamo di una 2021 che ha visto prima il riemergere della fiducia generata dall’attenuarsi della pandemia e successivamente il prevalere di elementi di inquietudine dettati dall’avvio della spirale inflattiva, dagli effetti climatici sulla produzione di energia e dai primi ancora sotterranei, ma già percepiti riflessi sul carrello della spesa degli italiani.
Il giro d’affari complessivo è pari a 14,3 miliardi (13,2 mld quello sviluppato solo dalla parte retail) una quota di mercato nella grande distribuzione pari al 12,5% e alcuni indicatori economici importanti sostanzialmente confermati: l’occupazione generata si attesta su 56mila dipendenti, la percentuale di donne in ruoli direttivi sale al 34%. Il prodotto a marchio raggiunge i 3 miliardi di euro con un'incidenza del 30% sul totale vendite. Immutato il dato della base sociale; sono oltre 6,4 milioni i soci (oltre un quarto delle famiglie italiane è proprietaria delle 78 cooperative associate) con una prevalenza di donne. CoopVoce, l’operatore di telefonia mobile di Coop, sfiora i 2 milioni di clienti.

Sul versante delle performance economiche nell’esercizio del 2021, tutte le grandi e medie cooperative raggiungono il pareggio di bilancio o vi si avvicinano significativamente. L’utile d’esercizio aggregato torna positivo dopo 4 anni e risulta pari a mezzo punto percentuale sulle vendite, mentre l’Ebitda complessivo si approssima al 5%. Il patrimonio netto sale a quasi 6,6 miliardi di euro mentre il prestito sociale si attesta poco sotto gli 7,9 miliardi con oltre 1 milione di soci prestatori a cui le cooperative hanno distribuito 22 milioni di interessi.

Per Coop – ricorda una nota – è stato anche l’anno di avvio del progetto di riposizionamento che porterà a scaffale una volta a regime circa 5mila nuovi prodotti (tra proposte fino ad oggi inedite, riformulazioni e cambi di packaging) che rinnovano l’offerta del 50% sia andando a coprire interi segmenti di mercato un tempo non frequentati dalla marca di un supermercato (vuoi per occasioni di consumo specifiche o per la particolare materia prima utilizzata e/o la complessità della formula nutrizionale) o ampliando significativamente le gamme già in essere. Già a fine 2021 sono approdate alla vendita la nuova linea dei “rossi” (la linea di pomodori e derivati), ora sono entrati i prodotti per la prima colazione, per un primo totale di oltre 700 referenze. Il progetto prosegue con un ampio mandato ai vertici di Coop Italia di completare il lavoro nei prossimi 20 mesi. Al centro dell’iniziativa resterà prioritaria la difesa del potere di acquisto dei soci e dei consumatori Coop.

L’Assemblea di Bilancio di Coop Italia ha anche rinnovato il Consiglio di Amministrazione, confermando Marco Pedroni in qualità di presidente, Antonio Bomarsi vicepresidente e Maura Latini amministratrice delegata.

«In un anno tutto è cambiato. Avevamo chiuso il 2020 contrassegnato dalla pandemia e dal lockdown e fino a prima dell’estate guardavamo con speranza al futuro. Poi le difficoltà ulteriormente acuite oggi da una guerra poco lontano da noi di cui non conosciamo gli esiti», commenta Marco Pedroni presidente di Coop Italia e di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori). «Già l’anno scorso Coop ha deciso di investire sul proprio prodotto a marchio volendo estendere l’offerta e così garantendo accessibilità di prezzo e al tempo stesso qualità e trasparenza ai propri soci e consumatori, elementi tanto più necessari in una congiuntura così avversa con un’inflazione che rischia di toccare il 10% nel 2022. Coop ha contenuto fino ad ora gli aumenti, ma è prevedibile che l’inflazione aumenterà; il prodotto a marchio rappresenta anche da questo punto di vista un presidio di garanzia».

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