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Contro la pena di morte è ora di passare dalle parole ai fatti
È stata approvata la mozione per listituzione, presso il ministero degli Afffari esteri, di una Direzione generale per i diritti umani
di Redazione
<b>Senato: sulla pena di morte e il rispetto dei diritti umani l?Italia deve passare dalle parole ai fatti. Enrico La Loggia di Forza Italia e altri nove senatori di diversi gruppi parlamentari, con una mozione (1-00273) approvata dall?Aula il 16 luglio, impegna il Governo a mobilitarsi concretamente per abolire la pena capitale nel mondo.</b>
L?Italia deve mettersi al passo con i partner europei nella lotta alla pena di morte, istituendo una Direzione generale per i diritti umani presso il ministero degli Affari esteri, che coordini e promuova l?attività politica sul tema. E finanziando in maniera consistente, senza limitarsi ad attingere ai fondi stanziati per la cooperazione allo sviluppo, le attività dell?Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani che si prefiggono l?abolizione della pena di morte. E correggere una situazione che vede l?Italia fuori dalla lista dei primi 15 contribuenti ai fondi per i diritti umani, con un versamento inferiore ai 500.000 dollari l?anno. A proporre questa svolta sono Enrico La Loggia e altri nove senatori di diversi gruppi politici che, con una mozione approvata dal Senato il 16 luglio, ricordano i successi ottenuti dall?Italia su questo tema. A cominciare dalla mozione presentata dal nostro Governo con il sostegno di altri 64 Paesi, e approvata lo scorso 3 aprile dalla commissione per i diritti umani dell?Onu di Ginevra, che definisce l?abolizione della pena di morte un progresso dei diritti umani e chiede una moratoria delle esecuzioni in vista dell?abolizione totale di questa misura estrema. Un documento che ha raccolto voti a favore ?storici?, come quelli di Inghilterra, Russia, Armenia, Georgia, Argentina, Messico, Panama, Angola, Capo Verde. E soprattutto dei primi due Paesi musulmani che si siano mai pronunciati ufficialmente contro la pena capitale: Bosnia Erzegovina e Mali. Un passo importante verso la totale messa al bando di questa violazione dei diritti umani, come confermano i dati di ?Nessuno tocchi Caino?, che parlano di una diminuzione dei Paesi membri delle Nazioni Unite in cui è prevista la pena di morte. Per queste ragioni La Loggia e gli altri firmatari della mozione impegnano il Governo a promuovere la presentazione di un documento dello stesso contenuto nella prossima sessione dell?Assemblea generale delle Nazioni unite.
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