Mondo

Coop al contrattacco

Le proposte Unci per affrontare la difficile situazione economica

di Maurizio Regosa

Ha preso avvio stamani a Roma la Convention Unci – Unione Nazionale Cooperative Italiane – dedicata alla Crisi dei mercati finanziari e dell’economia reale: ruolo e risposte del movimento cooperativo.

Di fronte ad una crisi economico – finanziaria che non ha precedenti, l’Unci confida che sempre più ampia diventi la platea di coloro, istituzioni e rappresentanti politici, che “prendano a prestito” il sistema imprenditoriale cooperativo come modello da confrontare con l’economia neo-capitalista. Limiti ed errori del capitalismo possono, infatti, essere “corretti” dalla funzione attivata dal mercato sociale, nel quale un ruolo determinante può essere svolto proprio dalle imprese sociali. L’impresa cooperativa, da parte sua, ha saputo orientarsi al capitale umano e all’inclusione, trovando prioritario mantenere, o introdurre ex novo nei flussi economici, quell’insieme di risorse intangibili, che l’impresa lucrativa non trovava competitivi, dai mercati di nicchia alle professionalità medio alte espulse dal mercato, alle persone svantaggiate.

Durante la mattinata è stato presentato dal segretario generale Unci, Sara Agostini, il documento che dà il titolo all’evento. Dopo una articolata analisi della situazione economica a livello globale, il contributo auspica, per quanto riguarda l’Italia, «una comune azione efficace volta non solo ad aumentare il potere delle autorità di regolamentazione dei mercati a livello internazionale ma che nello stesso tempo impedisca comportamenti speculativi alle banche di deposito ordinario; limiti, con un’organica serie di strumenti di trasparenza, l’esplosione dei cosiddetti “derivati”; stabilisca regole per il mercato delle ipoteche; imponga rigorosi criteri di comportamento alle agenzie di “rating”». Fra le proposte dell’Unci, il sostegno alla formazione continua per i già occupati e per coloro che sono in cerca di lavoro (da sostenere tramite i cosiddetti Fondi interprofezzionali, come ad esempio il Fo.i.n.coop., ovvero il Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua nei settori economici della cooperazione), un «congruo aumento di dotazione  del Foncooper, per il finanziamento delle attività di impresa cooperativa».

Come si legge nel documento, la proposta Unci, in sintesi, «è quella di utilizzare le risorse provenienti dagli ammortizzatori sociali, non solo come elemento passivo, rivolto al mantenimento della retribuzione dei lavoratori per un periodo circoscritto e limitato nel tempo – non orientato, quindi, ad alcuna politica occupazionale di lungo periodo – bensì poter sviluppare le capacità produttive di tali lavoratori, investendo in iniziative imprenditoriali». Il che «potrebbe tradursi quindi in un’ “anticipazione” del budget finalizzato alla cassa integrazione da  utilizzarsi per l’avviamento di un’impresa, nella fattispecie cooperativa. Questo agevolerebbe la creazione di un’ “economia civile” poiché ad essere finanziata sarebbe l’offerta di lavoro con strumenti che metterebbero il lavoratore/cittadino in grado di operare scelte efficaci e rispondenti alle proprie esigenze». Si punta, ha ricordato il presidente Unci, Luciano D’Ulizia, a «proporre il modello imprenditoriale mutualistico-cooperativo come strumento ottimale per superare l’attuale crisi al fine di dare un assetto più stabile all’economia italiana ed europea».

 

 

 

 

 

 


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