Sostenibilità

Contro lo spreco c’è il baratto digitale

Ritorni/ Rifiorisce sul web la più antica forma di commercio

di Chiara Cantoni

Nuovo postulato di Lavoisier: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto passa di mano. Un tempo, per educazione o per necessità, non si buttava niente: la chiamavano economia domestica. Oggi, invece, si chiama baratto ed è l?ultima tendenza in fatto di riciclo.

Mutuato dal passato, lo scambio di beni second-hand torna in voga contro la febbre da consumismo, cavalcando le conquiste dell?era digitale. Fioriscono, infatti, i siti internet dedicati alla più antica forma di commercio, dove inserire annunci gratuiti sul proprio usato e prendere contatti per donarlo o barattarlo con l?usato altrui.

Eco-Riciclo, lanciato a fine 2006, nasce per «realizzare un luogo di incontro fra domanda e offerta di oggetti riciclati e promuovere la sobrietà e il rispetto ambientale», dice il suo ideatore, Domenico Barranca. «Da tempo condivido i valori del Movimento della decrescita: ho pensato che il web fosse un modo per comunicarli. L?aumento dei rifiuti, dovuto allo scarto di oggetti ancora validi, comporta un incremento della produzione industriale e dell?inquinamento. I cittadini possono invertire la tendenza improntando il proprio stile di vita alla moderazione, scambiando beni usati e puntando all?autoproduzione».

Un punto di vista condiviso da Paolo Severi, che da cinque mesi gestisce ZeroRelativo, sito specializzato che tratta il baratto in modo diretto e gratuito. «Ridare valore agli oggetti inutilizzati, allenare a un consumo critico e sdoganare il baratto come forma di commercio: questi gli obiettivi», dice. «Internet risolve i problemi che hanno portato alla scomparsa del baratto: la difficoltà a mettere in contatto gli interessati e l?indisponibilità delle merci per scambi immediati. Oggi non è utopistico pensare al baratto come sistema complementare all?acquisto in denaro».

Se in Italia siamo ancora all?abc, dagli Usa arrivano esperienze consolidate, come Freecycle, la più grande comunità virtuale dedicata al «barter», nata da una mailing-list dell?ambientalista Deron Beal. Diffusa in 75 Paesi (3,5 milioni di membri), cresce alla velocità di 20mila nuovi iscritti la settimana. È americana anche la community di Craiglist, mentre in Francia c?è NetTroc, sito di barter online aperto alle aziende, e Trokers, dedicato al baratto tradizionale fra privati.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.