Buone notizie sul fronte "caldo" del clima:
il riscaldamento del pianeta sta rallentando, e nonostante la tendenza al rialzo della temperatura si sia fermata negli ultimi 15 anni ha assunto un ritmo meno veloce di quello che si era ipotizzato. E' questa la conclusione cui è arrivato il nuovo Rapporto dell'Ipcc, l'
Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, che sarà presentato in dettaglio il prossimo 27 settembre a Parigi e di cui è stata diffusa
un'anticipazione che sta già facendo discutere.
Appena sono stati resi noti i primi dati, infatti, si è riaccesa a livello internazionale la bagarre tra catastrofisti e scettici, ovvero gli esperti convinti che il mondo stia andando comunque verso la bancarotta climatica e quelli che ritengono gli allarmi esagerati o, peggio, infondati perché basati su errate premesse.
Ma ecco che cosa dirà il Report, che di fatto è già stato reso noto in un meeting a Stoccolma e che fa parte di una trilogia di volumi sul clima che verranno pubblicati dall'Ipcc nei prossimi mesi. Innanzitutto, è indiscutibile che negli ultimi 50 anni la temperatura media globale si sia innalzata di 0,12 gradi centigradi ogni decennio, che sono però scesi a soli 0,05 gradi negli ultimi 15 anni. Una delle ipotesi che spiegano il fenomeno parla delle frequenti eruioni vulcaniche, le cui particelle disperse in atmosfera potrebbero aver schermato i raggi solari; un'altra considera che l'attività del sole è stata meno intensa del previsto. Secondo altri scienziati, il "raffreddamento" (termine improprio, perché si tratta di fatto di un "minor riscaldamento") sarebbe dovuto a una diversa distribuzione del calore terrestre tra aria, terra e acqua sulla Terra: i dati sulla temperatura delle profondità oceaniche, per esempio, mostrano che queste si sono riscaldate notevolmente dagli anni '90 a oggi, "intrappolando" per così dire il calore senza rilasciarlo in atmosfera.
"Se questa tendenza continuerà per i prossimi vent'anni", ha detto Laurent Terray, dell'agenzia francesce Cerfacs che dal 1998 elabora i dati del clima per fornire previsioni a governi e multinazionali, "potremo dire che i computer hanno sottostimato la variabilità interna al pianeta".
E mentre gli scettici gongolano, dai governi di molti paesi (in primis Cina, India e Stati Uniti, come riferisce l'agenzia Afp) pare siano arrivate richieste urgenti di chiarimenti, visto che dalla sfida del riscaldamento globale dipendono ormai le sorti delle economie mondiali.
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