Welfare

Contro “La trappola dell’azzardo” che crea dipendenza e povertà

Aumentano le entrate erariali del settore del gioco d’azzardo, ma il numero di persone che si rivolgono ai Servizi per le Dipendenze è ancora basso, segno di un sommerso diffuso. Il progetto “La trappola dell’azzardo” vuole contrastare il fenomeno, aumentando nei cittadini la consapevolezza dei rischi e pericoli che ruotano intorno al mondo del gioco

di Emiliano Moccia

Il numero ufficiale dei giocatori patologici che in Italia si rivolgono ai Servizi per le Dipendenze (Ser.D.) è stimato in appena 40mila persone. Eppure, nel 2021 secondo i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sono stati giocati 110,88 miliardi di euro, con un incremento del 25,5% rispetto all’anno precedente. E sempre lo scorso anno, si è registrato un aumento di oltre il 16% rispetto al 2020 in tema di entrate erariali del settore giochi a fronte di un aumento della spesa dei giocatori di circa il 18% rispetto allo stesso anno. Senza contare, che solo due anni fa, in piena pandemia, i giocatori delle piattaforme online hanno lasciato, in media, al banco digitale 670 euro. Perché il Covid, con tutte le limitazioni dettate dalle normative, ha di fatto acuito l’accelerazione di un processo già in atto: il progressivo aumento del gioco online a discapito della rete fisica. Per questo, ripensando a quanti ufficialmente si rivolgono ai Ser.D, viene da pensare che la quasi totalità dei giocatori problematici o patologici non ritiene di avere un problema, non segue un percorso di cura qualificato, non ottiene aiuto. Forse anche perché in alcuni casi non sa a chi rivolgersi e con quali modalità.

«Le indagini epidemiologiche terminate nel 2018, ci hanno restituito una fotografia della diffusione del fenomeno comportamento di gioco d’azzardo che riguarda circa il 36% degli adulti e il 29% dei giovani tra i 14 e i 17 anni che non dovrebbero avere comunque accesso a questo tipo di attività. Nello specifico, tra i giocatori d’azzardo c’è un 3% di adulti e di minori per i quali si è osservato un comportamento problematico di gioco d’azzardo». Adele Minutillo fa parte del Centro Dipendenze e Doping Istituto Superiore di Sanità, impegnato negli ultimi anni in azioni tese a conoscere il fenomeno e a creare sinergie tra i diversi attori coinvolti nel contrasto del disturbo da gioco d’azzardo. Conosce fin troppo bene anche i danni sociali, economici e mentali che può provocare la ludopatia, inserita nel 2017 nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).

Basta soffermarsi qualche attimo fuori dai tabacchini, dai bar o dai centri di scommesse in cui sono presenti slot machine o rivendite, per capire che a giocare, ormai, sono davvero tanti, senza limiti di età e di provenienza sociale: adulti, giovani anziani. Del resto, sono in aumento le famiglie che a causa del gioco vivono il dramma della disgregazione, così come sempre più persone si recono alle mense per i poveri dopo aver sperperato stipendi e risparmi in gratta&vinci o alle macchinette.

Di conseguenza, anche Minutillo sente «la necessità di adottare risposte differenziate e specifiche rispetto alle singole tipologie di soggetti: per differenza di età, di genere, di professione. Il tema» dice «va affrontato come un problema di salute pubblica e sociale, e deve passare anche per il rafforzamento del personale dei Ser.D». Il progetto “La trappola dell’azzardo”, quindi, si inserisce in questo percorso. Promosso da BPER Banca e Avviso Pubblico, ha la finalità di aumentare la consapevolezza dei rischi e pericoli che ruotano intorno al mondo del gioco d’azzardo, cercando di coinvolgere e sensibilizzare il maggior numero di persone. Con un’attenzione particolare dedicata ai giovani, al mondo bancario e a quello degli amministratori locali. Di qui, la scelta del Gruppo BPER di «tutelare i propri clienti e le loro famiglie, affiancandole con un’attività di sensibilizzazione e informazione nelle scuole o organizzando convegni nei territori in cui è presente» spiega la presidente Flavia Mazzarella.

Il progetto, dunque, si svilupperà su due momenti all’interno di un’intera giornata dedicata alla legalità e alla corretta informazione sul gioco d’azzardo. La mattina con il coinvolgimento delle scuole, per avviare un’attività di prevenzione dedicati agli studenti; il pomeriggio, invece, aprendoli alla cittadinanza, per tenera alta l’attenzione sul rapporto mafie e azzardo. «Insieme agli aspetti legati alla salute e alla dipendenza» conclude Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico «affronteremo anche il rapporto mafie e gioco d’azzardo, che come ci conferma l’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia presentata qualche giorno fa dal Ministro dell’Interno, rappresenta per le organizzazioni criminali uno dei principali settori di interesse mafioso, con rilevanti implicazioni sia all’interno della società che nell’economia». Il fine è quello di spezzare “La trappola dell’azzardo”, per prevenire il più possibile condizioni patologiche che causano problemi alla società, ai datori di lavoro e implementano il numero dei disoccupati e dei poveri.

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