Mondo

Controvertice a Ginevra, io c’ero

Diario dal summit Attac, organizzato dalle ong del mondo per fare pressione su Onu, Banca Mondiale e Fondo Monetario riuniti nella città svizzera. Ecco cosa hanno deciso

di Marina Ponti

Giovedì 22 giugno, Ginevra, Salle de Feaubourg. Salgo le scale di questo edificio un po’ buio e polveroso. In pochi minuti le facce sorridenti che vedo attorno mi confermano di essere arrivata a destinazione, al Vertice Alternativo di ATTAC (campagna contro la speculazione finanziaria e a favore della tassazione delle transazioni finanziarie). Mi registro: Marina Ponti, Mani Tese, Italia. Obiettivo del Vertice è quello di riunire, dopo Seattle, Bangkok e Washington, i principali movimenti di tutto il mondo per elaborare insieme una strategia “globale” contro le politiche portate avanti dalle multinazionali, dalla Banca Mondiale, dal Fondo Monetario Internazionale e dall’Organizzazione Mondiale del Commercio e contro lo strapotere dei mercati finanziari e delle lobby che li rappresentano.
Ginevra ospiterà la Conferenza Onu “Copenaghen+5”, con il mandato di verificare, a cinque anni dal Vertice di Copenaghen sullo Sviluppo Sociale, dove sono finiti gli impegni che 122 capi di Stato e di Governo avevano sottoscritto nella capitale danese. Impegni che rappresentano obiettivi fondamentali per la società civile in quanto toccano tre piaghe profonde del Sud e del Nord del mondo: la povertà, l’esclusione sociale e la disoccupazione. Il Social Summit di Copenaghen affrontò questi tre nodi cruciali in una prospettiva globale cercando di risalire alle loro cause. Cinque anni dopo, il bilancio è piuttosto negativo, e si cercherà di far approvare ai governi nuove iniziative a favore dello sviluppo, vista l’urgenza e la drammaticità della situazione mondiale.
Non sarà un obiettivo facile, data la scarsa attenzione e volontà dei Governi, ma siamo qui per farci sentire con un Vertice Parallelo. Le dichiarazioni di intenti non ci bastano, ripetono tutti, vogliamo i fatti. Il Vertice Alternativo inizia con Susan George che ci ricorda le ragioni del nostro incontro: «C’è bisogno di elaborare una strategia per coordinare in maniera più efficace azioni comuni in ogni angolo del pianeta. Le nostre rivendicazioni non sempre sono in totale accordo, ma questo non deve rappresentare un ostacolo alla nostra azione comune, in quanto il punto di partenza è: la lotta all’ingiustizia e all’esclusione». E infatti in molti casi le rivendicazioni sono diverse, come per quanto riguarda il debito. Una ricchezza di prospettive che complica la preparazione di un documento conclusivo che racconti al mondo – e prima di tutto a noi – a che punto siamo nella costruzione di questo coordinamento globale.
Venerdì 23 giugno. Si passa il giorno e la notte a lavorare per l’elaborazione del documento da presentare all’Assemblea plenaria. Si valutano e votano una interminabile serie di emendamenti. Difficile trovare parole, termini, espressioni comuni: ci sono sensibilità da conciliare, punti di vista da accordare, esperienza e lavori di cui tenere conto.
Sabato 24 giugno. È il giorno dell’Assemblea che approva il documento i cui punti principali analizzano l’effetto della globalizzazione constatandone l’impatto negativo. La “globalizzazione della miseria” è una delle frasi più ricorrenti in tal senso. Naturalmente un ampio spazio viene consacrato alle rivendicazioni nei confronti delle istituzioni finanziarie internazionali e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio-Wto. In questo ambito sono numerosissime le campagne e i movimenti attivi, da Third World Network al Movimento brasiliano dei Sem Terra, alle campagne dell’Europa dell’Est che stanno preparando le mobilitazioni che accompagneranno la prossima riunione della Banca e del Fondo (a settembre a Praga). La lotta continua fino in Giappone dove centinaia di gruppi stanno tenendo sotto pressione il governo che fra un mese ospiterà a Okinawa il Vertice dei G7.
Domenica 25 giugno. Dopo la difficile, ma felice approvazione del documento finale, una giornata di mobilitazione comune che inizia presso la cattedrale di Ginevra dove viene celebrata una messa interconfessionale con esponenti di varie religioni, presenti l’Abbé Pierre e il Segretario Onu Kofi Annan. La giornata prosegue all’Università, dove in un clima di festa e di solidarietà i principali movimenti e le campagne hanno avuto qualche minuto per esprimere le loro principali preoccupazioni. Poi, tutti insieme per tre ore abbiamo sfilato per le strade di Ginevra, passando davanti all’Organizzazione Mondiale del Commercio per poi salutarci nella Place des Nations, davanti al Palazzo delle Nazioni Unite.
Una manifestazione pacifica, piena di canti, musica, colori, striscioni e con più di 10 mila persone di tutte le età e provenienti da tutto il mondo. Per i potenti della Terra sarà sempre più difficile prendere le decisioni sulla testa dei loro cittadini!

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