Non profit
Contro il disordine mondiale liberare lo “spirito” di Genova
L'intervento del Presidente nazionale delle Acli, Luigi Bobba, all'Assemblea promossa a Genova da Cgil, Cisl, Uil e dai più importanti sindacati del nord e del sud del mondo
di Acli
«Non potete non ascoltare le nostre richieste, non fareste che aumentare il disordine economico mondiale» . E’ l’appello che il Presidente nazionale delle Acli, Luigi Bobba, ha rivolto ai “signori del G8”, intervenendo all’assemblea nazionale promossa a Genova da Cgil, Cisl, Uil e dai più importanti sindacati del nord e del sud del mondo, a nome del comitato delle associazioni cattoliche che ha promosso la manifestazione dello scorso 7 luglio.
Bobba ha richiamato il “Manifesto” con il quale oltre 60 associazioni cattoliche italiane si sono rivolte, nei giorno scorsi a Genova, ai leader del G8, ricordando loro la dignità della vita umana violata, le guerre e la povertà di interi continenti, le clamorose differenze dovute al sapere come privilegio di alcuni e al potere come monopolio di pochi.
Molti cristiani, sollecitati dal Papa e dai loro Vescovi ? ha proseguito Bobba – hanno organizzato in questi giorni momenti di riflessione e di preghiera, talora accompagnati dal segno del digiuno. Assistiamo ad un grande risveglio della coscienza di uomini e donne sulle sorti dell’umanità.
«Come credenti e come lavoratori ci opponiamo democraticamente ? rifiutando ogni forma di violenza – al disordine mondiale esistente e affrontiamo il problema del lavoro e della disoccupazione partendo dal presupposto che la globalizzazione è la nuova “questione sociale”.
Nonostante le profonde trasformazioni dovute alla globalizzazione dei mercati, alla finanziarizzazione dell’economia e alla introduzione di nuove tecnologie, il lavoro è ancora la chiave di accesso alla cittadinanza. Chi viene escluso del lavoro rimane escluso dalla cittadinanza, dalla partecipazione democratica e soprattutto viene ferito nella sua dignità di persona. E’ questa la quotidiana tragedia dei lavoratori immigrati, di milioni di senza lavoro e senza diritti che premono alle nostre frontiere. E’ uno scandalo che coinvolge la nostra coscienza di credenti, impegnati ? come ci ha ricordato il Papa il primo maggio del 2000 ? ad affermare la priorità del lavoro sul capitale, del bene comune su quello privato, e a costruire nel mondo “una globale coalizione a favore di un lavoro dignitoso».
E’ la stessa globalizzazione che impone si affronti la questione delle regole, per superare il dualismo inaccettabile tra paesi globalizzatori e paesi globalizzati. Bisogna garantire a tutti ? specialmente ai paesi più poveri ? la possibilità di accesso alla globalizzazione. Le regole attuali sono costruite a immagine e somiglianza dei paesi più forti. Occorre un’inversione di tendenza su almeno tre punti irrinunciabili: disponibilità delle medicine necessarie per curarsi per tutti coloro che sono affetti da Aids; introduzione della Tobin Tax per scoraggiare le speculazioni monetarie e per finanziare la lotta alla povertà globale; avvio ? attraverso il prelievo dello 0,7% del Pil dei paesi ricchi ? di un vero proprio “piano Marshall” per la rinascita e lo sviluppo dei 41 paesi più poveri. In questo scenario globale il ruolo del sindacato e dei lavoratori è quello di favorire, nelle coscienze e nelle regole, l’affermazione della cultura dell’uguaglianza sociale e delle pari opportunità per tutti gli uomini, superando gli egoismi degli interessi privati e nazionali. Occorre il forte contributo di un sindacato che sappia far leva sull’unità dei lavoratori e sulla migliore tradizione internazionalista che negli ultimi tempi sembra essersi appannata tra gli stessi lavoratori.
Come credenti, come lavoratori, ci impegneremo perciò ? ha concluso Bobba ? perché i principi del bene comune, della universale destinazione dei beni e della sussidiarietà, che sono centrali e fondanti per la Dottrina sociale della Chiesa, siano i pilastri fondanti del futuro governo mondiale.
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