Politica

Contro la droga non basta la guerra totale

Cosa emerge dal "Tavolo permanente di ascolto confronto" dell'Ulivo con gli operatori delle tossicodipendenze, tavolo cui fa parte anche Livia Turco

di Livia Turco

A fine giugno, come preannunciato in questa rubrica, si è costituito il ?Tavolo permanente di ascolto confronto? dell?Ulivo con gli operatori che lavorano nel campo delle tossicodipendenze. Un luogo aperto, di confronto sulle strategie più efficaci di contrasto delle droghe e di ascolto, da parte della politica, del sapere e delle esperienze degli operatori. Dunque, non un luogo pro o contro il governo, ma di condivisione di una responsabilità. Alcuni di noi (la sottoscritta, Rosy Bindi, Maura Cossutta, Antonio Carella, cioè quelli che hanno convocato il Tavolo) che nella precedente legislatura hanno misurato la fatica, ma anche la produttività di una politica di ascolto e confronto, scommettono anzitutto su questa pratica politica. Dall?incontro è scaturita un?agenda di lavoro: chiedere un confronto con il governo, in commissione Affari sociali, per conoscere le politiche concrete sul tema delle tossicodipendenze, dato che fino a ora l?operato dell?esecutivo si è caratterizzato per proclami ideologici e nulla più. Fare il punto Secondo punto in agenda, effettuare una ricognizione sulla situazione dei tossicodipendenti nelle carceri accogliendo l?allarme, da molti lanciato, sulla riduzione in atto degli interventi sanitari di presa in carico delle persone tossicodipendenti. Poi si deve aprire un confronto con le Regioni e gli enti locali del centrosinistra per rilanciare le politiche di attenzione ai giovani e di adeguamento della rete dei servizi sociali e sanitari. L?obiettivo è arrivare entro l?anno a una Conferenza nazionale che faccia il punto sulle politiche contro le droghe per rilanciare una piattaforma politica e ideale. Mettere al centro del Tavolo di lavoro l?ascolto non significa certo neutralità della nostra politica. Al contrario, nell?incontro abbiamo sancito che l?Ulivo continua a riconoscersi nella Conferenza di Napoli e in quella di Genova e nelle politiche sintetizzate dallo slogan: «Contro le droghe cura la vita: prevenire, educare, non punire, prendere in carico». Mettere al centro l??ascolto? non significa non vedere e non valutare le scelte del governo. Le quali ci preoccupano soprattutto, ancora una volta, per la mancanza di atti e interventi concreti. Così come ne consideriamo sbagliato l?approccio culturale. Dichiarare guerra totale alle droghe senza nessuna distinzione significa, infatti, mettere in secondo piano la persona, la sua storia, i suoi problemi, la sua esperienza, i suoi progetti. Una storia a sé In particolare, la cultura del centrodestra si dimentica che per uscire dalle dipendenze non ci sono scorciatoie, ma solo un duro lavoro incentrato sull?acquisizione più importante: che ogni tossicodipendente è una storia a sé e che per superare la dipendenza bisogna agire più sulla persona che non sul rapporto con le sostanze. È questo ciò che ci hanno insegnato tanti operatori ed è questo ciò che unisce il lavoro concreto e la cultura di tante persone.


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