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ControlArms: trattato armi leggere, questo è l’anno decisivo

Secondo tre rapporti diffusi oggi su Repubblica Democratica del Congo, Haiti e Sierra Leone, i controlli esistenti non riescono a proteggere le vite dei civili innocenti

di Benedetta Verrini

I governi devono arrivare entro l?anno a un trattato internazionale sul commercio delle armi: e? la richiesta avanzata oggi dalla campagna Control Arms, in occasione dell?avvio della prima grande revisione sul controllo delle piccole armi degli ultimi cinque anni da parte dell?Onu.

Secondo tre rapporti diffusi oggi dalla campagna Control Arms su Repubblica Democratica del Congo, Haiti e Sierra Leone, i controlli esistenti non riescono minimamente a proteggere le vite dei civili innocenti.

La riunione che si apre a New York preparera? il terreno per una grande conferenza dell?Onu sulle piccole armi, in programma nel corso del 2006.

?Nel 2006 il mondo si trova di fronte a una scelta. Puo? continuare a ignorare l?enorme costo umano della proliferazione delle armi o agire finalmente per controllarne il commercio? ? ha dichiarato Barbara Stocking, direttrice di Oxfam. ?Nessuno se non un criminale venderebbe coscientemente un?arma a un assassino, eppure i governi possono vendere armi a regimi che notoriamente violano i diritti umani o a paesi in cui
esse finiranno nelle mani di criminali di guerra?.

Non esiste un accordo internazionale completo sul commercio di armi, mentre paradossalmente esistono trattati globali vincolanti sui trasferimenti tra paesi di oggetti come ossa di dinosauro o francobolli fuori corso. La campagna Control Arms chiede a tutti gli Stati membri dell?Onu di lavorare, questa settimana, per l?adozione di una serie di
principi globali al fine di regolamentare le vendite di armi, come primo importante passo verso un trattato.

?Repubblica Democratica del Congo, Haiti e Sierra Leone producono pochissime armi, eppure sono inondate da armi usate per uccidere, mutilare, impoverire e rendere profughe centinaia di migliaia di persone.
Ancora una volta, i tentativi di instaurare la pace vengono compromessi dalla mancata adozione di efficaci controlli sulle armi da parte dei governi. Per la salvezza di milioni di uomini, donne e bambini che continuano a vivere nel terrore della violenza delle armi, i leader mondiali devono cogliere quest?opportunita? storica e avviare i negoziati su un trattato internazionale sulle armi? ? ha aggiunto Denise Searle, direttrice delle campagne di Amnesty International.

Ad Haiti, la violenza armata esplosa nella capitale Port-au-Prince fa aumentare i dubbi che nei prossimi mesi possano svolgersi elezioni credibili e pacifiche. Questo mese, le prime elezioni presidenziali da quando, nel febbraio 2004, il presidente Aristide lascio? il paese, sono state rinviate per la quarta volta.

In Sierra Leone, l?embargo sulle armi imposto dall?Onu nel corso della guerra civile 1991-2002 e? stato facilmente aggirato, come denuncia il rapporto della campagna Control Arms. L?attuale miscuglio di controlli inefficaci sulle armi permette a venditori privi di scrupoli di trovare agevolmente il modo di superare l?embargo.

La campagna Control Arms

Ogni anno, in tutto il mondo, circa mezzo milione di esseri umani sono uccisi dalla violenza armata: una persona al minuto. Ci sono circa 639 milioni di armi leggere nel mondo oggi e 8 milioni vengono prodotte ogni anno.

Le armi purtroppo circolano liberamente in molte zone del mondo attraversate da conflitti. La loro diffusione incontrollata e il loro uso arbitrario da parte di eserciti regolari e di gruppi armati hanno un costo elevato in termini di vite umane, di risorse e di opportunita? per sfuggire alla poverta?.
Ogni anno, in Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina si spendono in media 22 miliardi di dollari per l’acquisto di armi: una somma che avrebbe permesso a questi paesi di mettersi in linea con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, eliminare l’analfabetismo (cifra stimata: 10 miliardi di dollari l’anno) e ridurre la mortalita? infantile e materna (cifra stimata: 12 miliardi di dollari l’anno).

Per far fronte a questo drammatico problema, e? nata la mobilitazione internazionale Control Arms, lanciata congiuntamente da Amnesty International, Oxfam e Iansa, che si prefigge l?obiettivo dell?adozione di un Trattato internazionale sul commercio delle armi entro il luglio 2006.

Nel nostro paese la campagna e? rilanciata dalla Sezione Italiana di Amnesty International e dalla Rete italiana per il Disarmo. Oltre a contribuire alla grande mobilitazione mondiale, i promotori intendono agire per migliorare gli strumenti legislativi e di trasparenza esistenti in Italia sul commercio di armi. Il nostro paese e? infatti il quarto produttore e il secondo esportatore mondiali di armi leggere eppure la nostra legislazione e? vecchia di 30 anni e ad oggi non esiste alcuna forma di controllo sugli intermediatori internazionali di armi.

www.controlarms.it

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