Ora è chiaro. Il Comune di Milano fa bene a non “ratificare” la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Fa bene perché sarebbe ipocrita votare un ordine del giorno che recepisce i contenuti della Convenzione e li fa propri mentre, nello stesso momento, per far quadrare i tagli del bilancio comunale derivanti dalla mancanza di fondi nazionali, si dovrà chiedere sempre più alle famiglie di mettere mano al portafoglio per contribuire al pagamento di servizi essenziali, dall’assistenza domiciliare al trasporto, ai servizi alla persona.
Fin qui la notizia non meriterebbe – forse – lo spazio di “FrancaMente”, perché di questi tagli, più o meno drastici, sono piene le cronache locali di ogni regione italiana, e sempre più, per gli effetti della legge di Stabilità, ci si accorgerà “nel territorio” (come amano dire i governanti infervorati di federalismo) di che cosa ci aspetta nel welfare. La notizia invece è particolarmente curiosa perché l’ordine del giorno di recepimento della Convenzione Onu non era una iniziativa dell’opposizione, ma partiva in modo bipartisan da una commissione consiliare. Tutto bene fino a quando una pattuglia di consiglieri comunali milanesi capitanata da Aldo Brandirali, in nome di un malinteso spirito cattolico, ha impugnato l’ordine del giorno, rifacendosi alle obiezioni del Vaticano, riferite a un singolo articolo della Convenzione (relativo alle informazioni sulla procreazione responsabile), vedendo, in tale passaggio, addirittura un via libera a prospettive di eutanasia. Una cosa che, in Italia, non sta né in cielo né in terra.
La questione potrebbe perfino apparire ridicola, se non fosse in un certo senso tragicamente rivelatrice dei danni che possono provocare amministratori e politici quando si occupano di argomenti che non conoscono, che sfiorano, che maneggiano “per sentito dire”. Come ha detto subito la Ledha – Lega dei diritti delle persone con disabilità, «meglio non farne di niente, piuttosto che discutere e arzigogolare sul nulla». Diciamo che si è trattato di un aborto spontaneo.
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