Economia

Coop in rete formula anticrisi

Massimo Stronati, presidente di Federlavoro

di Maurizio Regosa

Oltre 5.400 cooperative, più di 250mila soci e di 182mila occupati (negli ultimi sei anni, l’occupazione è cresciuta del 9%). Un sistema che vale un fatturato di 9,3 miliardi, quello di Federlavoro e Servizi Confcooperative che raggruppa cooperative in vari ambiti (dai trasporti ai servizi, dalle costruzioni all’ambiente ed energia). Ha dimostrato di reggere i colpi della crisi: anche nel 2009 i posti di lavoro sono cresciuti (complessivamente del 2%) ed è stato bassissimo il ricorso alla cassa integrazione (appena l’1,3%).
«Teniamo per fatturato e occupazione», puntualizza Massimo Stronati, che l’assemblea ha appena riconfermato presidente di Federlavoro (è al terzo mandato), «ma la marginalità va riducendosi mentre aumentano i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione e dei privati». Crisi provoca crisi: anche i privati, prima più puntuali, hanno rallentato il ritmo con cui onorano le fatture. «I tempi dei privati si solo allungati del 30%, mentre crescono gli insoluti», aggiunge il presidente. Una situazione difficile per chiunque. «È per questo che intendiamo accompagnare le cooperative verso un rafforzamento anche in termini dimensionali», spiega Stronati, «servono imprese più grandi, capaci di essere inter-territoriali e inter-settoriali». Insieme si può fare sinergia e mettere in piedi progetti più ambiziosi.
Un esempio? «Una cooperativa di costruzioni potrebbe costruire una casa di riposo, una sociale potrebbe gestirla. L’essenziale è che si parta insieme, dalle prime fasi del progetto». Perché questo accada, però, è necessaria una cultura della partnership e un dimensionamento analogo: «Non puoi fare sinergia per un bando se il tuo alleato ha dimensioni troppo diverse dalle tue». Da qui un cammino di aggregazioni (negli ultimi anni sono nati 56 consorzi e si sono fatte 30 fusioni tra cooperative) e la nuova organizzazione di Federlavoro (ora strutturata in settori ed aree, per facilitare il dialogo fra le socie). «Le cooperative devono o poter partecipare agli appalti oppure entrare in partnership» con i soggetti che prima “concedevano” il subappalto.
Infine i ritardi nei pagamenti e le ripercussioni sulla capacità di stare sul mercato. È chiaro che se non entrano soldi (e il ritardo medio è di 270 giorni, con punte di 700 nel Sud), fatichi a essere regolare nel pagamento dei contributi. «Bisognerebbe introdurre meccanismi premiali di compensazione per le imprese che non licenziano e non riscuotono. Magari intensificando i controlli su quelle cooperative spurie che, avendo aperto diverse posizioni presso l’Inps, riescono ad avere il Durc, necessario per poter partecipare a bandi. Per fortuna so che il ministro Sacconi lo sta facendo», conclude Stronati.


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