Welfare
Contucci (AIRC): «Per estendere la cultura del lascito insegniamo la bellezza del donare»
Ammonta a circa 140 miliardi di euro la ricchezza inerte degli italiani. Se coloro che non hanno eredi non fanno testamento, questi 140 miliardi di euro finiscono allo Stato. Oggi, spiega il Direttore Generale di AIRC, commentando la proposta di riforma di Fondazione Italia Sociale, «abbiamo la possibilità di intercettare queste persone e far confluire nell’economia sociale questa ricchezza inattiva»
di Redazione
Cresce il dibattito sulla proposta di riforma dell'imposta successoria, per i lasciti filantropici, avanzata da Fondazione Italia Sociale. Una riforma che punta a "muovere" la ricchezza inerte degli italiani: un patrimonio che, se non destinato a eredi prossimi e in assenza di un testamento olografo, finirà nelle casse dell'Erario. Ne parliamo con Niccolò Contucci, Direttore Generale di Fondazione AIRC.
L’importanza dei lasciti, oggi e in prospettiva futura: ci fa un quadro?
I lasciti, quando non la principale, sono una delle principali fonti di entrata delle organizzazioni non profit. Normalmente il lascito lo decide un sostenitore che ha già dato il suo contributo all’organizzazione, la stima, ne conosce storia e risultati. Non è infrequente che persone che hanno sostenuto con piccole donazioni un’organizzazione, non potendo permettersi donazioni più grandi, dispongano a fine vita la loro più importante donazione. Si parla di una fonte economica importantissima per Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro. Date tutte le tecniche di raccolta fondi, dal marketing postale a quello digitale fino alla presenza nelle piazze, i lasciti sono la seconda fonte di finanziamento dopo il 5X1000.
Se l’ultimo 5X1000 ci ha portato 65 milioni di euro, negli ultimi tre anni il valore medio di lasciti ricevuti ogni anno è attorno ai 23 milioni di euro.
Qual è il punto debole di questa fonte di entrata?
Il primo punto debole è che, in Italia, il testamento olografo non è obbligatorio, pertanto non c’è l’abitudine a farlo. È stata promossa un’importante attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, sia dalle organizzazioni non profit più “anziane”, sia da un gruppo di organizzazioni che hanno deciso di muoversi insieme (il comitato del Testamento solidale). In conseguenza di questa sensibilizzazione il numero dei lasciti è cresciuto. Il secondo punto debole della questione è dato da una circostanza particolare.
La ricchezza privata nel nostro Paese è di circa 10 mila miliardi di euro, 6 mila composti da immobili e 4 mila miliardi composti da titoli, obbligazioni e denaro dormiente nei conti correnti. Tra questi italiani, ce ne sono parecchie migliaia in età molto avanzata e senza eredi, per un valore stimato dal Centro Studi della Fondazione Cariplo per circa 140 miliardi di euro. Se coloro che non hanno eredi non fanno testamento, questi 140 miliardi di euro finiscono allo Stato. Oggi abbiamo la possibilità di intercettare queste persone, dobbiamo spiegare loro che possono fare un lascito, compiendo così una scelta a forte impatto sociale. Possiamo far confluire nell’economia sociale questa ricchezza inerte e inattiva.
Intorno a questo argomento, Fondazione Italia Sociale ha sviluppato delle proposte…
La proposta di legge messa a punto da Fondazione Italia Sociale prevede una modifica della normativa sulle successioni, cambiando in maniera articolata ma radicale le aliquote fiscali per i parenti dal terzo grado in poi. Il fine è creare una leva affinché le persone che non hanno eredi facciano testamento olografo a favore di un ente non profit.
È un’ottima idea, che vuole spingere le persone a riflettere su questa possibilità e a considerare l’opportunità di fare testamento olografo. In tal modo, con questa modifica normativa, i soggetti senza eredi prossimi verrebbero spinte a interessarsi alla destinazione della propria eredita, riflettendo al contempo sui valori in campo.
Come valuta questa proposta?
È un’ottima proposta, favorevole al Terzo settore. D’altro canto, è una di quelle tipiche proposte non facili dal punto di vista politico. Nonostante la previsione sia quella di non toccare le aliquote per i parenti più vicini, le reazioni potrebbero essere di tipo emotivo e irrazionale. Va quindi presentata bene, sgombrando da subito il campo da equivoci che potrebbero generare divisioni politiche in sede di modifica legislativa.
Come AIRC continueremo a comunicare erga omnes la bellezza e l’opportunità di poter contribuire alla crescita sociale attraverso lasciti e legati ereditari, da oltre trent’anni ormai informiamo e sensibilizziamo l’opinione pubblica sull’importanza e sul valore del lascito testamentario quale strumento di sostegno per il lavoro dei ricercatori impegnati a rendere il cancro sempre più curabile. Dal 1981 ad oggi AIRC ha raccolto donazioni per oltre 426 milioni di euro grazie ai lasciti testamentari. Migliaia di persone hanno voluto fare questo gesto di grande altruismo garantendo continuità ai migliori progetti di ricerca oncologica.
Ma è una battaglia complessiva che il Terzo settore si deve intestare, anche perché i dati non sono tutti confortanti. Se prendiamo la ricerca annuale condotta da Doxa sulle propensioni donative degli italiani, vediamo che la curva di coloro che dichiarano di aver fatto almeno una donazione nel corso dell’anno è in continuo calo.
Dobbiamo perciò insistere, raccontare, rappresentare a tutti ciò che facciamo e alimentare un nuovo circolo virtuoso sociale e culturale al tempo stesso. Da lì, poi, sarà naturale far passare una riforma come quella proposta da Fondazione Italia Sociale.
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