Non profit
contro la povertàbpiù grana per tutti
Non è la prima volta che il governo acquista formaggi Dop bper darli ai poveri. Il Banco Alimentare spiega il meccanismo
L ‘ annuncio del ministro Zaia è di quelli che incuriosiscono: il ministero delle Politiche agricole comprerà 100mila forme di Parmigiano Reggiano e altrettante di Grana Padano e «le darà ai poveri». Proprio così, confermano dal ministero: per aiutare i consorzi dei due famosi formaggi, che versano in cattive acque a causa degli elevati costi di produzione cui non corrispondono adeguati prezzi al consumo, il governo ha deciso di “girare” un notevole quantitativo di forme alle organizzazioni che si occupano di distribuire il cibo agli indigenti.
Ma di che cosa si tratta esattamente? Come avverrebbe la “donazione”? Con quali difficoltà? Abbiamo girato queste domande all’ente che in Italia fornisce gratuitamente cibo a un milione di persone, la Fondazione Banco Alimentare. «Ancora non sappiamo nulla su Grana e Parmigiano», precisa il responsabile Macrologistica, Vittore Mescia , «ma non sarebbe la prima volta che siamo chiamati a distribuire formaggi Dop attraverso i nostri canali». La procedura è la seguente: l’Agea, l’agenzia ministeriale per le erogazioni in agricoltura, mette periodicamente a bando i fondi Ue destinati all’acquisto di generi alimentari per gli indigenti. I settori in cui può fare acquisti sono cereali, riso e latticini; possono partecipare al bando aziende di tutta l’Unione. Una volta ricevute le derrate, l’Agea le trasferisce agli enti che in Italia si occupano della distribuzione, e cioè Banco Alimentare (che gestisce circa il 70% delle erogazioni), Caritas e Croce Rossa. «Nel settore dei latticini», continua Mescia, «è già capitato che l’Agea, su input del governo italiano, abbia inserito nel bando solo formaggi Dop, come pecorino romano, asiago o montasio. È un modo con cui l’Italia sostiene le produzioni nazionali di eccellenza che vivono un momento di crisi». In base a quanto disposto dai bandi Agea, i formaggi vengono porzionati e messi sottovuoto dalle aziende vincitrici del bando (nel caso di Grana e Parmigiano, dai rispettivi consorzi) e poi portati ai poveri. Ma niente forme che rotolano giù dai camion: «Di sicuro», prevede Mescia, «la distribuzione avverrà, come sempre, in sicurezza e in modo che il prodotto sia utilizzabile».
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