Volontariato

ControllARMI al debutto

Il 19 marzo scorso é stata data vita alla "Rete Italiana per il disarmo".

di Riccardo Bagnato

Furono più di 150mila le firme, circa 30 grandi associazioni della società civile, oltre 100 i Comuni e le Province, 4 le Regioni che approvarono una delibera in sua difesa: il Parlamento ne dovette tener conto, tanto da limitare gli emendamenti che avrebbero svilito la 185 del 1990, la legge per la trasparenza sul commercio delle armi. Con 222 sì, 115 no, 20 astenuti, il 3 giugno 2003 l?aula della Camera licenziò il testo definitivo, ma non per questo sancì la fine dell?impegno di chi, in quei mesi, aveva scritto, incontrato, discusso perché il commercio delle armi rimanesse trasparente.
Il 19 marzo scorso, infatti, a Roma, quelle stesse realtà hanno dato vita a ?ControllARMI – Rete Italiana per il Disarmo?. Fra queste, Amnesty International, Associazione Obiettori Nonviolenti, Attac, Beati i costruttori di Pace, Campagna italiana contro le mine, Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Oscar, Pax Christi, PeaceLink e Rete di Lilliput. Con quali obiettivi? Francesco Vignarca, giovane coordinatore della segreteria di ControllARMI, ha le idee chiare: “Stiamo finendo di organizzare il sito della Rete, all?indirizzo ControllArmi” spiega, “col quale vogliamo lanciare, nei prossimi mesi, due campagne molto importanti: una per la regolamentazione della figura del mediatore, perché venga definito e reso trasparente il ruolo che i broker assumono nell?ambito del commercio delle armi. La seconda, per il rafforzamento del Codice di condotta europeo da un lato, ma soprattutto, dall?altro, per la promozione del Trattato internazionale sul commercio delle armi leggere (Control Arms)”. “Per questo”, conclude Vignarca, “in questi giorni stiamo spedendo ai parlamentari europei in carica una lettera. Che invitiamo a firmare, perché l?Ue faccia pressione sui governi dei Paesi membri affinché venga portata a termine, con la nostra collaborazione, la riforma del Codice di condotta “.

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